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La recensione di Pokémon Scarlatto e Pokémon Violetto: un open world zoppiccante ma irresistibile

I primi minuti con Pokémon Violetto sono stati un tuffo nel passato. Ci siamo ritrovati a definire il genere del nostro personaggio, a sceglierne il nome, ad esplorare la nostra cameretta e ad incontrare il Preside della nostra nuova scuola, l’Accademia Uva Al termine di tutto questo, abbiamo scelto il nostro starter, ossia il pokèmon con cui iniziare la nostra avventura.
Fin qui Pokémon Violetto pare molto canonico. Ma solo fino a qui.
Superate le fasi iniziali del gioco cambia tutto, con il nuovo open world di The Pokémon Company che si spalanca di fronte a voi e vi dà la possibilità di spostarvi liberamente, senza seguire un percorso predefinito. Sembra – ce ne rendiamo conto – la premessa per il miglior videogioco Pokémon di sempre, eppure c’è qualche sbavatura che gli impedisce di guadagnarsi questo prestigioso titolo. Vi raccontiamo tutto in questa recensione di Pokémon Scarlatto e Pokémon Violetto.

La recensione Pokémon Scarlatto e Pokémon Violetto: perché sono due?

recensione Pokemon Scarlatto e Pokemon Violetto

Se siete amanti della saga, saprete già che ogni generazione di Pokémon prevede due versioni.
Se invece non avete ancora approcciato l’universo dei mostriaciattoli nipponici, sappiate che è normale trovarsi di fronte a questa scelta. Da sempre infatti gli sviluppatori propongo due giochi leggermente differenti, ognuno dei quali vanta pokèmon esclusivi, ossia disponibili solo acquistando quella specifica versione.
Una cattiveria, penserete voi. In realtà non è così. Questa peculiare decisione serve a favorire lo scambio di pokèmon: i possessori di Pokémon Violetto quindi possono andare da coloro che hanno scelto Pokémon Scarlatto ed effettuare gli scambi necessari al completamento del Pokédex. Consideratelo una sorta di incentivo alla socialità.

Quest’anno le differenze tra i due giochi però non si limitano alle esclusive. Cos’altro cambia?

  • la scuola: l’Accademia Uva è un’esclusiva di Violetto mentre i giocatori di Pokémon Scarlatto frequenteranno l’Accademia Arancia;
  • il preside: in Scarlatto avrete la Professoressa Olim mentre in Violetto il Professor Turum;
  • l’estetica: le due scuole hanno colori e loghi diversi, con l’arancione che caratterizza l’Accademia Arancia e il viola che invece identifica l’Accademia Uva;
  • il mezzo di trasporto: avremo due differenti pokèmon che fungeranno da mezzo di trasporto, ossia Miraidon per Violetto e Koraidon per Scarlatto.

Di base la storia sarà identica ma con sfumature diverse che si legano proprio alle differenze appena evidenziate.

Quale scegliere? Beh, dipende da voi. Non c’è una versione migliore dell’altra, ci sono solo i vostri gusti. Noi, ad esempio, abbiamo scelto Violetto perché il viola è il colore di Techprincess.

La recensione Pokémon Violetto

Ora che siete consapevoli delle differenze, è giunto il momento di tuffarci nella recensione di Pokémon Violetto.
Come anticipato, siamo di fronte al primo vero open world dedicato ai piccoli mostri giapponesi. Un mondo vasto e tutto da esplorare, fatto di grandi spiazi erbosi, di deserti, di spiagge, di caverne e di città, in cui naturalmente incontrerete i tradizionali capipalestra.
Sparsi per il territorio, troverete anche gli indispensabili Centri Pokémon. Niente più edifici chiusi però, questa volta sono a cielo aperto e posizionati anche fuori dai centri urbani, così da assicurarvi un rifugio sicuro anche quando siete in giro a scorrazzare per Paldea.

pokemon violetto recensione miraidon
Miraidon

Ad accompagnarvi durante il viaggio avrete un Pokémon: Miraidon. Attenzione però: non è il vostro starter e non è nemmeno un pokèmon che potete schierare in battaglia. Miraidon è il vostro mezzo di trasporto e, con il tempo, potrà fare tutto: saltare, surfare, planare, arrampicarsi e comportarsi come una sorta di bicicletta. Tutto questo vi permetterà man mano di accedere ad aree che all’inizio vi sembreranno irraggiungibili, obbligandovi quindi a tornare sui vostri passi per recuperare pokémon e strumenti abbandonati lungo la strada.

Questo ci permette di introdurre un altro aspetto chiave del gioco: il level design. Nel corso degli anni infatti abbiamo assistito ad una vera evoluzione dei titoli Pokémon, con Game Freak che ha finalmente iniziato a sfruttare a pieno la tridimensionalità, introducendo la verticalità e proponendo aree un po’ più complesse. Ci sono ancora ampi margini di miglioramento, ma la strada intrapresa è sicuramente quella giusta.

Mappa di Paldea
La mappa di Paldea

Pokémon Violetto inoltre ha dalla sua un mondo unico. Niente caricamenti passando da un’area all’altra, niente attese, niente momenti morti. L’unica area che necessità di caricamento è Mesapoli, la città principale in cui si trova l’Accademia Uva; una scelta che tutto sommato comprendiamo considerando le dimensioni della città. Qui, dove Game Freak sembra essersi davvero sbizzarrita nella creazione di questo mega-centro urbano, incontriamo però uno dei più evidenti limiti del gioco: i negozi e le case non sono visitabili. O meglio, i posti in cui potete fisicamente entrare sono pochissimi. Sia qui che nelle altre città. Gli sviluppatori hanno preferito rendere le abitazioni inaccessibili e trasformare i negozi in un mero elemento grafico: voi vi avvicinate e aprite un menù da cui comprare il necessario, che siano strumenti, cibi, vestiti, accessori.
La stessa modalità è stata scelta per le attività che potete svolgere dentro la scuola, con una schermata di testo che sostituirà spostamenti e animazioni complesse.
La sensazione quindi è che non ci fosse sufficientemente tempo per un open world davvero completo. Probabilmente la software house avrebbe beneficiato di un altro anno di sviluppo.

pokemon violetto recensione open world

Lo sappiamo, qualcuno starà pensando: ma quanto vi lamentate per gli edifici non esplorabili!
Avete ragione.
Il fatto è che ci sono altri elementi che limitano un po’ questo open world.
Per spiegarvi il primo facciamo un esempio. In alcune aree troverete i Pokémon Dominanti, ossia pokèmon enormi e particolarmente ostici che causano apparentemente desagi in quella specifica area. Perché apparentemente? Perché nessuno dei personaggi non giocabili che incontrerete lungo la strada vi dirà qualcosa, si lamenterà o racconterà aneddoti sul mostro specifico. Ad esempio, ci sono rocce enormi che rotolano giù da una montagna, cosa che renderà la scalata più difficile per voi, ma nessun’altro abitante di Paldea vi anticiperà questa cosa.
Un secondo aspetto da considerare riguarda sempre gli NPC (i personaggi non giocabili). Le interazioni con loro sono piuttosto scarne: non ci sono dialoghi lunghi, non vi danno missioni secondarie, non si spostano per poi essere reincontrati in posti diversi.
L’ultimo elemento riguarda il livello di sfida che non è calibrato sul giocatore. Questo significa che potete spostarvi liberamente ma ci saranno zone che dovrete abbandonare perché troppo complesse da affrontare in quel momento. Insomma, il percorso è libero ma in qualche modo vi sentirete comunque obbligati a seguire una strada specifica.

Un allenatore, tre strade

Pokemon Scarlatto e Pokemon Violetto
A sinistra il logo dell’Accademia Arancia di Pokémon Scarlatto, a destra il logo dell’Accademia Uva di Pokémon Violetto

Ora che sapete qual è l’ambientazione generale di Pokémon Violetto, cerchiamo di capire quale sia la storia.
Il protagonista è un nuovo studente dell’Accademia Uva (o Arancia in Scarlatto). Non immaginatevi però lunghe ore passate dietro i banchi di scuola: potete seguire le lezioni, questo è vero, ma buona parte del tempo lo passerete a spasso per Paldea. L’Accademia infatti crede fortemente nell’apprendimento sul campo e così, dopo una manciata di lezioni, vi ritroverete già fuori dalle mura di Mesapoli.

A fare cosa dipende da voi. Sono tre i cammini che potrete intraprendete: quello per diventare un Campione, sfidando 8 palestre in altrettante città, quello del Sentiero Leggendario, dove sarete chiamati ad abbattere i Pokémon Dominanti per cercare deliziose spezie, e infine il Viale della Polvere di Stelle, pensato per sconfiggere il Team Star, una sorta di club scolastico popolato da bulletti e guidati da una figura misteriosa.

pokemon violetto recensione pokemon dominanti

L’idea di per sé non ci è dispiaciuta: i tre cammini, che potete anche affrontare contemporaneamente mentre vi spostate per la regione, regalano una buona dose di varietà, con qualche appassionante colpo di scena che spezza la monotonia dei classici combattimenti.
Anche qui sicuramente si poteva fare meglio, magari legando maggiormente tra loro i tre filoni e regalandoci qualche approfondimento in più su tematiche e personaggi, ma il risultato è piuttosto convincente, e soprattutto sufficiente a motivarvi mentre passate da una zona all’altra per riempire il Pokédex.

Pokémon Violetto recensione: la teracristallizzazione

I pokémon sono l’elemento portante di Pokémon Violetto.
Sembra una banalità, ce ne rendiamo conto. In fondo stiamo parlando di un gioco sui pokémon quindi è normale che al centro ci siano loro. Vero ma non così scontato.
Prima di tutto è a loro che Game Freak ha dedicato più attenzione da un punto di vista tecnico. Sono tanti, curatissimi esteticamente e ben distribuiti nel mondo di gioco.

pokemon violetto recensione teracristalizzazione
La teracristalizzazione di Fuecoco

La nuova generazione poi porta con sé la Teracristallizzazione.
Ogni Pokémon ha un suo teratipo, che si attiva quando si teracristallizza, diventando una sorta di cristallo vivente. A cosa serve tutto questo? Ad aumentare la potenza delle mosse o a cambiare i punti deboli del vostro mostriacciattolo.
È una meccanica inedita che però aggiunge ulteriore brio agli scontri, richiedendovi non solo di imparare i teratipi ma anche di capire quand’è il momento giusto per usare la teracristallizzazione, un’arma che, usata contro l’avversario sbagliato, potrebbe avere ripercussioni negative.

Il tallone d’Achille

pokemon violetto recensione comparto tecnico

Il comparto tecnico è forse l’aspetto più zoppiccante di Pokémon Violetto e Pokémon Scarlatto. Il terreno degli scontri è ridotto all’osso, semplificato in maniera esagerata, con ombre non sempre ben studiate ed elementi che compaiono e scompaiono in modo quasi casuale.

Le animazioni facciali sono piuttosto limitate e così anche quelle legate ai movimenti, mentre i paesaggi non presente grande varietà, se non qualche città che risulta sicuramente più espirata dei panorami naturalistici.

Si salvano solo i Pokémon che, come anticipato poco sopra, sono stati curati nel dettagli e l’interfaccia, che è un po’ più moderna rispetto ai titoli precedenti.

E il comparto sonoro? Le musiche sono perfette ma non c’è doppiaggio in italiano. Non perché non abbiano voluto farlo ma perché nessuno parla mai, sono i testi a fare da padroni.

La recensione Pokémon Violetto e Pokèmon Scarlatto: conclusioni

Pokémon Violetto e Pokémon Scarlatto sono arrivati sul mercato con evidenti nei: il comparto tecnico in primis ma anche un open world migliorabile e una storia che poteva dare di più. Eppure ci siamo divertiti: l’esplorazione estrema, la varietà delle attività, i mostriciattoli da catturare e la teracristalizzazione ci hanno permesso di proseguire ora dopo ora senza annoiarci e senza portarci a desistere.
Sicuramente Game Freak imparerà una lezione importante: l’open world è la strada giusta ma non devono – e non possono – tralasciare tutto il resto.

Pokémon Violetto - Videogioco Nintendo - Ed. Italiana -...
  • Pokémon Scarlatto e Pokémon Violetto sono gli ultimissimi videogiochi della serie Pokémon
  • La serie Pokémon si evolve in un modo tutto nuovo consentendoti di esplorare liberamente un open world in cui città e...
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Erika Gherardi

Amante del cinema, drogata di serie TV, geek fino al midollo e videogiocatrice nell'anima. Inspiegabilmente laureata in Scienze e tecniche psicologiche e studentessa alla magistrale di Psicologia Clinica, dello Sviluppo e Neuropsicologia.

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