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La recensione di Razer USB-C Dock: a chi è dedicato?

Los Angeles, gennaio 2024.
Siamo seduti nel salotto del nostro Airbnb, davanti al computer, per un briefing che anticiperà le novità di Razer al CES 2024.
Si susseguono una serie di novità fino a quando non arriva lui, il Razer USB-C Dock.
È un hub. Niente di inedito. Di prodotti analoghi ne abbiamo già visti tantissimi ma lui sfoggia un numero davvero interessante di porte: 11.
Tante.
Chissà se effettivamente ci servono tutte. Chissà se è utile come sempre. Chissà se vale i 139 € che chiede l’azienda.

Questa premessa per dirvi che oggi il nuovo Razer USB-C Dock è arrivato in redazione con l’obiettivo di fornire una risposta a tutte le nostre domande. E quindi non perdiamoci ulteriormente in chiacchiere: scopriamo subito come si comporta in questa recensione.

Cosa me ne faccio di un hub USB-C?

O, semplificando, mi serve o non mi serve un hub USB-C?
Nel 2024 è diventato un accessorio quasi indispensabile per chi utilizza un laptop.
Questo perché si tende a creare prodotti sempre più compatti, leggeri e trasportabili. Caratteristiche che in molti casi richiedono sacrifici in termini di ingressi disponibili. Ci ritroviamo così con computer portatili che offrono solo un paio di ingressi USB-C, che ci costringono ad ampliare da soli il pool di porte a nostra disposizione. Con un hub.

Sia chiaro: non tutti i notebook lesinano sugli ingressi ma è anche vero che ormai abbiamo così tanti gadget, periferiche ed accessori che è difficile bastino le porte già presenti.
Pensate ad esempio a chi si occupa di video making e video editing. Almeno una porta per le schede SD e microSD sarà necessaria. E poi ci devo collegare un altro display, almeno un SSD esterno, il microfono per un voiceover al volo… Tutto questo senza calcolare eventuali mouse e tastiera per chi preferisce lavorare a laptop chiuso.

Di fronte a scenari come questo è evidente che un hub USB-C è quasi una necessità più che un’opzione.

La recensione di Razer USB-C Dock

Razer USB C Dock recensione: il design del prodotto

Gli hub, bisogna ammetterlo, si somigliano tutti.
Di base infatti sono rettangolari, con un cavo USB-C da un lato e una serie di porte sul corpo centrale.
Razer qui non ha fatto nulla per stravolgere il design tradizionale di questa categoria di prodotti: il suo USB-C Dock è esattamente come l’abbiamo descritto, con il plus di avere due varianti di colore: nero, come quello che abbiamo provato noi, oppure Mercury, che corrisponde ad un grigio chiaro.
Entrambi i modelli sono in lega di alluminio e hanno il logo di Razer inciso sulla parte superiore, dettagli verdi per le porte USB-A 3.2 e un cavettino intrecciato di 20 cm.

Le porte di Razer USB C Dock

Le dimensioni sono invece più generose rispetto a gran parte della concorrenza: 130 x 70 x 15.5 mm per 185 grammi.
Giustificati, a nostro avviso, dagli ingressi presenti: da un lato abbiamo un USB-C 3.2, due porte USB-A 2.0, il jack da 3,5 mm con supporto al Surround 7.1 e lo slot per SD e micro SD, dall’altro invece ci sono le già menzionate porte USB-A 3.2, un HDMI – che arriva a 4K e 60 Hz e che in FullHD regge anche i 240 Hz – e un RJ45 per la connettività. Infine abbiamo su uno dei lati corti un USB-C per il power delivery fino a 100W, che permette quindi di alimentare il vostro computer.
In sostanza potete attaccare Razer USB-C Dock all’unica porta del vostro portatile senza rinunciare ad alimentarlo. Lui e tutti gli altri device collegati.

La prova sul campo

Abbiamo passato parecchi giorni in compagnia di Razer USB-C Dock e indubbiamente soddisfa gran parte delle nostre esigenze, la prima delle quali è la trasportabilità. Nonostante le dimensioni sta comodamente in qualsiasi zaino, così potete portarlo in viaggio o semplicemente in treno mentre andate al lavoro o all’università.

Razer USB-C Dock recensione: gli altri ingressi

Quando siete lontani da casa siete liberi di collegare tutto ciò di cui avete bisogno senza sacrifici di sorta, sia su Windows che su MacOS. Forse l’unico limite in questo senso è la presenza di un solo USB-C, che per altro non trasmette il segnale video.
Da un lato ci ha fatto storcere un po’ il naso perché andiamo verso un mondo in cui quello sarà lo standard per molti prodotti, dall’altro però siamo ancora circondati da device che usano l’USB-A, il che significa che averne 4 vi permette di stare davvero tranquilli, anche quando dovete dedicarvi ad attività come lo streaming video che richiede spesso un microfono, una webcam, un altro monitor e così via.
La stessa cosa potremmo dirla per il gaming, considerando che avete il grande plus di arrivare a 240 Hz, un dato che dovrebbe soddisfare anche i videogiocatori più competitivi e persino i professionisti.

Il Power Delivery In di Razer USB-C Dock

L’hub di Razer torna utile anche a casa e non solo su un laptop. Spesso infatti ci troviamo a corto di porte persino sul computer fisso e qui l’USB-C Dock dell’azienda americana può correre in vostro aiuto. O darvi gli ingressi per le SD che sono quasi sempre assenti su PC desktop.

Razer USB-C Dock recensione: conclusione

Razer USB-C Dock è indubbiamente un prodotto comodo, utilissimo e molto versatile, adatto a chi lavora, a chi gioca e a chiunque abbia bisogno di tante ingressi, in mobilità come tra le mura domestiche.
Offre ottime prestazioni in tutte le condizioni e in più un corpo solido e leggero.
Certo, non è il più economico sul mercato: 139 € non sono pochi ma è un investimento che vale la pena fare se avete davvero bisogno di tutte queste porte e di questo livello di prestazioni.

Razer USB-C Dock - 11 porte con HDMI, Gigabit Ethernet,...
  • Design con 11 porte - USB-C, HDMI, Gigabit Ethernet, microSD e altro: Grazie a 4 porte USB-A, Gigabit Ethernet, HDMI,...
  • Uscita schermo con 4K a 60 Hz - Supporto monitor esteso tramite HDMI per ogni configurazione: Date alla vostra...
  • Connessione jack da 3,5 mm - Con un suono surround coinvolgente e preciso: L'audio surround 7.1 all'avanguardia...

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Erika Gherardi

Amante del cinema, drogata di serie TV, geek fino al midollo e videogiocatrice nell'anima. Inspiegabilmente laureata in Scienze e tecniche psicologiche e studentessa alla magistrale di Psicologia Clinica, dello Sviluppo e Neuropsicologia.

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