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Il quidditch diventa realtà ma cambia nome

In polemica con le dichiarazioni transfobiche di J. K. Rowling

Il quidditch cambia nome. Nel senso che lo sport inventato dalla scrittrice J. K. Rowling comparirà in un nuovo volume della saga di Harry Potter ma si chiamerà in un modo diverso?

Molto meno semplice di così, cari lettori. Il metaverso ci sta insegnando quanto sia labile il confine tra reale e virtuale, e come sia facile che l’uno sconfini nell’altro. Da sempre, opere letterarie e artistiche (si pensi soprattutto ai film) hanno lanciato mode e influenzato intere generazioni. Come poteva non entrare nel novero la saga di Potter e degli altri giovani maghi, visto il successo planetario ottenuto prima dai libri e poi dalle riduzioni cinematografiche?

A prescindere dal giudizio che si possa dare sulla saga letteraria di Harry Potter, è difficile non riconoscere nell’autrice del ciclo di libri, J. K. Rowling, una grande potenza immaginativa. Diciamolo meglio: la capacità di creare un universo complesso e oliatissimo, in cui sono stati considerati con attenzione anche i minimi dettagli.

Al punto che persino lo sport che i maghetti praticano ad Hogwarts (il quidditch, appunto), dalle pagine dei libri di Rowling ci viene restituito con grande precisione, a partire dalle regole del gioco.

quidditch

Dal quidditch letterario al quidditch reale

Non è un caso se al quidditch J. K. Rowling ha dedicato un’opera autonoma e fortunata, Il quidditch attraverso i secoli. Il volume di carattere storico gioca alla perfezione col diaframma tra fantasia e realtà. Viene infatti presentato come “una copia del volume custodito nella Biblioteca di Hogwarts e consultato quasi quotidianamente dai giovani tifosi del quidditch”.

Ma è successo ben di più. Il gioco è parso così ben strutturato e avvincente che nel 2005, nel Vermont, qualche babbano ha inventato il vero quidditch. Ehm, perdonate se ci siamo fatti prendere la mano: babbano, come sapete, è l’essere umano visto dai maghi.

Diciamo sul serio: lo sport ha preso sempre più piede, dal 2010 esiste l’International Quidditch Association, e dal 2011 lo sport è praticato anche in Italia. Sono più di 40 i Paesi del mondo in cui si gioca a quidditch, e si contano oltre 600 squadre.

E chi avesse pronta la battuta “Mancano solo le scope” deve ricredersi: le scope ci sono eccome, anche nel quidditch degli umani. Solo, questo dobbiamo ammetterlo, non consentono di volare.

Il quidditch cambia nome

Tutto bello, forse infantile ma a suo modo irresistibilmente poetico.

Fino a qualche giorno fa, quando è stata resa ufficiale una decisione: il quidditch cambia nome. Si chiamerà quadball. Così hanno deciso le autorità americane che controllano la disciplina. Il rebranding avviene dopo un sondaggio promosso negli scorsi mesi dalle associazioni statunitensi US Quidditch (USQ) e Major League Quidditch (MLQ).

Motivi tecnici, volontà di svecchiare il gioco? Magari. A leggere le motivazioni, si esce di colpo dall’atmosfera fatata del mondo magico di Harry Potter.

Il quidditch prende le distanze da J. K. Rowling

La motivazione è certamente seria. Si tratta di una presa di distanza da alcune prese di posizione della scrittrice britannica. Che negli ultimi anni ha fatto dichiarazioni da molti ritenute gravemente transfobiche.

In diversi interventi Rowling ha infatti scritto e detto, sintetizzando al massimo, che le donne transgender non sono considerabili donne a tutti gli effetti. Le reazioni di gran parte della società, e anche di una consistente percentuale dei suoi fans, sono state nette. Si pensi ad esempio al fatto che uno dei principali siti sulla saga di Harry Potter ha decisamente preso le distanze dall’autrice.

Guardandoci bene dall’esprimere qui un giudizio di merito, ci pare tuttavia doveroso sottolineare che la posizione di J. K. Rowling sull’argomento è complessa. Ed è stata espressa dalla stessa autrice in un saggio apparso sul suo sito ufficiale.

Le dichiarazioni delle associazioni

Molte tra le maggiori associazioni di quidditch, ma abituiamoci a chiamarlo quadball, insistono su uno stesso punto.

Cioè sull’impossibilità della convivenza tra uno sport inclusivo e le dichiarazioni in direzione opposta di Rowling.

L’US Quidditch ha dichiarato: “Il nostro spot è ritenuto uno degli sport più progressisti al mondo sulla parità di genere e l’inclusività, in parte grazie alle quote di genere, che stabiliscono che una squadra non abbia più di 4 persone dello stesso genere in campo. Entrambe le organizzazioni ritengono che sia vitale tenere fede alla sua reputazione.”

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Il Quidditch attraverso i secoli. Kennilworthy Whisp
  • Editore: Salani
  • Autore: J. K. Rowling , Beatrice Masini
  • Collana: Fuori collana Salani

Etica e pragmatismo

Oltre che per aspetti di naturale morale, però, va detto che il quidditch cambia nome anche per motivi pratici. Viene così risolto un problema di copyright, essendo infatti i diritti della parola “quidditch” di proprietà di Warner Bros.

Lo sport, inoltre, acquisterà in questo modo maggiore autonomia. Come ha detto Junia Amanti, presidente di AIQ, l’Associazione Italia Quidditch: “Parlo a nome dell’intero Consiglio Direttivo di AIQ nell’affermare che siamo entusiasti di poter assistere a questo importantissimo passo nella storia del nostro sport. Si parla dei benefici che un cambio nome potrebbe portare alla nostra realtà da ormai quasi un decennio, vedere questa necessità realizzarsi e poterne fare parte è sicuramente una grande emozione. L’Associazione Italiana Quidditch crede in questa novità e sostiene le motivazioni per cui USQ, MLQ e IQA hanno deciso di perseguire questo cambiamento.”

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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