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Moxie Marlinspike, CEO di Signal, lascia l’azienda

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Sono mesi di fermento per le piattaforme social, tra riorganizzazioni, rebranding, scandali e passaggi di testimone.

A cambiare timoniere nel 2021 è stato Amazon, che ha visto il ruolo di CEO passare dal fondatore Jeff Bezos ad Andy Jassy.

Inoltre, sembra ormai sicuro il prossimo addio di Tim Cook, alla guida di Apple da oltre un decennio.

Ma sono due giovani amministratori delegati, accomunati da uno spirito anticonformistico, ad aver fatto parlare di sé tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022.

Ha iniziato Jack Dorsey, che con un tweet (com’era immaginabile) lo scorso 29 novembre ha annunciato che presto non sarà più lui a capo di Twitter, azienda che ha fondato nel 2006.

E nelle scorse ore è toccato a Moxie Marlinspike, CEO di Signal, la più alternativa tra le app di messaggistica. E quella più attenta a salvaguardare la privacy dei propri utenti. Ma cosa sappiamo delle prossime dimissioni di Moxie Marlinspike. E chi lo avvicenderà?

Moxie Marlinspike lascia Signal

È stato lo stesso Marlinspike ad annunciare le proprie dimissioni con un post pubblicato sul blog di Signal lunedì 10 gennaio. Il titolo è autoironico: New year, new CEO.

Nel testo leggiamo, tra l’altro: “Ormai lavoro su Signal da quasi un decennio. È sempre stato il mio obiettivo fare in modo che Signal riuscisse a crescere e sostenersi oltre il mio coinvolgimento ma quattro anni fa questo non era ancora possibile.

Scrivevo da solo tutto il codice Android, mi occupavo di tutto il codice lato server, ero l’unica persona di turno a impegnarsi sul servizio, mi interessavo continuamente dello sviluppo del prodotto e gestivo ogni cosa. Non potevo mai lasciare Signal. Dovevo portare il mio notebook con me ovunque in caso di emergenze e occasionalmente mi trovavo seduto da solo sul marciapiede sotto la pioggia a tarda notte cercando di diagnosticare qualche problema relativo al funzionamento di Signal.”

L’evoluzione dell’azienda. E l’addio

Moxie Marlinspike prosegue spiegando che “Signal è ora un fantastico gruppo di 30 persone: un mix di ingegneri meravigliosi, designer super talentuosi, personale di supporto capace e imperturbabile e un team di leader molto esperto e impegnato.”

Marlinspike dichiara dunque con grande serenità che non rivestirà più il ruolo di amministratore delegato, ma che rimarrà nel consiglio di amministrazione dell’azienda.

Signal: il dopo Marlinspike

Ma chi sostituirà Moxie Marlinspike?

Lo scopriamo sempre nel post, e si tratta di una sorpresa solo relativa. A guidare Signal sarà Brian Acton, che fa parte del consiglio della Signal Foundation. Ma che, soprattutto, ha alle spalle una storia molto vicina, per spirito, a quella dello stesso Signal.

Brian Acton è uno dei fondatori di WhatsApp, e fin qui nulla di strano. Se non fosse che, una volta che WhatsApp è stata acquistata dall’allora gruppo Facebook, Acton si è dimesso per profondi disaccordi sulla gestione dei dati degli utenti.

E cosa c’entra Signal? Beh, è l’app che c’entra più di tutte. Perché è quella che ha sempre ribadito con particolare forza di prestare la massima attenzione alla privacy dei propri utenti. E Acton, una volta uscito dal gruppo Facebook, ha subito sposato in pieno il progetto.

Non è un caso se nel gennaio dello scorso anno, quando le notizie poco chiare sull’aggiornamento dei termini d’uso proprio di WhatsApp hanno ingenerato un certo panico, diverse centinaia di migliaia di utenti sono migrate verso Signal.

Cos’è Signal

Signal è un’app un po’ anarcoide che assomiglia al suo ex CEO, un giovane imprenditore di cui si ignora l’anno di nascita. Che veste casual, e dalla cui nuca spiovono simpatiche treccine rasta, in un originale contrasto con i restanti capelli cortissimi.

Altrettanto controcorrente rispetto al mainstream è Signal, fondata nel 2004, che oggi può contare su 40 milioni di utenti mensili.

Signal è nata come organizzazione no profit, non è supportata dalla pubblicità né dalla vendita di app. È open source e trattiene pochissimi dati dei clienti. Le sue risorse sono le donazioni e un recente programma di sostegno. Insomma: per quanto abbia senso dirlo per un’applicazione, Signal sembra proprio nascere da un’idea libertaria.

La recente crescita di Signal

Moxie Marlinspike lascia una piattaforma in ottima salute.

Oltre alla già citata impennata di iscrizioni all’inizio del 2021, l’app continua a crescere, puntando proprio sulla sua particolare tutela della privacy degli utenti.

Sempre all’inizio del 2021 Marlinspike, a tale proposito, aveva fatto una dichiarazione al fulmicotone nei confronti di Telegram, spiegando come l’app non sarebbe più sicura di WhatsApp.

Si ignora quale sarà il futuro di Moxie Marlinspike (che comunque ha specificato che resterà nel consiglio di amministrazione). Tuttavia, c’è chi lo immagina coinvolto in qualche modo negli NFT, di cui di recente ha più volte parlato sul suo blog personale.

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