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Tecnologia wearable: cosa ne pensano le aziende

Gli ultimi anni sono stati caratterizzati dall'ingresso della tecnologia wearable in diversi ambiti, tra cui manca ancora quello lavorativo. Le aziende hanno infatti dimostrato un ampio interesse per questo tipo di innovazione, ma sono state frenate dalle discussioni che il suo avvento ha suscitato.

Secondo una ricerca condotta da ABI Research questi timori verranno superati e, entro il 2021, le consegne di dispositivi indossabili raggiungeranno i 154 milioni. Questo impressionante aumento sarà dovuto principalmente ad una maggiore fiducia da parte dei CIO, ad una maturazione del mercato, all'avvento del mercato IoT, ai progressi nella Realtà Aumentata e all'imminente disponibilità del 5G.

In questo senso, ad influire è stata anche la crescita dell'Edge Computing, un approccio che consente di individuare più facilmente cyber attacchi ancora in fase iniziale, per poi limitare la loro azione sul dispositivo interessato. Un blocco simile permette di scansionare i dati raccolti e crittografarli, così da garantire un maggiore livello di protezione prima del loro invio al core. Il ruolo dell'Edge Computing, proprio grazie alle sue funzioni, potrebbe perciò avere un ruolo determinante nell'espansione della tecnologia wearable e, secondo una ricerca di IDC e Equinix, aiutare le aziende ad ottenere benefici extra pari a $2 trilioni nei prossimi cinque anni. 

Massimo Arioli, Head of B2B Sales&Marketing, Toshiba Personal & Client Solutions Company, ha commentato questo sviluppo: “L’Edge Computing è sicuramente un alleato per le aziende e garantisce nuovi metodi di raccolta, analisi e ridistribuzione dei dati e dell’intelligence che ne deriva. L'elaborazione dei dati a livello edge riduce la pressione sul cloud, così gli utenti possono essere più selettivi per quanto riguarda i dati inviati al core network”.

La sicurezza offerta da questa tecnologia potrebbe dunque portare all'inserimento delle tecnologie wearable in diversi campi, tra cui quello sanitario, dove sarebbe in grado di aiutare i medici nell'identificazione delle cartelle cliniche, delle procedure e informazioni su medicinali e risultati, garantendo loro la libertà di operare.

 

 

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Maria Elena Sirio

Videogiocatrice dall'infanzia, innamorata del fantasy e dell'avventura (ma, soprattutto, di Nathan Drake), con una passione per il disegno, il cinema e le serie tv, che tenta di conciliare tutti questi interessi con la facoltà di Biotecnologie.

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