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Internet delle cose, le case italiane diventano sempre più smart

Altroconsumo spiega che metà degli utenti acquista per funzioni smart, ma 2/3 temono per la privacy

Le case degli italiani diventano sempre più smart, anche se la preoccupazione per la privacy è elevata. Questo quanto emerge dall’indagine in Italia di Altroconsumo sul rapporto fra gli utenti, l’Internet delle cose e la smart home.

Internet delle cose e smart home in Italia, l’indagine di Altroconsumo

Il mercato dell’Internet of Things in Italia continua a crescere, arrivando ormai a 650 milioni di euro. Altroconsumo ha quindi coinvolto ben 1.187 cittadini in un’indagine per scoprire il rapporto con i dispositivi smart (esclusi smartphone e tablet).

Secondo quanto emerge anche dai dati dell’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano, il 46% degli italiani possiede almeno un dispositivo “smart”. L’oggetto più presente (tolti computer, telefoni e tablet) è senza dubbio la smart TV, che ha il 72% degli intervistati.

Molti anche gli italiani che usano gli assistenti vocali, anche se con un grande calo percentuale: il 29%. Poco lontano troviamo stampanti (23%) e lampadine smart (20%). Ma crescono molto anche gli elettrodomestici: lavatrice (17%)frigorifero (13%) e lavastoviglie (10%).

domethics smart home

Quando però si parla di utilità, addirittura 6 su 10 non trovano le funzioni smart utili per gli elettrodomestici. Il 72% invece apprezza la possibilità di accedere alle telecamere di sicurezza da remoto con lo smartphone. Apprezzato anche la possibilità di gestire la smart home per risparmiare in bolletta.

Un terzo degli utenti ha dichiarato ad Altroconsumo di avere avuto problemi con TV e stampanti smart. Soprattutto per il controllo tramite app (43% di chi ha avuto problemi), per il wi-fi (36%) o per il software (32%).

Il 69% degli intervistati dichiara però di temere che i propri dati sensibili possano essere utilizzati da aziende private senza autorizzazione. Inoltre, alta anche la paura di possibile furti di dati (abilitate sempre l’autenticazione a due fattori dove possibile).

Potete leggere l’intera indagine qui.

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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