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Recensione Crackdown 3: il piacere della distruzione

Abbiamo accompagnato il Comandante Jaxon nella sua crociata contro l'organizzazione Terra Nova. Ecco com'è andata.

La storia di Crackdown 3 è piuttosto travagliata. Il titolo fu annunciato all’E3 2014, mostrato per la prima volta alla Gamescom del 2015 e programmato per il 2016. Ovviamente le cose non sono andate come previsto: il gioco infatti è stato rimandato per ben 3 volte ma ora, dopo quasi 5 anni, ci siamo. Crackdown 3 è finalmente disponibile e pronto a portare morte e distruzione sulle Xbox One di tutto il mondo.

Conoscete Terry Crews?

Dieci anni dopo gli eventi di Crackdown 2, un mastodontico attacco terroristico lascia al buio il mondo intero, o quasi. L’unica città ad avere ancora energia è New Providence, un centro urbano situato su una piccola isola e gestito da una misteriosa organizzazione chiamata Terra Nova. New Providence si prepara così ad accogliere migliaia di sfollati, prelevati nel bel mezzo del nulla e trasportati verso le loro nuove abitazioni.

Naturalmente niente è come sembra. New Providence non è il paradiso che tutti si aspettavano e Terra Nova è in realtà guidata da spietati scienziati e criminali. Ben presto un gruppo di ribelli inizia a radunarsi, organizzarsi e a dotarsi di un’evoluta tecnologia che consente loro di compiere un vero miracolo: riportare in vita il Comandante Jaxon, uno dei più valorosi membri dell’Agenzia.

A dare corpo e voce a questa macchina da guerra umana è Terry Crews. Ex giocatore di football, culturista e attore (vi suggerisco Brooklyn Nine Nine se ancora non l’avete visto), Crews è davvero perfetto nel ruolo di Jaxon. Palestrato e agguerrito, il comandante dell’Agenzia è però un protagonista insolitamente silenzioso. Il nostro eroe infatti parla davvero pochissimo. In compenso però  riesce ad annientare tutti i nemici che provano ad intralciarlo, dandovi una scarica di potere e adrenalina ogni volta che brandite una nuova futuristica arma o distruggete un agguerrito nugolo di nemici.

Botte da orbi

Il comparto narrativo di Crackdown 3 non va molto oltre quanto già spiegato. La storia, che risulta piuttosto semplice e poco originale, viene principalmente illustrata da una serie di sequenze che sbloccherete annientando i vari punti strategici della città. Il vostro compito infatti sarà proprio questo. Non ci sono missioni principali o missioni secondarie, ma solo obiettivi più o meno utili a raggiungere il vostro scopo e a potenziarvi.

Mi spiego meglio. Nel menù di gioco troverete l’elenco dei bersagli, ossia di tutti i capi di Terra Nova. Ognuno di essi può essere indebolito prendendo di mira posti specifici come le posizioni delle milizie, gli stabilimenti chimici o le stazioni delle monorotaia. Tutto questo significa che passerete gran parte della campagna a gironzolare per la città uccidendo i vostri nemici e conquistando i punti strategici sparsi per New Providence. Il gameplay risulta così poco variegato e fatto principalmente di scontri armati, ma vi assicuro che è perfetto per divertirvi e scaricare le tensioni della giornata.

A disposizione naturalmente avete un arsenale che andrà via via rimpinguandosi. La mappa infatti nasconde nuove pistole, fucili, lanciarazzi e gadget, tutti da sperimentare in battaglia per scoprire quali si adattano maggiormente al vostro stile di gioco. Attenzione però: scegliete con cura. Il Comandante Jaxon infatti potrà portare con sé solo 3 bocche di fuoco e un oggetto a vostra scelta. Questo non significa ovviamente che non potrete modificare il vostro arsenale, ma che per farlo dovrete raggiungere un punto di rifornimento. A New Providence ne trovate diversi, ma naturalmente le battaglie più ardue, incluse quelle contro i boss, non vi offriranno la possibilità di raggiungere uno di questi luoghi, quindi cercate di pianificare prima la vostra strategia.

Accanto all’immancabile equipaggiamento troviamo poi le abilità del nostro protagonista. Sono 5 – agilità, armi da fuoco, forza, esplosivi e guida – e la maggior parte verranno potenziate semplicemente combattendo. Fanno eccezione solo agilità e guida. La prima aumenterà trovando una serie di sfere sparse per le diverse aree dell’isola e vi consente di correre più velocemente e saltare più in alto e più lontano. La seconda invece vi permette di sequestrare veicolo via via più potenti, di andare più veloci e di subire più danni mentre siete al volante. Tutto questo però a patto che siate disposte ad investire il vostro tempo in manovre e acrobazie, tutte azioni che vi faranno guadagnare punti preziosi.

A queste due skill sono dedicate tra l’altro due attività peculiari. Da un lato infatti abbiamo le corse in auto,  dall’altro invece quelle a piedi, entrambe basate sulla stessa logica: completare il percorso nel minor tempo possibile e guadagnarsi una medaglia di bronzo, argento od oro.

La magia del cell-shading

Le vostre avventure saranno accompagnate da una splendida grafica in cell-shading che contrasta ed esalta l’aspetto avveniristico di New Providence e quello massicio del protagonista, dei robot e di tutti quei mech che dovrete distruggere. Insomma, Crackdown 3 è un piacere per gli occhi, sia di giorno, quando potrete apprezzare la maestesità dei palazzi e la decadenza della periferie, sia di notte, quando i neon diventeranno impossibili da ignorare.

Da applausi poi la scelta di sfruttare maggiormente la verticalità. Il nostro eroe infatti può arrampicarsi sui palazzi, piombare sui nemici dall’alto, raggiungere le torri dedicate alla propaganda e godersi qualche piacevole – e non sempre semplice – sezione platform. Insomma, non limitatevi a passeggiare per le strade ma salite su qualsiasi cosa attragga la vostra attenzione.

Il gioco comunque non è perfetto. Occasionalmente infatti ho incontrato qualche lag e bug, ma nulla di tutto questo renderà l’esperienza meno divertente.

Spendo infine due parole sul comparto audio. Gli effetti sono sicuramente ben realizzati ma la colonna sonora risulta davvero poco memorabile. Pollice verso il basso anche per la mancanza del doppiaggio in italiano: le esclusive Xbox ultimamente sono davvero poche, perché quindi non dedicare il miglior trattamento possibile a questi pochi titoli?

Distruggiamo tutto

Il punto forte di Crackdown 3 però è l’estrema distruttibilità dell’ambiente, caratteristica che troviamo principalmente nella modalità multiplayer. Il motivo? Ve lo spiego subito: il comparto online, battezzato Zona di Distruzione, è sfrutta tutta la potenza del cloud e di Microsoft Azure per consentirvi di radere al suolo qualunque cosa.

Sì, avete capito bene: ogni elemento della mappa – inclusi soffitti e pareti – può essere abbattuto con un pugno ben assestato. Tutto questo vi permette di tagliare la strada ai nemici, sorprenderli o difendervi sfruttando le macerie. Un elemento che ho trovato particolarmente innovativo seppur inserito in una cornice non troppo originale.

Mi spiego meglio. La Zona di Distruzione include due modalità: la prima si chiama Cacciatori di Agenti, la seconda Territori.  Cacciatori di Agenti somiglia un po’ all’Uccisione confermata di Call of Duty, con squadre 5 vs 5 che accumulano punti recuperando gli stemmi persi dagli avversari abbattuti.  Territori invece è un Cattura la bandiera un po’ movimentato. Le aree da conquistare infatti vengono generate gradualmente, cosa che vi costringerà a muovervi spesso e molto rapidamente.

Il risultato è tutto sommato divertente ma forse poco stimolante. In palio infatti c’è solo la gloria. Niente armi, skin o riconoscimenti di qualsiasi genere.

Crackdown 3: comprarlo o non comprarlo?

Mi riservo di rivedere il mio giudizio finale dopo aver provato il comparto online, ma al momento posso dirvi che Crackdown 3 mi è davvero piaciuto, nonostante alcuni evidenti limiti. Cinque anni di sviluppo sono tanti e arrivare al traguardo con una storia claudicante e persino un po’ banale porta con sé un po’ di sana delusione. A conti fatti però, messe da parte le aspettative, il gioco di Sumo Digital risulta davvero godibile, divertente e tutto sommato impegnativo, almeno alle difficoltà più alte.

Crackdown 3

Pro Pros Icon
  • Gameplay divertente e antistress
  • Bello lo sviluppo in verticale
  • Affascinante la grafica in cell-shading
  • Terry Crews è un comandante Jaxon perfetto
Contro Cons Icon
  • Comparto narrativo poco sviluppato e poco originale
  • Manca un po' di varietà
  • Colonna sonora poco incisiva

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Erika Gherardi

Amante del cinema, drogata di serie TV, geek fino al midollo e videogiocatrice nell'anima. Inspiegabilmente laureata in Scienze e tecniche psicologiche e studentessa alla magistrale di Psicologia Clinica, dello Sviluppo e Neuropsicologia.

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