Un altro razzo di SpaceX esplode durante l’atterraggio. Stavolta è toccato alla navicella Starship SN11, prototipo lanciato alle ore 9.15 (ora locale) di martedì 30 marzo dalla base di Boca Chica Village, in Texas. Ed è il quarto insuccesso consecutivo.
Esplode il razzo SN11 di SpaceX: l’incidente
Il problema tecnico, non ancora specificato dai vertici dell’azienda con sede a Hawthorne, avrebbe riguardato il motore. L’avaria non ha permesso alla navicella di mettersi nella posizione verticale necessaria a completare la manovra di atterraggio. E così l’SN11, razzo alto 50 metri alimentato da tre motori Raptor, ha preso fuoco in volo.
La nebbia non ha consentito di vedere bene le varie fasi del lancio. L’ascesa è proseguita comunque senza intoppi, ma è nella fase di avvicinamento alla base che sono cominciati i problemi. Sino all’esplosione, a circa 500 metri dal suolo.
Pochi minuti dopo il decollo, il live streaming con cui si poteva seguire il lancio dal sito ufficiale di SpaceX si è interrotto. Da lì a qualche istante, il commentatore ha detto agli spettatori che: “Starship 11 non tornerà, non aspettatevi di vedere l’atterraggio. Sembra che abbiamo perso tutti i dati dal veicolo.”
L’esplosione dello Starship SN11 è avvenuta nei cieli del Texas. La base di Boca Chica Village è situata venti miglia a est di Brownsville. Il sito di lancio, pomposamente inaugurato nel settembre del 2014, non ha portato bene a Elon Musk, che continua a inanellare fallimenti.
L’SN11 e il Medium Altitude Flight Test
La missione della navicella SN11 si chiamava Medium Altitude Test Flight. Prevedeva un’ascesa sino a 10 chilometri di altitudine seguita da una caduta controllata e dall’atterraggio.
Il decollo, inizialmente previsto per lunedì 29, è stato posticipato di un giorno (con tanto di immancabile annuncio di Musk su tweet). Il motivo è da ricercare nel mancato arrivo in tempo utile alla base di lancio dell’ispettore della Federal Aviation Administration.
La reazione di Elon Musk
Davanti al quarto insuccesso consecutivo del lancio di una navicella del progetto Starship, e ai costi dell’ennesima operazione finita male, bisogna essere l’uomo più ricco del mondo per reagire con ironia.
“Almeno il cratere è nel posto giusto”, ha infatti dichiarato il patron di SpaceX in un tweet. Che riferendosi alla manovra non riuscita ha aggiunto: “Sembra che il motore due abbia avuto problemi in salita e non abbia raggiunto la pressione della camera operativa durante l’atterraggio. Ma, in teoria, questo non era necessario. Qualcosa di significativo è accaduto poco dopo l’inizio della landing burn. Dovremmo sapere di cosa si è trattato, una volta che potremo esaminare i pezzi. E questo avverrà più tardi, nel corso della giornata”.
Musk ha subito guardato avanti, annunciando in un altro tweet che a giorni un’altra navicella, la Starship SN15, sarà portata in rampa. Questo nuovo prototipo “incorpora nel design centinaia di miglioramenti alla struttura, al software e ai motori. Si spera che uno dei miglioramenti sistemi anche questo problema” ha spiegato Musk riferendosi al Raptor che ha causato l’esplosione dell’SN11. “In caso contrario, le modifiche saranno apportate nel giro di pochi giorni”.
I tre precedenti insuccessi
Come dicevamo, l’SN11 non è il primo razzo di SpaceX che esplode in volo.
Si tratta anzi del quarto fallimento consecutivo. Ha iniziato l’SN8 lo scorso 9 dicembre. Poi, l’1 febbraio, lo schianto della navicella SN9. A un’altezza di circa 10 chilometri, e sempre per problemi sopraggiunti all’inizio della fase di atterraggio.
Anche allora, Elon Musk aveva reagito con aplomb e ottimismo, rimandando tutti al successivo lancio dell’SN10. Che però non ha avuto una sorte migliore: il 4 marzo il terzo prototipo ha compiuto correttamente tutte le fasi, atterraggio compreso. Salvo esplodere pochi minuti dopo.
Il progetto SpaceX
Elon Musk ha ideato SpaceX nel 2002, con la volontà esplicita di creare le tecnologie necessarie a ridurre i costi dell’accesso allo spazio. E col sogno – ribadito anche recentemente su Clubhouse – di poter far approdare, in futuro chissà quanto lontano, l’uomo su Marte.
Tredici anni di lanci e una spesa complessiva superiore a un miliardo di dollari sembrano davvero i segnali di un progetto ambiziosissimo e a lungo raggio.
I prototipi che sinora hanno fallito dovrebbe portare a una versione finale dello Starship che sarà mossa da 6 motori alimentati a metano. L’altezza della navicella sarà di 50 metri e il diametro di 9. Il decollo dovrebbe avvenire grazie a un razzo di 72 metri, che SpaceX starebbe sviluppando.
Ma per ora, visti gli esiti dei primi lanci, le stelle stanno ancora a guardare.
Ultimo aggiornamento 2024-10-06 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
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