La rivisitazione per il servizio streaming della grande N rossa, scritta e diretta da Steven Zaillian e tratta dal romanzo di Patricia Highsmith, riscopre il personaggio del truffatore Tom Ripley, con un salto nel passato direttamente al 1961. Ripley, titolo della serie appunto tratto dal nome stesso del protagonista, segue quest’uomo attraverso New York, fino ad arrivare in diverse zone d’Italia. Ma questa serie non ci ha di certo catturato solo per la presenza del nostro Paese sullo schermo. Gran parte del lavoro è dovuto a una cura registica e stilistica degne di nota, di cui vorremmo raccontarvi di più in questo appuntamento con Trending on Streaming.
Ripley, la potenza delle bugie e la raffinatezza di un’ossessione
Un appartamento misero, infestato dai topi. Questa è la dimora di Tom Ripley, che cerca di guadagnarsi da vivere realizzando documenti falsi. Il mondo praticamente non sa della sua esistenza, finché incontra un investigatore privato che si presenta con una proposta “che non può rifiutare”. Soprattutto considerate le sue condizioni. Tom accetta la missione di viaggiare in Italia con il compito di convincere il ribelle Dickie Greenleaf, un artista dalle dubbie competenze, a tornare a casa dal padre.
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Tom ha per le mani un’occasione importante per cercare di smarcarsi da un’esistenza banale, provando ad assaggiare lo stile di vita sfarzoso delle classi sociali più agiate. Per riuscire nella sua impresa, cerca di ingraziarsi Dickie e la sua partner Marge, aspirante scrittrice e fotografa. Ma è un attimo che l’ossessione di Tom prenda il sopravvento e avviluppi chiunque in una serie di frodi e inganni, senza dimenticare gli omicidi, perpetrati tra Atrani, Roma, Venezia e Sicilia…
Ripley contro Ripley
In questi otto episodi, alcuni dalla durata considerevole di oltre un’ora, viviamo perennemente in un contesto più cupo e sinistro, difficile da digerire, rispetto al precedente lavoro dedicato a questa storia, Il talento di Mr. Ripley, con Matt Damon e Jude Law. Questo prodotto seriale ci conduce a scoprire la mente disturbata e difficile da comprendere di un uomo che turba e mette in difficoltà chiunque.
In particolare, questo Ripley di Scott è più avanti con l’età, più consumato dall’invidia e dalla frustrazione rispetto alla versione più giovane di Matt Damon, senza dimenticare anche il personaggio interpretato da John Malkovich ne Il gioco di Ripley. Ora è Andrew Scott a buttarsi in questo tentativo, e lo fa con una presenza quasi infestante, nella vicenda e nelle inquadrature.
Luci e ombre in bianco e nero
Il Tom Ripley di Scott non vuole essere carismatico o affascinante, Lui è un sociopatico divorato dal senso di inferiorità e dall’invidia. Il modo in cui le scene del delitto vengono ripulite fa trapelare solo calma e impassibilità, volutamente molto lunghe e dettagliate, oltre a evidenziare la sua fredda calma.
Oscurità dell’animo e delle scene accentuate anche dallo stile in bianco e nero scelto dallo sceneggiatore Steven Zaillian, già autore di Schindler’s List e The Night Of. Si rifà così a La dolce vita di Fellini (per l’ambientazione in Italia degli anni Sessanta) e ai gialli di Hitchkock per il genere di narrazione, regalandoci un’atmosfera noir che sottolinea sia l’ambiguità morale della storia, sia l’omaggio ai classici cinematografici, senza però rendere stucchevole questo lavoro. Una scelta che rende ancor più pesante la storia narrata, ma sicuramente avvincente.
Ripley: la nostra recensione della serie thriller su Netflix
In un contesto artistico pregno dell’Italia degli anni Sessanta, a partire da Il cielo di una stanza di Mina come colonna sonora e altri grandi classici dell’epoca, Ripley entra a gamba tesa nella libreria di Netflix portando con sé una ennesima rivisitazione di un personaggio che sa stupire e catturare ancora una volta. La serie lascia intravedere la raffinatezza di un uomo in realtà corroso nell’animo, ma che sa ripulire la scena del crimine, e non la sua anima, con cura nei dettagli. Una vita turbolenta e al contempo anonima, finché non ha dato il giro di boa che desiderava alla sua esistenza altrimenti destinata a marcire con i topo nel suo appartamento di New York. Un affascinante thriller che, al di là della complessità di ogni episodio, merita il nostro sforzo nella visione.
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