A poche settimane dal lancio del nuovo iPhone 13, non sono solo i clienti a non essere particolarmente soddisfatti.
Vi abbiamo già dato notizia in un altro articolo delle prime reazioni di 5.000 utenti statunitensi. Che per la verità sono state piuttosto tiepide nei confronti dell’ultimo smartphone di Cupertino. E dire che il 34,1% degli intervistati acquisterebbe l’ultimo melafonino per il suo display. Perché vi riportiamo questo dato?
Perché un’altra categoria di persone storce il naso proprio davanti allo schermo dell’iPhone 13. Stiamo parlando di chi lavora in negozi di terze parti, che avrà più di qualche difficoltà ad aggiustare il display dell’ultimo telefono dell’azienda capitana da Tim Cook.
Perché? Vediamo cosa ha scoperto iFixit, che ha pubblicato la notizia giovedì 4 novembre. Notizia che, nemmeno a dirlo, ha già fatto il giro del mondo.
Lo schermo dell’iPhone 13 e i problemi di sostituzione
Il problema individuato dagli esperti di iFixit riguarda la sostituzione del display dell’iPhone 13 dopo un guasto, una caduta del device o quant’altro. Problema che si presenta se si porta ad aggiustare lo smartphone da riparatori non autorizzati.
Chi può, dunque, riparare lo schermo dell’iPhone 13? E cosa impedisce ai riparatori di terze parti di mettere le mani sul dispositivo?
I riparatori autorizzati
Solo i riparatori autorizzati possono aggiustare il display dell’iPhone 13. E cioè, tutti coloro che sono iscritti al programma Apple Authorized Service Provider o all’Independent Repair Provider Program (che peraltro richiede requisiti stringenti e onerosi).
Sono dunque finiti i tempi in cui qualunque abile riparatore, a fronte di un congruo compenso, poteva rimettere a nuovo il display dell’iPhone. Cosa accade, dunque, a chi tenta di aggiustare il guasto se non è ufficialmente autorizzato da Apple?
Schermo riparato, Face ID disattivato
La riparazione dello schermo dell’iPhone 13 disabilita Face ID. Questo perché ogni nuovo melafonino è accoppiato al suo schermo tramite un microcontrollore.
Come fare? Nessun problema per rivenditori e riparatori iscritti a uno dei due programmi citati: accedendo al software proprietario Services Toolkit 2 potranno, da remoto, abbinare il seriale del nuovo display a Face ID, rendendolo nuovamente operativo. Ogni riparazione viene registrata sui server cloud di Apple, che ha la possibilità di approvarla o rifiutarla.
E tutti gli altri riparatori? Beh, sono tagliati fuori. In realtà è stato trovato il modo di aggirare l’ostacolo, ma si tratta di un’operazione di microsaldatura estremamente delicata e costosa. Si tratterebbe di dissaldare il microchip presente sotto il display e riposizionarlo nel nuovo schermo.
I motivi dietro la scelta
Pare del tutto evidente che Cupertino abbia preso una doppia decisione, rispetto ai riparatori e agli utenti.
Con questa limitazione, chiunque aggiusti gli iPhone è invitato (o quasi obbligato, seppur informalmente) a iscriversi a uno dei programmi ufficiali. La mossa è almeno in parte comprensibile: mira a tutelare i clienti da riparazioni spesso eseguite con pressappochismo.
I possessori di iPhone, d’altro canto, dovranno sottoscrivere il prodotto assicurativo AppleCare+ per dormire sonni tranquilli. “A meno che tu non sappia che il tuo negozio di riparazioni locale è pronto per la sfida. O semplicemente hai intenzione di non far cadere mai il telefono”, scrive con sarcasmo iFixit.
Le reazioni
Senza mezzi termini, iFixit ha parlato di “un giorno buio per i riparatori, sia fai-da-te che professionisti. Una delle riparazioni telefoniche più comuni che un tempo potevano essere eseguite con strumenti manuali ora richiede un microscopio.”
Sono stati poi intervistati diversi negozianti e riparatori, tutti indignati, e tutti pronti a rivendicare il diritto alla riparazione.
“Bloccando la riparazione più comune per i propri dispositivi, Apple ha attraversato il Rubicone. Se vogliamo che le officine di riparazione esistano nelle nostre comunità locali, non abbiamo altra scelta che approvare una legislazione sul diritto alla riparazione per proteggerle da questo comportamento predatorio e monopolistico.”
Mentre la stessa Apple, che non ha parlato pubblicamente del problema allo schermo dell’iPhone 13, interpellata sulla questione non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione.
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Dopo i chip, lo schermo
I limiti legati alla riparazione dello schermo sono solo l’ultimo disguido che riguarda l’iPhone 13.
Il nuovo smartphone aveva fatto già parlare di sé per un problema legato alla ben nota penuria di chip. Inizialmente sembrava che ciò dovesse limitare la produzione dell’ultimo iPhone. Ma la soluzione si è trovata, ed è stata a scapito dell’iPad. La cui produzione è stata rallentata addirittura del 50% per garantire tutti i chip necessari al lancio in grande stile dell’ultimo melafonino.
Ultimo aggiornamento 2024-10-06 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
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