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Sim Racing: corse virtuali per i piloti professionisti in quarantena

Le corse automobilistiche sono ferme in tutto il mondo. Ma questo non significa che i piloti abbiano smesso di correre. Il Sim Racing (il nome inglese sembra in qualche modo più accattivante di “gareggiare con il simulatore“) sta prendendo sempre più piede, perché permette ai piloti di mantenere allenati i riflessi, e alto il livello di adrenalina nel sangue.

Philipp Eng racconta la sua esperienza con il Sim Racing

Il pilota di BMW Works Philipp Eng, pur ammettendo quanto gli manca poter scendere in pista, si dice felice della sua esperienza al simulatore. Maliziosamente, mi viene da dire che è così felice soprattutto per i suoi splendidi risultati. Eng sabato scorso è arrivato in finale con un professionista del Sim Racing in “The Race All-Star Esports Battle“. Il giorno dopo, si è piazzato terzo nel “F1 Esports Virtual Bahrain Grand Prix“.

Ma non sono solo i buoni risultati a spingerlo: “Sono contento di avere il mio simulatore di gara a casa al momento. In questi tempi, quando tutti devono evitare di muoversi in pubblico il più possibile, è fondamentale avere la mia “droga da corsa sostitutiva”. Le corse virtuali mi aiutano a rimanere in modalità gara, soprattutto mentalmente”.

Il Sim Racing non è esattamente come correre su pista

Eng sta trovando nel Sim Racing una fonte importante di allenamento mentale e sfogo in questo periodo di quarantena. E non risparmia le lodi per BMW, che più di ogni altra casa automobilistica si sta impegnando per promuovere questo movimento. Tuttavia, ammette che gareggiare su pista non è esattamente come usare il simulatore. E che i professionisti del Sim Racing siano, in molti casi, più forti di lui.

Tuttavia, è innegabile che alcune competenze siano trasferibili da uno sport all’altro. Non solo per gli ottimi risultati di Eng sulle piste virtuali, ma anche per il successo di alcuni videogiocatori in gare su pista.

Esiste però un fattore che differenzia le due corse. Ed è essenziale.

[…] in una vera macchina da corsa, [i piloti] devono prima imparare a gestire il fatto che potrebbero ferirsi se commettono un errore. Lo noto con me stesso. Prendo sempre più rischi nel simulatore rispetto ad una vera macchina da corsa.

Il simulatore BMW Motorsport, e quelli in commercio

Un simulatore di guida professionale tiene conto di innumerevoli variabili, per offrire al pilota un’esperienza di guida il più simile possibile a quella su pista. Lo stesso Eng, ammette che il simulatore che ha casa non ha nulla a che vedere con quello che di BMW Motorsport che usa a Monaco.

Infatti il simulatore di BMW Motorsport si muove su una piattaforma flessibile, in modo che il conducente senta ogni ostacolo, ogni urto. Come se fosse davvero su pista. Un pilota meno esperto di Eng, potrebbe benissimo scambiare quell’esperienza di guida per la realtà.

Il Sim Racing casalingo devo conoscere i propri limiti. Il videogiocatore dovrà adattarsi a prodotti meno complessi come il Thrustmaster 150, oppure a qualcosa di più completo come il NLR-S010. Ed usare un po’ di fantasia.

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