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Show creato da intelligenza artificiale bannato da Twitch per transfobia

“Nothing, forever” si ispira a “Seinfeld”

Abbiamo perso il conto degli articoli in cui, nelle ultime settimane, ci siamo occupati dell’avveniristico (e chiacchieratissimo) chatbot conversazionale ChatGPT.

In più di un caso abbiamo tratto la forse ovvia conclusione che il chatbot, di suo, non è né buono né cattivo. Dipende da noi: dalle informazioni con cui esso viene addestrato, dalle finalità per cui lo utilizziamo, eccetera.

Ha fatto scandalo, in questo senso, l’indagine del Time, che ha mostrato come del filtraggio dei contenuti con cui “nutrire” ChatGPT si sono occupati lavoratori kenioti pagati meno di due dollari l’ora.

Adesso il delicatissimo tema dell’educazione, per così dire, delle intelligenze artificiali torna in primo piano.

E torna a causa di uno show creato da un’AI e bannato da Twitch per transfobia. Cosa è accaduto?

Nothing, forever bannato da Twitch per transfobia

Nothing, forever è uno show scritto da un’intelligenza artificiale sulle orme della sitcom Seinfeld, trasmessa dalla NBC dal 1989 al 1998.

Lo show è stato ora sospeso per 14 giorni da Twitch per transfobia, o più precisamente per una serie di battute transfobiche di uno dei personaggi della situation comedy.

Ma cos’è Nothing, forever, e qual è il passaggio incriminato?

LGTBQ

Nothing, forever

Nothing, forever è uno show prodotto da Mismatch Media e sviluppato da un’intelligenza artificiale. Ci sono, come in Seinfeld, tre personaggi maschili e uno femminile che parlano di attualità. E lo show si apre anche qui con un monologo di stand-up comedy. E alla pari di Seinfeld, o anzi ancor di più, Nothing, forever è stato pensato come un interminabile chiacchiericcio sul nulla.

“Niente, per sempre”, appunto, come vuole la traduzione di Nothing, forever. Perché ambizione dello show allestito dall’AI sarebbe stato quello di non avere una fine. Una versione ipertrofica del Grande fratello, insomma, che nelle ambizioni di chi lo ha ideato sarebbe dovuto andare in onda sempre. Nel senso non solo di a tutte le ore del giorno e della notte ma anche nel senso di, almeno potenzialmente, all’infinito.

Comodo, verrebbe da dire con una battuta, creare uno show infinito se a scriverlo è un’intelligenza artificiale. Ma pare che le virtù del prodotto siano tutte in questa intuizione. E comunque riuscivano ad assicurare a Nothing, forever una media giornaliera di circa 3.000 spettatori.

Nothing, ma davvero

Sì, perché se l’idea (un po’ inquietante) di uno show eterno può avere il suo fascino perverso, per il resto Nothing, forever è apparso piuttosto noioso e vuoto di spunti.

Il prodotto di diverse machine learning, tra cui Dall-E, GPT-3 e Stable Diffusion, oltre a mostrare una grafica più che rozza esibisce dialoghi che vorrebbero essere comici ma che ci riescono poco e male.

Solo adoperando la lingua con grande finezza e sapienza si possono produrre doppi sensi, giochi di parole e gag debitrici di un umorismo surreale. Vette ancora precluse, evidentemente, all’intelligenza artificiale. Che è anche incappata in più d’una battuta maldestra, per colpa della quale lo show è stato bandito (o, se preferite, bannato) da Twitch per transfobia.

Le battute incriminate

Ecco che, nel monologo stand-up iniziale, uno dei personaggi (Larry Feinberg) si è lanciato in una serie di battute contro le persone transgender. Prendendosela in particolar modo con gli omosessuali liberal, che vorrebbero imporre il proprio pensiero sul mondo.

Ban servito, e show sospeso per quattordici giorni. Nella relativa pagina Twitch appare la scritta: “Il canale è temporaneamente non disponibile per una violazione delle Linee guida per la community o delle Condizioni per l’utilizzo del servizio di Twitch.”

La sospensione è scattata nonostante il creatore dello show, Skyler Hartle, si sia dichiarato “molto imbarazzato”, e abbia aggiunto che il problema tecnico (?) alla base della gaffe verrà sanato. Ma come?

Dove sta la colpa?

Il problema sembra doversi addebitare al fatto che il sistema di moderazione prodotto da OpenAI, momentaneamente non funzionante, era stato sostituito da un altro, che non è stato in grado di intercettare come transfobico il monologo di Larry.

Ma, ci pare, siamo alle solite: le intelligenze artificiali si “cibano” di ciò che noi diamo loro in pasto. Se nelle informazioni arrivate all’AI c’è anche tutto il campionario di battute sessiste, omofobe e transfobiche di cui troppi di noi si riempiono la bocca, il rischio che ogni tanto una frase infelice scappi anche alla macchina c’è, giusto?

Quindi, le vie d’uscita sono due: o dal bagaglio dell’AI si escludono certe informazioni a priori, o si decide che davvero le intelligenze artificiali siano sempre più simili a noi. Con tutta la nostra nobiltà d’animo e le nostre meschinità.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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