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Nobel per la Pace 2022 all’attivista bielorusso Ales Bialiatski e a due associazioni per i diritti umani

Un individuo e due associazioni coi medesimi obiettivi

Il penultimo premio Nobel è stato assegnato.

Alle ore 11 di venerdì 7 ottobre, con una diretta streaming visibile dal sito ufficiale del premio (che a tratti, comprensibilmente, è stato sovraccarico), il Nobel per la Pace 2022 è stato conferito all’attivista bielorusso Ales Bialiatski dalla Bielorussia, all’organizzazione russa per i diritti umani Memorial e all’organizzazione ucraina per i diritti umani Center for Civil Liberties (Centro per le libertà civili).

Si va così verso l’epilogo dell’edizione 2022 della prestigiosa assegnazione dei premi Nobel. Che ha visto dapprima i tre riconoscimenti di ambito scientifico. Si è partiti lunedì 3 ottobre con il Nobel per la Medicina, vinto dallo svedese Svante Pääbo per i suoi studi sul genoma degli ominini estinti e sull’evoluzione umana.

Martedì 4 il premio Nobel per la Fisica è andato a tre studiosi, ovvero Alain Aspect, John F. Clauser e Anton Zeilinger, per i loro esperimenti con i fotoni entangled.

Anche mercoledì 5 ottobre è stata la volta di tre Nobel, stavolta per la Chimica: Carolyn Bertozzi, Morten Meldal e Barry Sharpless.

Alle ore 13 di giovedì 6 ottobre è stato assegnato il Nobel per la Letteratura alla scrittrice francese Annie Ernaux.

E ora, penultimo premio, il Nobel per la Pace 2022 all’attivista bielorusso Ales Bialiatski dalla Bielorussia e a due organizzazioni per i diritti umani: la russa Memorial e l’ucraina Center for Civil Liberties.

Si chiuderà lunedì 10 ottobre, con la proclamazione del vincitore del premio Nobel per l’economia.

premio Nobel 2

Nobel per la Pace 2022: vincitori e motivazioni

Poco dopo le ore 11 del 7 ottobre, la Reale accademia svedese delle scienze ha dunque assegnato il Nobel per la Pace 2022 a un attivista bielorusso, Ales Bialiatski, e a due associazioni per i diritti umani. Che pur essendo una russa (Memorial) e una ucraina (Center for Civil Liberties) lavorano entrambe ai medesimi obiettivi.

E in effetti anche la motivazione del premio è una sola per i tre vincitori: che “rappresentano la società civile nei loro rispettivi paesi. Per molti anni hanno promosso il diritto a criticare il potere e a proteggere i diritti fondamentali della popolazione. Hanno fatto uno sforzo eccezionale per documentare crimini di guerra, violazioni dei diritti umani e abusi di potere. Insieme hanno dimostrato l’importanza della società civile per la pace e la democrazia.”

Un Nobel “strategico”

Balza subito agli occhi l’oculatezza della scelta dell’assegnazione del Nobel per la Pace 2022, in un momento storico delicatissimo. Dopo mesi di guerra, infatti, Putin è in difficoltà sul piano militare, e aleggerebbe lo spettro del ricorso all’atomica da parte di Mosca.

Il premio dunque è stato suddiviso tra tre figure, un individuo e due associazioni, che si battono in difesa dei diritti umani e contro gli arbitri dei regimi autoritari. E provengono, le due associazioni, proprio dai due Paesi in guerra, Russia e Ucraina. Mentre l’attivista Ales Bialiatski è un bielorusso dissidente.

Chi sono i tre vincitori: Ales Bialiatski

Partiamo proprio da Ales Bialiatski, vincitore del Nobel per la Pace 2022 assieme a Memorial e Center for Civil Liberties.

Bialiatski, nato in Bielorussia nel 1962, presiede l’associazione per i diritti umani Viasna Human Rights Centre, da lui fondata nel 1996.

È stato arrestato dal governo bielorusso nel 2011 con l’accusa di evasione fiscale. Rilasciato nel 2014, è stato ricondotto in carcere nel 2020, dove si trova tuttora (in attesa di processo), per aver manifestato contro il regime.

Attivista dagli anni Ottanta del Novecento, Ales Bialiatski “nonostante le enormi difficoltà personali, non ha ceduto di un centimetro nella sua lotta per i diritti umani e la democrazia in Bielorussia.”

Memorial

Memorial è un’organizzazione per i diritti umani fondata nel 1987 nell’ex Unione Sovietica da un gruppo di attivisti allo scopo di ricordare le vittime dell’oppressione del regime comunista. Tra i fondatori figurano un altro premio Nobel per la Pace, Andrei Sakharov, e l’attivista per i diritti umani Svetlana Gannushkina.

Memorial, oggi la più grande organizzazione per i diritti umani in Russia, non ha mai smesso di denunciare i crimini dei regimi. Ricordiamo che, per questo motivo, nel 2009 è stata uccisa Natalia Estemirova, a capo della filiale cecena di Memorial.

Nel dicembre 2021, il governo di Mosca ha deciso di chiudere il centro di documentazione di Memorial. Ma gli attivisti dell’associazione continuano coraggiosamente nel loro lavoro.

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Center for Civil Liberties

A vincere il Nobel per la Pace 2022 è anche il Center for Civil Liberties.

L’associazione è stata fondata a Kiev nel 2007 con l’obiettivo di promuovere i diritti umani e la democrazia in Ucraina.

Dopo l’invasione russa dell’Ucraina il 24 febbraio 2022, il Center for Civil Liberties si è impegnato a identificare e documentare i crimini di guerra russi contro la popolazione civile ucraina, in collaborazione con partner internazionali.

Nel comunicato di assegnazione del premio leggiamo che “il Comitato norvegese per il Nobel desidera onorare tre eccezionali difensori dei diritti umani, della democrazia e della coesistenza pacifica nei paesi vicini Bielorussia, Russia e Ucraina. Attraverso i loro sforzi coerenti a favore dei valori umanisti, dell’antimilitarismo e dei principi del diritto, i vincitori di quest’anno hanno rivitalizzato e onorato la visione di pace e fraternità tra le nazioni di Alfred Nobel, una visione più necessaria nel mondo di oggi”.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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