fbpx
AttualitàCultura

La Russia e i social tra censure e timori: ecco perché YouTube e WhatsApp funzionano ancora

Cosa c’è dietro le scelte di Mosca

La Russia e i social stanno combattendo uno scontro curioso e mutevole. Anche se in tempi di guerra vera il verbo combattere, ci rendiamo contro, andrebbe maneggiato con estrema cautela.

Eppure censure, controcensure e autocensure delle piattaforme social sono a tutti gli effetti parte del conflitto. Che, lo stiamo scoprendo giorno dopo giorno, si consuma non solo attraverso le armi ma anche tramite le dichiarazioni, le denunce e le fake news. Fenomeno che si è moltiplicato in modo esponenziale ora che i social, per la prima volta, sono stati eletti a megafono di un conflitto, pur con tutti i rischi e i limiti del caso.

C’è poi una questione nella questione, all’interno del rapporto tra la Russia e i social. Due colossi del settore, YouTube e WhatsApp, sembrerebbero ancora attivi senza grosse limitazioni. Come mai, considerando poi che WhatsApp fa parte del gruppo Meta, i cui social storici – Facebook e Instagram – sono stati banditi da Mosca?

La Russia e i social bloccati

Prima di considerare i casi di YouTube e WhatsApp, è bene fare una panoramica dei social che in Russia sono stati bloccati, o hanno scelto di sospendere i servizi.

Mosca ha scelto di oscurare Instagram e Facebook, e addirittura di fare causa al gruppo Meta, reo – sembra una battuta di pessimo gusto – di non oscurare i messaggi d’odio contro il regime.

Tutto nasce dalla decisione dell’azienda di Mark Zuckerberg, forse opinabile, di applicare una maggiore indulgenza a post che contenessero messaggi violenti verso il governo russo. Dopo le perplessità espresse anche dall’Alto Commissario per i diritti umani dell’Onu, Meta in una nota ufficiale ha chiarito la propria posizione.

“Al fine di rimuovere qualsiasi ambiguità sulla nostra posizione, stiamo ulteriormente restringendo la nostra linea guida per rendere esplicito che non consentiamo auguri di morte a un capo di stato sulle nostre piattaforme.” Queste le parole di Nick Clegg, a capo degli affari globali di Meta. È stato poi esplicitato che verranno tollerati solo i post di protesta contro le forze armate russe, e soltanto se provenienti da account ucraini.

Eppure, ciò non è bastato a persuadere il Comitato investigativo russo, che ha aperto un procedimento penale contro l’azienda di Menlo Park, accusandola di “attività estremistica”.

youtube

Tra limitazioni e atteggiamenti controversi

Dall’inizio del conflitto, l’accesso ai contenuti di Twitter (proprio come stava accadendo con Facebook) è stato limitato. Anche se la piattaforma ha trovato un modo per aggirare il problema, sfruttando il browser Tor.

Poi c’è il comportamento quanto meno ambiguo di TikTok, al quale abbiamo dedicato un articolo. Il social cinese in un primo momento era stato eletto (assieme a Instagram) a strumento di denuncia in mano ai cittadini ucraini sotto assedio. Eppure, dopo la legge anti fake news voluta dal Cremlino, che prevede pene sino a 15 anni di detenzione per i trasgressori, TikTok sembra ora essersi spostato radicalmente. E alcuni report segnalano come stia censurando i contenuti in qualche modo critici verso il governo.

YouTube e WhatsApp

E veniamo ora ai due social che in Russia pare circolino ancora senza limitazioni: YouTube e WhatsApp. Curioso soprattutto che ciò avvenga per il social di messaggistica che fa parte del gruppo Meta. Perché, quindi, tutta questa libertà d’azione?

WhatsApp e la Russia: una questione di numeri

Con i veti a Facebook, Twitter e Instagram, la Russia ha bloccato i social meno diffusi tra la popolazione. Basti pensare che gli utenti di Instagram sono 60 milioni e quelli di Facebook 30. I due bacini, sommati, superano di poco il numero complessivo degli utenti che in Russia adoperano WhatsApp: circa 84 milioni.

Quindi, il mantenimento delle piene funzionalità di WhatsApp è dovuto al fatto che una censura della piattaforma più utilizzata sarebbe una mossa troppo destabilizzante per il governo. Oltre al fatto che comporterebbe un ulteriore passo verso l’isolamento tecnologico. Come se già non bastassero le pesanti sanzioni comminate da governi e aziende.

È quindi poco plausibile la tesi, circolata in un primo momento, per cui WhatsApp avrebbe aggirato la censura in quanto social più intimo e meno usato in chiave politica.

Dunque non convince la motivazione della Corte sulla censura a Facebook e Instagram. Che così specifica: “La decisione non si applica alle attività dell’app di messaggistica di Meta WhatsApp, per via delle mancanze di funzionalità che permettano di disseminare le informazioni.”

Su WhatsApp sappiamo infatti che si possono veicolare video, audio e informazioni di qualunque tipo.

YouTube, la Russia e la popolarità

Il dubbio che il tipo di contenuti veicolati c’entri poco con la decisione di Mosca è avvalorato dal fatto che la Russia sta lasciando a un altro social una pressoché assoluta libertà: YouTube. Eppure si tratta della piattaforma che per antonomasia diffonde video amatoriali. Il fatto è che YouTube è il secondo social media più scaricato nel Paese dopo WhatsApp.

In questo senso si è espresso con estrema chiarezza Leonid Volkov, cofondatore di Internet Protection Society, società per i diritti digitali. Ha detto Volkov: “Nonostante il fatto che YouTube stia violando ogni possibile regolamentazione su Internet in Russia, non è bloccato e non verrà bloccato, perché il pubblico è troppo vasto“.

Anche i regimi, dunque, temono l’impopolarità.

Da non perdere questa settimana su Techprincess

🌍 Giornata della Terra: ciascuno può dare il suo piccolo contributo per salvaguardarla
 
🍿Fallout: tutte le domande irrisolte alle quali la Stagione 2 dovrà rispondere
 
🛞Come scegliere gli pneumatici estivi per l’estate? I fattori da considerare
🤯Google licenzia 28 dipendenti per proteste contro il progetto Nimbus in Israele
 
✒️ La nostra imperdibile newsletter Caffellattech! Iscriviti qui 
 
🎧 Ma lo sai che anche Fjona ha la sua newsletter?! Iscriviti a SuggeriPODCAST!
 
📺 Trovi Fjona anche su RAI Play con Touch - Impronta digitale!
 
💌 Risolviamo i tuoi problemi di cuore con B1NARY
 
🎧 Ascolta il nostro imperdibile podcast Le vie del Tech
 
💸E trovi un po' di offerte interessanti su Telegram!

Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

Ti potrebbero interessare anche:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button