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Spin Accelerator Italy: si è conclusa la sfida tra le 8 startup dello sport-tech

Si è concluso in questi giorni a Milano la seconda edizione dello Spin Accelerator Italy che ha visto confrontarsi le 8 startup dedicate allo sport arrivate in finale.

Le startup, specializzate in Calcio, tennis, fan engagement, fitness & training, corsa e bike, si sono scontrati in un’intenso pitch finale a Milano. Tra tutte ha avuto la meglio Speed4lifts. L’azienda ha realizzato un hardware in grado di analizzare e migliorare le performance di atleti che utilizzano il Velocity Based Training per il proprio allenamento. Premio per il miglior pitch a Tennis Commander, che ha sviluppato una applicazione per il tennis integrabile con smartwatch.

L’evento finale rappresenta un vero e proprio trampolino di lancio. Ai vincitori, infatti, spetta un premio in denaro di 10 mila euro e un periodo di incubazione in Progetto Manifattura, l’incubatore della green & sport tech di Trentino Sviluppo. Ci sarà anche la possibilità di incontrare una platea di investitori a caccia di nuove idee su cui scommettere.

L’edizione 2019 dello Spin Accelerator Italy ha visto sfidarsi 50 startup, 18 delle quali si sono sfidate durante il bootcamp di Rovereto. Di queste solo 8 hanno vinto il bootcamp per partecipare al programma. Si è trattato di un  percorso particolarmente intenso con ben 115 ore di formazione in 12 settimane. Moltissimi anche gli incontri formativi frontali, webinar e momenti di verifica, anche con il coinvolgimento di 30 mentor da varie parti del mondo.

Partner e personalità di spicco

Oltre ai partner istituzionali, erano presenti anche la campionessa paralimpica e testimonial del progetto Martina Caironi  e lo startup mentor Mario Moroni. Tra gli altri, Yariv Barak, di Hype Sports Innovation, ha spiegato che “quello di Spin Accelerator è un programma internazionale, che sta crescendo di anno in anno in Paesi diversi: Italia, Inghilterra e Australia. Quest’anno i partner ufficiali sono 12 in 10 Paesi: Italia, Stati Uniti, Inghilterra, Australia, Ucraina, Svezia, Germania, Israele, Turchia e Taiwan. Anche i risultati sono molto interessanti, sia in termini di investimenti, start up e giro d’affari: nei primi due anni di progetto 783 sono state le application e sono stati investiti a livello globale 7 milioni di euro nelle startup finaliste”.

Donatella Minelli, responsabile formazione Scuola dello Sport CONI ha affermato: “Quello sportivo in Italia è un movimento che conta circa 5 milioni di tesserati e oltre 20 milioni di praticanti, ma necessita di una forte spinta all’innovazione tecnologica in molti campi noi ci crediamo e indirizziamo anche i nostri percorsi formativi su questa tematica, per la creazione di un ecosistema favorevole al settore sportivo”.

Altre interessanti pillole motivazionali per gli startupper sono arrivate da parte di Mario Moroni, imprenditore, startup mentor e autore di “Startup di Merda“. Moroni ha elencato i tanti miti da “sfatare” quando si parla di innovazione e startup. Tra questi vi è la convinzione che le startup siano solo composte da “giovani” e per “giovani”, che siano necessari suggerimenti da parte di “allenatori mai scesi in campo” e che quello che conta realmente per avere successo sia l’idea, quando in realtà la parte fondamentale è l’esecuzione.

Tra i consigli, quello di farsi aiutare da persone che hanno già fatto impresa e concentrarsi sì sull’idea innovativa, ma anche sulla realizzazione. Partire dalle proprie passioni non
è obbligatorio, meglio concentrarsi sulle proprie abilità.

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