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Starlink in Ucraina raggiunge 150.000 persone

I numeri forniti dal Vice Primo Ministro meritano però una riflessione.

Il servizio satellitare di Starlink sta andando grande in Ucraina, ben oltre le aspettative. A rivelarlo è il Vice Primo Ministro locale e Ministro per la Trasformazione Digitale, Mykhailo Fedorov, il quale ha segnalato via Twitter la presenza di circa 150.000 utenti attivi al giorno. Una dichiarazione esaltante, ma che stona particolarmente con le stime che erano state raccolte fino a oggi.

I numeri di Starlink in Ucraina sono impressionanti

L’azienda che gestisce Starlink, SpaceX, aveva segnalato a marzo “solamente” 250.000 iscrizioni al suo servizio. Se dovessimo interpretare pedissequamente le parole di Fedorov, vorrebbe dire che la Rete satellitare posseduta dal miliardario Elon Musk ha compiuto un gigantesco passo avanti nella copertura globale. Non sappiamo tuttavia quali fossero i criteri di calcolo del diplomatico e sia lui che Starlink si son ben visti su far chiarezza sulla questione della connettività ucraina.

In passato la NBC aveva stimato che Kiev avesse ottenuto 10.000 ricevitori, mentre il The Post aveva parlato di circa 5.000 unità, cifra che a inizio aprile era stata brevemente menzionata anche in un comunicato stampa pubblicato dal Governo USA. Un comunicato stampa che è stato però prontamente modificato per eliminare ogni riferimento al numero di lotti spediti. 

Destinazione e scopi delle parabole

Difficile capire in che zona della nazione le parabole vengano utilizzate e chi le stia effettivamente gestendo, se l’esercito o i civili. Si parla di ospedali, centrali elettriche e di infrastrutture critiche, ma va anche ricordato che l’uso della comunicazione satellitare Starlink comporti nel contesto dei rischi non indifferenti. Sembra infatti che l’attività parabolica renda maggiormente vulnerabili al tracciamento delle milizie e lo stesso Musk ne ha raccomandato un utilizzo estremamente cauto e parsimonioso.

Va dunque ricordato che Starlink, così come gli altri omologhi attivi in Ucraina, sia al centro di un’evoluzione bellica molto particolare: ambo le parti coinvolte negli scontri stanno usufruendo dei servizi di immagine e comunicazione satellitare privati per intensificare le possibilità strategiche delle rispettive Intelligence. Le aziende extra-governative hanno rivelato per vie traverse la distruzione di ponti, la presenza di fosse comuni, flussi di rifugiati e i movimenti di alcuni convogli militari. Quanto sta accadendo in Ucraina rappresenta dunque un precedente più unico che raro e potrebbe contribuire a determinare le prospettive delle guerre del domani, così come sta facendo anche la cyberguerra.

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Poca trasparenza, ma giustificata

In quest’ottica, è normale che sia Fedorov che Starlink non siano particolarmente interessati a scoprire troppo le carte poste sul tavolo, anche perché non sappiamo effettivamente se le apparecchiature concesse da SpaceX siano o meno utilizzate dagli USA ai fini dello spionaggio. Quello che sappiamo con certezza è che i ricevitori Starlink giunti in Ucraina siano parzialmente finanziati dalla United States Agency for International Development (USAID) e che, almeno su carta, Washington possa sfruttare i satelliti di Musk come e quando vuole, grazie al Defense Experimentation Using the Commercial Space Internet (DEUCSI). 

In ultimo rimane da capire quale sia il destino futuro del servizio che Starlink sta attualmente erogando gratuitamente a Kiev. A inizio aprile l’azienda aveva parlato di un servizio di «dati illimitati» riconosciuto pro bono per la durata di tre mesi, ma ai tempi si sperava ancora che gli scontri potessero scemare velocemente, mentre ora sembra sempre più concreta la possibilità che la guerra prosegua a oltranza. Cosa succederà una volta sforata la soglia preannunciata? Se i numeri forniti da Fedorov sono affidabili, non c’è che da augurarsi che la generosità di Musk venga rinnovata e che la connettività sia riconfermata fino al termine delle ostilità.

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