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La Russia blocca Instagram e gli influencer rimangono senza lavoro

"Essere influencer/YouTuber non è un vero lavoro" - è davvero così?

Di recente la Russia ha ufficialmente bloccato Instagram, costringendo molti influencer a rimanere senza lavoro. In particolare, nel corso del weekend, hanno fatto notizia alcune influencer che hanno pianto in diretta live, attirando verso di loro un’ondata di commenti negativi e terrificanti. Approfondiamo la questione.

La Russia blocca Instagram: molti influencer non sanno cosa fare

A partire dalla mezzanotte del 14 marzo 2022, i cittadini russi non potranno più accedere ad Instagram, piattaforma social di proprietà di Meta. La decisione arriva dopo che la società di Mark Zuckerberg ha dichiarato che non avrebbe più censurato commenti d’odio nei confronti dei soldati russi e di Vladimir Putin.

Mosca ha infatti aperto un procedimento penale contro il proprietario di Meta, bollandolo come “organizzazione estremista”. Al momento, Meta sostiene che più di 80 milioni di utenti in Russia sono destinati ad essere tagliati fuori da Instagram, facendo precipitare la fonte di reddito degli influencer nell’incertezza.

Questo significa, quindi, che molte influencer residenti in Russia non possono più postare foto, Stories o video: in poche parole, la loro attività lavorativa si interrompe e non sappiamo nemmeno per quanto tempo. Nel corso del weekend hanno fatto notizia varie blogger e influencer che hanno approfittato degli ultimi giorni di libertà sulla piattaforma per esprimere il loro disappunto verso questa decisione.

Una di loro, in particolare, ha ricevuto numerosi commenti negativi dopo aver affermato che “Instagram è la sua vita”. La giovane è stata accusata di preoccuparsi più della sua “busta paga che di migliaia di persone morte, compresi i suoi compatrioti”.

Rispondendo al suo video, una piattaforma chiamata NEXTA ha risposto: “Non le importa affatto delle migliaia di morti, compresi i suoi compatrioti. Ovviamente, la sua più grande preoccupazione in questo momento è che non sarà in grado di postare foto di cibo dai ristoranti”.

La clip dell’influencer è stata vista su Twitter oltre 1,3 milioni di volte. È stata addirittura condivisa dal segretario della salute della Gran Bretagna, Sajid Javid. Lei però non è l’unica ad aver fatto sentire la sua voce, nonostante le ondate di critiche e commenti non richiesti.

Altre modelle di Instagram con sede in Russia, come Liza Lukasheva e Anna Ivanova hanno condiviso, nel corso del weekend, messaggi di addio con i loro fan. Molti influencer russi si sono concentrati su come continuare la loro fonte di reddito chiedendo alla loro fanbase di seguirli altrove, come Telegram e VKontakte, che è l’equivalente russo di Facebook.

Nel suo ultimo post su Instagram Liza Lukasheva, che ha un milione di seguaci, ha scritto il suo addio:

Miei cari amici, Instagram sarà chiuso nel nostro paese nel prossimo futuro… nelle prossime ore. Sarò felice di rimanere in contatto con voi e continuare a fare contenuti per voi. Iscrivetevi al mio canale Telegram e alla mia comunità VKontakte. Prometto di comunicare con voi in inglese e di raccontarvi gli eventi della mia vita! Grazie di tutto.

Anna Ivanova, con 4,4 milioni di persone che la seguono su Instagram, ha detto in un post finale:

Milioni di storie, migliaia di post, migliaia di momenti felici che sono stati condivisi con voi, il vostro sostegno, l’amore, la musica che avrei potuto condividere con voi, tutto questo ci ha uniti in una grande insta-family. Quasi 5 milioni di persone e 10 anni… Sono sicura che tutto migliorerà e saremo ancora di più, ma per ora auguro a tutti noi solo pace e forza per sopravvivere a tutte le difficoltà. Vi aspetto nel mio canale Telegram e nel gruppo VK.

Fare l’influencer non è un lavoro?

Partiamo da un aspetto importante: al giorno d’oggi ci sono ancora molte persone che non considerano lavoro il mestiere dell’influencer. Quello dell’influencer è ancora un settore piuttosto nuovo e incompreso dal pubblico che non si trova a stretto contatto con la tecnologia e piattaforme come YouTube o Instagram.

Può piacere o no ma la verità è la seguente: essere influencer è un lavoro vero e proprio, che permette a molte persone di portare la pagnotta a casa. Nonostante si tratti ancora di un campo sconosciuto, non significa che non possa portare profitto a qualcuno. Quello dell’influencer è un lavoro piuttosto stressante e difficile, a differenza di quanto si possa pensare.

Non si tratta semplicemente di pubblicare una foto, un video o un reel sul proprio profilo. Quella è solo la punta dell’iceberg (un iceberg piuttosto grande, come ogni mestiere e lavoro). Fare l’influencer è un lavoro e nonostante possa rientrare nella categoria “lavoro dei sogni”, non è semplice. Insomma, nessun lavoro lo è.

Ora che abbiamo messo in chiaro questo aspetto, spostiamoci sulla live di questa influencer russa e sui commenti del mondo dei social media. Piangere in diretta live potrebbe risultare, sotto vari aspetti, abbastanza esagerato. Tuttavia, in una situazione strana e surreale come quella che stiamo vivendo è forse l’unico modo per farsi sentire.

La loro reazione è stata esagerata? Forse sì, forse no. Non possiamo dirlo perché non ci troviamo nei loro panni – ed è proprio per questo che dovremmo iniziare ad empatizzare un po’ di più.

Queste influencer sapevano cosa sarebbe accaduto una volta pubblicati video, post e dirette. Riteniamo che chi lavora con l’esposizione mediatica non sia così ingenuo da rischiare di ricevere critiche che potrebbero costargli non solo la carriera ma il benessere psicologico. Tutte queste influencer hanno i loro motivi per aver agito in quel modo: che poi questi motivi siano validi o meno, non crediamo che persone a caso nel mondo siano in grado di stabilirlo.

E questo perché non viviamo le loro vite e non sappiamo nulla.

Molti commenti hanno accusato queste influencer di preoccuparsi più della busta paga che dei morti che si stanno lentamente accumulando in entrambi i Paesi. Anche in questo caso, riteniamo che commenti di questo genere siano validi per metà. Preoccuparsi per ciò che sta accadendo è importante e non deve passare inosservato. Ciò che però non dobbiamo nemmeno perdere di vista è la nostra vita.

Quello che sta accadendo in Ucraina sta avendo, e continuerà ad avere, delle conseguenze negative per tutti noi. È quindi normale preoccuparsi della propria busta paga? Sì, è normale, legittimo e più che sensato. Che lo si voglia o no, i soldi servono per vivere e se un influencer ha come unica fonte di guadagno una piattaforma come Instagram, attualmente bloccata, perché insultarlo? I soldi sono una preoccupazione collettiva, che abbiamo tutti.

Supportare l’Ucraina è doveroso in un momento come questo ma non dimentichiamoci che anche i cittadini russi sono delle vittime. In un momento delicato come quello che stiamo vivendo non dobbiamo dimenticarci dell’empatia. Farebbe bene a tutti noi provare ad empatizzare un minimo con gli altri e riflettere sul perché stanno reagendo così, piuttosto che partire in quarta ed insultare senza conoscere le dinamiche.

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Commenti

  1. Vorrei dire due parole in merito perché questo articolo mi sembra al quanto obsoleto. Premetto che non sono una persona che va a insultare gli influencer perché sono una di loro anche se odio definirmi così. Ovviamente sostengo in tutti modi possibili l’Ucraina perché sono nata nel paese accanto anche se vivo all’estero da sempre, e forse il prossimo obiettivo sarà la mia casa natale senza alcun colpa se non quella di voler essere un paese libero. Per cui non trovo che giustissime le critiche a queste “influencer” preoccupate per la busta paga.
    1. perché lavorare come influencer è una forma di imprenditoria, per cui se crei un’azienda sai che puo’ fallire per motivi, è un rischio, maggior ragione se è una piattaforma il cui CEO non sei tu (le regole le detta META per intenderci)
    2. Conosco pochissime influencer con quei numeri che hanno fonti di reddito solamente da instagram e se anche così fosse, le cifre che si guadagnano sono talmente grandi che sinceramente anche se non lavorassero per un anno non dovrebbero smettere di mangiare ostriche e champagne.
    3. Nessuna di loro si è sprecata a dire mezza parola a favore di quello che succede in Ucraina (nemmeno tra un pianto e l’altro per la chiusura di instagram, come se tutti gli fosse dovuto) grazie a un leader eletto da loro più o meno indirettamente, mentre ci sono giornalisti che rischiano il carcere per mostrare cartelli “NOWAR” su reti nazionali.
    Per cui.. a qualcuno dovrebbe interessare il loro pianto? Spero proprio di no. Si tratta di buonsenso oserei dire.

    1. Buongiorno! Il focus dell’articolo in realtà è la questione degli insulti. In una situazione simile, non stiamo assolutamente affermando che “il pianto di queste influencer” debba essere il nostro obiettivo e l’unico argomento su cui soffermarci, ci mancherebbe. Stiamo solo spiegando, secondo il nostro umile punto di vista, perché non ha senso insultare le persone. Il nostro compito è quello di raccontare quello che accade “sul web”. Poiché si tratta di un settore in cui operiamo anche noi, ci sembrava il caso di approfondire l’argomento, analizzando cause e conseguenze. In ogni caso ti ringraziamo per aver condiviso la tua opinione con noi, te ne siamo grati.

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