Ci siamo, è arrivato il momento per la PlayStation 5 di splendere. La console di nuova generazione, o meglio, attuale generazione di casa Sony ha passato troppi mesi dal suo lancio senza particolari videogiochi di impatto. Dal suo annuncio, Returnal sembrava l’esclusiva giusta per far vedere il potenziale della PS5 a tutti i videogiocatori là fuori. Scopriamo come si è comportata la nuova intrigante IP di casa sviluppata da Housemarque, in questa recensione di Returnal.
La nostra recensione di Returnal: un mondo nuovo, sempre
In Returnal verremo trasportati nel misterioso e inquietante Atropo, un pianeta sconosciuto in cui Selene, la protagonista del gioco, è precipitata con la sua navicella esplorativa. Avendo perso tutti i contatti con la nave madre, Selene inizia ad esplorare una foresta aliena costellata dai resti di un’antica civiltà aliena. Il pianeta è però abitato anche da creature xenomorfe tutt’altro che amichevoli che le si pareranno davanti lungo il suo cammino. Selene è partita infatti alla ricerca della fonte di un misterioso segnale che potrebbe portarla alla salvezza e alla scoperta di più informazioni sul pianeta alieno.
Ma un incontro inaspettato sconvolgerà il nostro viaggio: il nostro stesso cadavere. Atropo si trova infatti intrappolato in un bizzarro loop temporale che ci riporta nel luogo dello schianto della nostra astronave ogni volta che muoriamo. Inoltre, le aree e le zone che avevamo esplorato prima di fallire la nostra missione, sono cambiate. La conformazione della terra è diversa, le creature nemiche sono ricomparse e oggetti e strutture che prima si trovavano in determinati punti, non ci sono più.
E non è finita qui. Il passato di Selene si trova inspiegabilmente sul pianeta alieno intessendo rete di misteri che aspettano solo di essere svelati. Ma inizierà per la protagonista un viaggio tutt’altro che semplice. Alla scoperta di queste alterazioni spazio-temporali, Selene dovrà fare i conti con degli ambienti ostili, delle creature pericolose e con il suo passato…o il suo futuro?
Azione e proiettili a non finire
Siamo di fronte ad un videogioco sparatutto con elementi rogue-like molto particolare che riesce ad elevare le classiche meccaniche di questi due genere con varianti di gioco interessanti. All’inizio della nostra avventura, avremo a disposizione una semplice pistola per difenderci dai nemici che potremo presto sostituire con armi aliene trovate sul pianeta. Shotgun, fucili automatici e carabine caratterizzano l’arsenale che può essere trovato e di cui potremo specializzarci. Più useremo una determinata tipologia di armi, infatti, più aumenterà la nostra abilità nell’usarli avendo così la possibilità di acquisire dei vantaggi estremamente utili.
Queste armi ci aiuteranno infatti a difenderci dai nemici presenti su Atropo, tantissimi. Ognuno di essi, che siano creature xenomorfe, torrette o droni, hanno un proprio set di mosse e armi che ci daranno non poco filo da torcere. Alcuni nemici sono in grado di effettuare violenti balzi per attacchi corpo a corpo mentre altri potranno lanciarci miriadi di proiettili e sfere di energia contro di noi. In numerose occasioni e soprattutto nelle boss-fight, dovremo infatti affrontare centinaia e centinaia di proiettili in perfetto stile bullet hell.
Fortunatamente la nostra Selene, grazie alla sua tuta altamente tecnologica, sarà in grado di saltare ed effettuare rapidi scatti per schivare i proiettili e spostarsi in zone più “tranquille”. Le virgolette sono dovute alla difficoltà del gioco via via sempre più elevata che ci riporterà tante, tantissime volte al punto di inizio facendoci perdere tutto il nostro equipaggiamento. La morte infatti, che non rappresenta la fine del gioco, è sicuramente un elemento che vorremmo evitare a tutti i costi. Qualsiasi progresso in termini di barra d’energia, armi trovate, zone esplorate, chiavi e manufatti scoperti, verranno completamente azzerati senza.
Armi e apprendimento
Come anticipato, ogni tipologia presenta un livello di Competenza. Più si utilizza una determinata arma, più la nostra competenza aumenta garantendo determinati vantaggi, ma attenzione! Anche la competenza sparirà dopo al morte. Ogni arma ha tre caratteristiche primarie: Danni Bonus, Proiettili di sovraccarico e Cadenza di Tiro. La loro potenza cambierà a seconda dal nemico che lascerà cadere l’arma o a seconda dell’area in cui ci troviamo.
Oltre ad un attacco primario, ogni arma possiede anche un attacco secondario molto più potete che viene attivato grazie al Trigger adattivo sinistro (L2). L’attacco secondario ha un cooldown e può variare a seconda dell’arma utilizzata. Si passa da una granata esplosiva ad un fascio di fulmini ad area fino ad un potentissimo attacco di precisione.
Un altro elemento utile in combattimento è il sistema dell’Adrenalina. L’Adrenalina di Selene aumenta ogni volte che uccide un nemico fino a salire ad un livello massimo di 5. Ad ogni livello l’adrenalina garantisce vantaggi estremamente utili in combattimento come attacco potenziato, visione migliorata e molto altro. Ad ogni colpo subito, salvo particolari oggetti nell’inventario, l’adrenalina si azzera.
Recensione di Returnal: Elemento Multiplayer
Nel gioco è presente anche una funzione multiplayer che non ci ha particolarmente emozionato. Sfruttando il pretesto del loop temporale, quando online, il gioco ci permette di scoprire i cadaveri dei giocatori che sono stati uccisi in quel punto. Rievocando il ricordo della sua morte, saremo in grado di vendicare la Selene del passato provando a eliminare chi l’ha uccisa e guadagnare preziose risorse.
Si tratta di un sistema tutto sommato piacevole, un po’ alla Dark Souls, che non aggiunge però, particolarità al gameplay o alla trama, già molto ricca. Si tratta sicuramente di un grado di sfida maggiori per i videogiocatori più avvezzi alle prove.
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Un Ritorno senza fine (?)
Il ritorno continuo (che da il nome al gioco), si rivela essere però la caratteristica più interessante sia in termini di trama che di gameplay. Ad ogni morte, il sistema di generazione procedurale creerà nuove aree e livelli sempre diversi mantenendo alcuni luoghi chiave. Esistono tuttavia dei cavilli, come l’utilizzo di un particolare strumento alieno o oggetti particolari, come il misterioso astronauta, che ci permettono di ritornare in vita in quel determinato momento o in quel “ciclo” per non perdere tutti i progressi. Inutile dire che si tratta di situazioni molto rare e costose.
Su Atropo è presente infatti una risorsa chiamata Oboliti che possono essere usati come risorsa all’interno dei macchinari e fabbricatori alieni abbandonati. Qui Selene potrà potenziare la sua tuta, acquistare oggetti utili e molto altro. Altra risorsa importante è rappresentata dall’Etere, uno dei pochi oggetti che non svanisce con la morte, che aiuterà Selene in più occasioni.
A questi si aggiungono anche oggetti consumabili di vario tipo, reperti che potenziano passivamente le abilità di Selene e altro equipaggiamento. Tutto ciò, neanche a dirlo, sparirà dopo la morte.
Finalmente i controlli del DualSense
Negli scorsi mesi, abbiamo più volte elogiato le potenzialità del Dual Sense, il nuovo controller Sony introdotto con la PlayStation 5, ma pochi, pochissimi giochi le hanno effettivamente sfruttate. Fortunatamente Housemarque ha lavorato a stretto contatto con Sony per trarre il meglio dal Dual Sense, riuscendoci con successo. Ogni elemento che vediamo sullo schermo, viene riflesso sulle nostre mani dalla magia del DualSense, dallo sparo delle armi, ai colpi che subiamo, fino alla pioggia che picchietta sulla nostra tuta.
A dare man forte alle sensazione del DualSense ci pensa l’audio 3D che proviene dal controller che riesce a regalarci un suono a 360°, supportata dalla vibrazione che aumenta o diminuisce a seconda delle azione che facciamo. Non manca, come anticipato, il supporto ai trigger adattivi, sfruttati a dovere. Con il trigger sinistro avremo modo di attivare sia la mira, premendo il trigger fino a metà, sia l’attacco secondario dell’arma, premendolo il trigger fino in fondo. Si tratta di un piccolo dettaglio che da un importantissimo valore all’immersività.
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La potenza della PlayStation 5
Oltre al DualSense, Returnal sfrutta anche le potenzialità della PlayStation 5. L’Unreal Engine 4 riesce a dare il meglio di se grazie alla potenza della macchina, regalandoci ambientazioni e animazioni eccezionali e una fluidità senza pari. Alcune texture, soprattutto della vegetazione, non sembravano proprio “next-gen” ma nel complesso, considerando anche il clima altamente frenetico, ogni minuto di gioco è proseguito liscio, senza nessun tipo di bug o intoppi. Senza contare la totale, apprezzatissima assenza di schermate di caricamento. Addio caro vecchio “Loading”!
Le ambientazioni di Atropo sono sicuramente una delle caratteristiche grafiche che saltano subito all’occhio. I sei biomi che andremo ad esplorare sono uno più bello dell’altro e sono riusciti a farci immergere totalmente nel gioco grazie alle loro caratteristiche, alle strutture e ai mostri presenti. Un vero e proprio viaggio.
La recensione di Returnal in pillole
Nonostante le diffidenze iniziali, Returnal ci ha rapito. Ogni elemento di gioco è votato ad una grande varietà di armi, nemici e ambientazioni che riesce ad equilibrare un gameplay pressoché simile per tutto il gioco. Boss sempre più forti, armi sempre più potenti e gadget che vi faranno guadagnare nuove abilità, riescono a mantenere alto l’interesse dei giocatori. A ciò si aggiunge il grandissimo fascino di una trama avvincente che non vediamo l’ora di lasciarvi scoprire.
PRO
- Trama avvincente
- Gameplay vario ed equilibrato
- Particolare sistema di morte e respawn
- Fluidità e prestazioni all’ordine del giorno
CONTRO
- A tratti molto difficile
- Multiplayer abbastanza piatto
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