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OpenAI si trasforma: dal modello non profit a uno corporate profit-driven

La startup dietro ChatGPT annuncia una ristrutturazione per attirare investimenti e competere nell’industria dell’IA.

OpenAI, ex non profit nota per il suo chatbot ChatGPT, ha annunciato un cambiamento radicale nella sua struttura aziendale. La società intende trasformarsi in una public benefit corporation (PBC) per raccogliere i capitali necessari a competere con i principali sviluppatori di intelligenza artificiale. Questa decisione implica una maggiore enfasi sui profitti rispetto al passato.

OpenAI (no) profit

La decisione di OpenAI arriva in un contesto in cui i leader del settore investono centinaia di miliardi di dollari nello sviluppo dell’intelligenza artificiale. Secondo un post del consiglio di amministrazione di OpenAI, la startup ha riconosciuto che serve più capitale di quanto inizialmente previsto. Gli investitori, pur interessati, richiedono modelli di partecipazione più tradizionali, come azioni ordinarie, per garantire ritorni finanziari.

Con la nuova struttura, OpenAI creerà una PBC registrata nel Delaware. Questa entità, pur avendo l’obiettivo di generare profitti, manterrà un focus su benefici sociali. Il lato non-profit continuerà a esistere, ma avrà un ruolo principalmente consultivo, occupandosi di selezionare il management e supervisionare iniziative caritatevoli.

Obiettivi e sfide della transizione

OpenAI descrive il cambiamento come un tentativo di rafforzare la sua missione originale grazie al successo del braccio for-profit. Tuttavia, la realtà sembra sbilanciata a favore degli interessi degli investitori. La nuova struttura consentirà agli azionisti di avere maggiore controllo sulle operazioni aziendali e sui futuri sviluppi tecnologici.

Questa trasformazione mira a rispondere a due sfide principali: sostenere la competizione nel mercato AI e garantire ritorni economici agli investitori. Microsoft, già partner principale di OpenAI, ha avuto un ruolo cruciale, investendo oltre 6,6 miliardi di dollari nell’ultimo round di finanziamento.

Questo cambiamento, ovviamente, non è privo di ostacoli. Il primo di questi si chiama Elon Musk, che è stato uno dei cofondatori di OpenAI, che ha criticato duramente la transizione, sostenendo che tradisce l’obiettivo originario di “fare gli interessi dell’umanità”. Peraltro, come riferito da Futurism, Musk ha avviato un’azione legale per bloccare la riorganizzazione, sottolineando i rischi di dare priorità ai profitti a scapito degli ideali etici (che detto da lui fa abbastanza ridere, ma il patron di Tesla ci crede).

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Source
Futurism

Autore

  • Marco Brunasso

    Scrivere è la mia passione, la musica è la mia vita e Liam Gallagher il mio Dio. Per il resto ho 30 anni e sono un musicista, cantante e autore. Qui scrivo principalmente di musica e videogame, ma mi affascina tutto ciò che ha a che fare con la creazione di mondi paralleli. 🌋From Pompei with love.🧡

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