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Gli Editoriali di Tech PrincessRubriche

I monopattini elettrici? Sono usati come giocattoli

A svelarlo è una ricerca del Centro di eccellenza sulla sicurezza stradale

Tra le (tante) altre cose, potremmo dire che il 2021 è stato anche l’anno dei monopattini elettrici. Nel bene e nel male.

Perfetto esempio di micromobilità sostenibile, lo scorso anno sono stati oggetto di un bonus valido anche nel 2022. Ne sono stati venduti moltissimi e di svariate marche, grazie al loro prezzo accessibile e alla loro indubbia praticità. Aggiungiamoci pure un certo fascino tutto metropolitano.

Ma i monopattini elettrici sono finiti spesso nell’occhio del ciclone per la loro presunta pericolosità (anche se forse, come vedremo, a essere pericoloso è soprattutto il modo in cui li si guida, o ancor di più l’approccio che si adotta). E sono stati oggetto di un giro di vite deciso con le nuove regole stradali.

Ma cosa sono, o più che altro come sono visti, i monopattini elettrici? A rispondere a questa complessa domanda ha pensato uno studio condotto dalla Polizia di Stato, l’Università La Sapienza di Roma, la Fondazione Ania e la ASL RM1. Ovvero i soggetti che compongono il Centro di eccellenza sulla sicurezza stradale.

Scopriamo di cosa si tratta.

La ricerca sui monopattini elettrici

La vasta ricerca sui monopattini elettrici ha coinvolto 6.000 studenti delle scuole secondarie di secondo grado di tutto il Paese. Ovvero giovani dai 14 ai 19 anni.

Ricordiamo che già a 14 anni è possibile guidare un monopattino elettrico (con l’obbligo del casco per i minorenni).

Gli esiti del sondaggio, sviluppato attraverso una serie di domande, ha condotto a un duplice risultato, in entrambi i casi allarmante. Intanto perché giovani e giovanissimi hanno una scarsa conoscenza delle norme che regolano la micromobilità. E anche perché la maggior parte dei ragazzi percepisce i monopattini elettrici come giocattoli, e non come mezzi di locomozione a tutti gli effetti, per cui vigono le stesse regole stradali che seguono automobilisti e motociclisti.

monopattini elettrici

La scarsa conoscenza delle norme

Per entrare più nel dettaglio del primo dei due ambiti, vediamo come hanno risposto i giovani studenti ad alcune delle domande del report.

Il primo quesito riguardava la velocità massima raggiungibile dai monopattini elettrici. Solo il 41% del campione ha risposto correttamente, indicando i 25 Km/h. Va aggiunto che, nel frattempo, il Codice della strada è stato modificato, e dal 10 novembre scorso la velocità massima è stata ribassata a 20 Km/h.

I ragazzi si sono mostrati ancora più impreparati sulla velocità massima consentita per legge nelle aree pedonali: solo il 26% ha risposto correttamente (6 Km/h).

Non è andata meglio per quanto riguarda la domanda sull’età minima per guidare questi mezzi. Non sconcerta solo il fatto che appena il 18% abbia indicato la risposta corretta (14 anni), ma anche – se non soprattutto – il fatto che ben il 42,5% ha ritenuto che siano sufficienti 10 anni per poter salire su un monopattino elettrico.

Un po’ più confortante la percentuale di chi sa che non si può andare in due (84%) e di chi sa che per i minorenni è obbligatorio indossare il casco (75%).

I monopattini elettrici? Giocattoli

Ma al di là di questi dati quantitativi, che di certo non lasciano tranquilli, ce n’è un altro più complessivo, che impone una riflessione.

La maggior parte dei giovani associa infatti il monopattino elettrico all’idea di divertimento. La più ampia percentuale degli intervistati lo considera infatti come divertente e piacevole, più che vantaggioso o pericoloso. Anzi: il rischio è proprio considerato come parte integrante dell’avventura giocosa della guida.

Andrebbe quindi ripensata la pericolosità del mezzo, domandandosi piuttosto se non sia l’approccio a essere del tutto sbagliato. Occorrerebbe forse un’ulteriore ricerca che coinvolga un’utenza più adulta, per saggiare le risposte fornite.

Le dichiarazioni

È stata Anna Maria Giannini, direttrice del Dipartimento di psicologia dell’università La Sapienza, a commentare gli esiti del sondaggio.

Giannini ha detto:  “I risultati della nostra ricerca evidenziano una alterata percezione dei rischi nel senso di una forte sottovalutazione. Si è portati a ritenere il monopattino un gioco, a non considerare le regole della strada come vincolanti e a non tenere conto delle conseguenze possibili di un uso scorretto. Tali distorsioni realizzano un vero e proprio paradosso: la convinzione che muoversi a bordo di un monopattino renda immuni e consenta di divertirsi senza alcuna preoccupazione.

La tendenza naturale delle fasce adolescenziali di ricercare attivamente i rischi, di essere attratti dal gioco, di ritenersi invincibili, viene fortemente potenziata dall’uso di un mezzo che richiama il tema della giocosità (tipico di età precedenti) e che purtroppo viene considerato non un vero e proprio dispositivo che deve prevedere il rispetto delle regole”.

Come intervenire?

Il Centro di eccellenza sulla sicurezza stradale, alla luce della ricerca, ha avanzato quattro proposte per rendere più sicura la guida dei monopattini. Eccole:

  • un codice alfanumerico tipo che renda riconoscibile il monopattino ed identificabile il proprietario;
  • il possesso di una patente di guida;
  • la possibilità di contestare eventuali infrazioni anche in tempi differiti e attraverso l’uso di dispositivi di rilevazione a distanza;
  • l’obbligatorietà del casco a prescindere dall’età.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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