SpaceX ha di recente annunciato i prezzi del servizio di internet satellitare Starlink (che trovate qui sotto). Se tutto andrà come deve, Starlink rappresenterà un vero e proprio miracolo tecnologico in grado di abbattere la piaga del digital divide e tutti, ma proprio tutti, saranno in grado di usare Internet come si deve, anche in cima a una montagna o in mezzo a un bosco. Alla faccia del doppino telefonico.
Questo progetto usa una tecnologia spaziale per la connessione a banda larga, riempiendo il cielo di migliaia di mini-satelliti. Ma come funziona esattamente? Quali sono i punti di forza e le problematiche? In questo articolo rispondiamo a tutte queste domane raccontandovi tutto quello che dovete sapere su Starlink.
Cosa è Starlink, il progetto di SpaceX
Starlink è un infrastruttura per la connessione internet, basata sull’uso dei satelliti in orbita bassa. È un progetto di SpaceX, l’azienda spaziale di Elon Musk. L’obiettivo è mettere in orbita a circa 550 km da Terra una costellazione di satelliti, che possono poi trasmettere il segnale internet a dei dispositivi sul tetto di casa vostra o del vostro ufficio.
La connessione proposta da questa tecnologia è molto rapida e con una bassa latenza: circa 610 Mbps di velocità e 20-25 ms di latenza (il tempo che passa da quando digitate un comando a quando viene ricevuto). Le prestazioni sono simili a quelli della connessione in fibra (che arriva anche a 1 Gbps, limitato intorno ai 100-150 Gbps dall’hardware in casa: router, PC e cavi). La differenza sostanziale è che per avere una connessione in fibra ottica, dovete aspettare che le aziende di telecomunicazioni facciano gli scavi e estendano la rete di fibra ottica fino a casa vostra e al vostro ufficio. Lanciare satelliti in orbita ha un costo iniziale più elevato ma permette di raggiungere tutte le abitazioni in una zona senza bisogno di ulteriori infrastrutture. Basta un’antenna satellitare per ricevere il segnale.
A che punto è il progetto?
Nei primi anni del decennio scorso, Elon Musk si interessa di un progetto di Greg Wyler, che ha l’idea di mettere in orbita un migliaio di satelliti per fornire internet a tutta la popolazione mondiale senza bisogno di scavi. La collaborazione però finisce presto, con Wyler che nel 2012 fonda OneWeb, il rivale meno noto di Starlink.
Nel 2015 Musk fonda Starlink, con sede a Redmond. Seguono tre anni di lavoro sui prototipi di mini-satelliti, fino ad arrivare al primo lancio nel febbraio 2018. Rispetto ai piani iniziali (e a quello che fa OneWeb), i satelliti sono in un’orbita particolarmente bassa, circa 550 km da terra. Per avere un riferimento: la Stazione Spaziale Internazionale orbita a circa 400 km.
I lanci di Starlink
I primi 2 satelliti sono lanciati nel febbraio 2018 con un razzo Falcon 9, costruito da SpaceX. Questi satelliti pesano circa 260 kg l’uno, quindi ogni razzo può portarne al massimo 60 in orbita (come infatti è stato fatto fin dal secondo lancio nel maggio 2019).
Finora sono riusciti 20 lanci di satelliti, per un totale di 1075. Di questi, 54 sono decaduti, lasciando in orbita una costellazione di 1021 mini-satelliti. Secondo i calcoli della compagnia, ne bastano 360 per fornire il servizio minimo: per questo motivo fra la fine del 2021 e l’inizio dell’anno prossimo potremo sperimentare questo nuovo tipo di connessione.
L’obiettivo entro i prossimi due anni è di collocare 1.600 satelliti in orbita, sebbene l’azienda abbia ottenuto il permesso di lanciarne fino a 12 mila per migliorare il servizio (non tutti alla stessa quota). Entro il 2025, SpaceX prevede di avere 40 milioni di abbonati al servizio, raccogliendo 30 miliardi di dollari l’anno. Poiché il costo stimato è di 10 miliardi di dollari, l’azienda punta di usare il resto per finanziare le missioni private verso Marte.
Come funziona Starlink
I satelliti di Starlink sono strutturati in maniera diversa rispetto a quelli a cui siamo abituati: non hanno una forma a parallelepipedo ma sono piatti. Hanno un unico pannello solare, che si dispiega una volta in orbita per alimentare il satellite. La struttura è pensata perché si distrugga da sola nell’eventualità in cui cada verso Terra, bruciando per l’attrito.
Starlink satellites are equipped with one solar array instead of two, minimizing potential points of failure pic.twitter.com/bJirVr67fF
— SpaceX (@SpaceX) May 24, 2019
I satelliti sono dotati di motore ionico, che sfrutta l’effetto Hall: ionizza il gas Krypton con un campo elettromagnetico, generando una spinta che gli permette di raggiungere l’orbita e muoversi per evitare ostacoli.
Ogni satellite è dotato di 4 antenne piatte, rivolte verso Terra. Trasmettono il segnale in tre diverse bande di frequenza: Ku (12–18 GHz), Ka (26.5–40 GHz) e V (40–75 GHz). La velocità di arrivo sulla superficie è di circa 610 Mbps, che sono però limitati dall’hardware attuale delle reti e dei PC ai 100-150 Mbps.
Per ricevere il segnale da Terra serve una parabola, venduta direttamente dalla compagnia. È larga 48 cm e ha dei motori per inclinarsi e posizionarsi al meglio per ricevere il segnale. Da questo apparecchio parte un cavo Ethernet, che potete collegare al router per portare internet in casa o in ufficio.
Il problema astronomico
Già dopo il secondo lancio nel maggio 2019, è sorto un problema di “ecologia spaziale”. I nuovi satelliti di Starlink infatti producono troppo inquinamento luminoso. Le antenne dei satelliti riflettono moltissima luce, anche verso la Terra. Tanto che i mini-satelliti sono persino visibili a occhio nudo o con l’uso di binocoli e telescopi.
Nell’aprile scorso, SpaceX ha limitato questo problema aggiungendo una specie di “parasole” che copre le antenne dei nuovi satelliti (ribattezzati VisorSat). L’azienda aveva già sperimentato l’uso di materiali più scuri e un’alterazione delle dinamiche di volo per limitare ancora di più l’emissione. I satelliti di Starlink restano in orbita per circa 5 anni prima di essere sostituiti, quindi le prime centinaia di satelliti lanciati verranno sostituiti dopo questo periodo con satelliti meno riflettenti.
Resta però la problematica sulle possibili collisioni: i satelliti Starlink ruotano attorno al pianeta in 72 piani orbitali occupati da 22 satelliti e presto potrebbero aumentare di numero. Se consideriamo anche possibili concorrenti, il rischio di scontri fra satelliti diventa molto più elevato. L’agenzia spaziale europea ESA è già dovuta intervenire per evitare una collisione di un proprio satellite con la costellazione di Starlink. Al momento i regolamenti internazionali sul traffico in orbita non sono pronti per gestire questo aumento del numero di satelliti. A oggi ci sono circa 2.000 satelliti in orbita bassa: Starlink costituisce già una grande percentuale di questo numero.
Starlink tracker: come vedere la costellazione di satelliti
Visto il gran numero di satelliti in orbita e il fatto che riflettano (per la maggior parte) tanta luce, potete vederli nel cielo notturno anche a occhio nudo (meglio ancora se avete un telescopio o anche solo un binocolo). Per scoprire quando passano vicino a voi, usate questo sito: basta inserire il nome del capoluogo di regione più vicino a voi. Tenete presente che riuscite a vederli solo di notte oppure al tramonto e all’alba con chiarezza, e solo se il cielo è abbastanza terso.
Starlink: quanto costa e quando arriva
Il prezzo del servizio è di 99 dollari al mese (circa tre volte il costo medio in Italia della fibra ottica). A questo dovete aggiungere:
- 499 dollari per la parabola di ricezione
- 50 dollari per la spedizione e la gestione dell’ordine
- 48,73 dollari di tasse.
Il primo anno del servizio dovrebbe quindi costare 1.473,31 euro, mentre dal secondo dovreste pagare 980,16 euro all’anno.
È già possibile effettuare il pre-ordine dell’hardware per ricevere il segnale internet da Starlink. Entro fine del 2021 il servizio dovrebbe essere accessibile per la maggior parte delle zone nel mondo (esclusi i due poli: gli scienziati in quelle zone dovranno arrangiarsi), anche se alcuni potrebbero dovere aspettare fino al 2022. Potete effettuare il pre-ordine a questo indirizzo.
Ora che avete un’idea più precisa di come funziona il servizio Starlink e di quello che potete aspettarvi, potete scegliere se investire in questa connessione, ignorare la nuova tecnologia o anche twittare arrabbiati a Elon Musk perché sta facendo troppi lanci spaziali. Non importa come effettuate la connessione, l’importante è seguirci sulla nostra pagina Facebook!
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