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L’Unione Europea vuole creare il più grande sistema di riconoscimento facciale

Ecco i dettagli di Prüm II, il nuovo accordo discusso dall'UE

In Europa, da più di un decennio, le forze di polizia hanno la possibilità di condividere tra loro dati sensibili di potenziali sospettati per favorire la ricerca dei criminali. Impronte digitali, dati del DNA e dettagli dei proprietari dei veicoli sono quindi a disposizione dei funzionari dei paesi europei per collaborare al meglio, ma ora i legislatori europei vorrebbero allargare questo database di dati. Infatti la proposta è quella di creare il più grande sistema di riconoscimento facciale, includendo nei dati a disposizione milioni di foto di volti.

In Europa sarà presente il più grande sistema di riconoscimento facciale?

Questo maxi-sistema di riconoscimento facciale che l’Europa vuole attuare in realtà fa parte dei piani previsti per digitalizzare e rendere più moderne le pratiche della polizia dell’intero continente. L’uso della tecnologia è incluso nelle proposte sulla condivisione dei dati chiamate Prüm II. L’accordo Prüm è stato firmato per la prima volta nel 2005 da sette paesi europei e consente la condivisione dei dati a disposizione al fine di contrastare la criminalità.

La seconda versione dell’accordo è stata svelata a dicembre e, da quando sono emersi ulteriori dettagli, non tutte le autorità sono a favore. “Si tratterebbe dell’infrastruttura di sorveglianza biometrica più ampia del mondo” ha affermato Ella Jakubowska, consulente politico presso l’ONG EDRi.

riconoscimento facciale europa

Prüm II infatti ha lo scopo di espandere la quantità e il tipo di informazioni condivise tra i paesi europei, tra cui foto e informazioni della patente di guida. Wired UK riporta che “le proposte della Commissione Europea affermano anche che la polizia avrà un maggiore accesso “automatizzato” alle informazioni condivise”. Questo significherebbe che la polizia dei vari paesi lavorerà a stretto contatto e sarà rafforzato il ruolo dell’Europol.

Come funzionerebbe

L’accordo consentirebbe di sfruttare il riconoscimento facciale, grazie all’ampio database di foto, anche in modo retroattivo. Quindi le forze dell’ordine possono confrontare le immagini fisse delle telecamere a circuito chiuso, le foto dei social media o quelle sul telefono di una vittima con le foto segnaletiche contenute in un database della polizia. Se Prüm II andasse in porto, questo consentirebbe di confrontare una foto con l’ampio database di altri paesi per cercare delle corrispondenze. Si creerebbe, essenzialmente, uno dei più grandi sistemi di riconoscimento facciale esistenti.

Questo perché i paesi europei sono in possesso di un enorme quantitativo di foto di volti e la condivisione all’interno del continente creerebbe un database immenso. L’Ungheria ha 30 milioni di foto, il nostro paese ne ha ben 17 per poi passare alla Germania e la Francia che hanno rispettivamente 5.5 e 6 milioni di foto. Queste comprendono sospettati, persone condannate e richiedenti asilo.

riconoscimento facciale impronte digitali

Le perplessità riguardo il riconoscimento facciale

Negli ultimi anni la tecnologia di riconoscimento facciale non ha goduto di un’ottima fama. Le forze di polizia, soprattutto negli USA, l’hanno adottata sempre di più e più volte sono state identificate erroneamente le persone. Dozzine di città negli Stati Uniti sono arrivate al punto di vietare alle forze di polizia di utilizzare la tecnologia. L’UE sta invece spingendo per vietare l’uso del riconoscimento facciale nei luoghi pubblici e dal vivo, permettendo solo di confrontare immagini statiche.

Nonostante ciò, anche il riconoscimento facciale statico retroattivo non è esente dalle critiche. “Quando applichi il riconoscimento facciale a filmati o immagini in modo retroattivo, a volte i danni possono essere ancora maggiori. Posso guardare, ad esempio, a una protesta di tre anni fa, o vedere chi ho incontrato cinque anni fa, perché magari ora sono un avversario politico” afferma Jakubowska. Il portavoce della Commissione Europea, però, ha affermato che “possono essere scambiate solo le immagini facciali di sospetti o criminali condannati, non ci saranno corrispondenze con la popolazione generale”.

La nuova proposta riguardo il confronto automatico del DNA

Oltre al riconoscimento facciale, il 13 aprile la Francia ha proposto di creare anche un sistema automatico che confronti il DNA presente nei database dei 27 paesi europei. L’Italia, però, sembra ancora parecchio indietro riguardo questo punto: Wired riporta che, secondo le fonti, “non è ancora operativa sul fronte dello scambio dei dati del dna”. A dire la verità starebbe tutt’ora testando lo scambio di impronte digitali con la Germania, ma non fa ancora parte della rete immensa di dati, che comprende anche le targhe e i dati sui veicoli.

patente di guida

L’ultimo punto del Prüm II di cui vogliamo parlarvi sono i dati delle patenti. Dal 2000 i dati delle patenti sono già presenti in una banca dati condivisa in tutto il continente, chiamata Eucaris. La nuova versione dell’accordo però consentirebbe di accedere a queste informazioni non solo per uno scopo di sicurezza nel settore dei trasporti ma per qualsiasi indagine o ricerca. Quindi i dati di milioni di persone, comprese le foto dei volti presenti sulle patenti, sarebbero a disposizione per cercare corrispondenze in caso di sospetti. Anche questa soluzione è parecchio criticata, poiché i dati immagazzinati nei database non si limiterebbero solo a chi ha compiuto attività criminali.

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Certo, tutte queste attività hanno lo scopo di contrastare la criminalità e trovare più facilmente corrispondenza tra i sospettati, ma quanto è sottile la linea che divide tutto ciò dalla privacy dei dati?

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Source
Wired

Sara Grigolin

Amo le serie tv, i libri, la musica e sono malata di tecnologia. Soprattutto se è dotata di led RGB.

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