«Underneath the bridge / Tarp has sprung a leak». Si apre così Something in the Way, il brano che chiude il secondo e più celebre album dei Nirvana, Nevermind. Un brano che è anche una delle tante possibili chiavi di lettura per approcciarsi a The Batman, nuova incarnazione di Bruce Wayne e del suo alter ego diretta da Matt Reeves, che non a caso sceglie proprio questa canzone per accompagnare una scena molto importante della sua mastodontica opera, la cui durata sfiora le 3 ore. Dopo i Batman dominanti e carismatici di Tim Burton e Christopher Nolan e quello talmente svuotato dai sentimenti da diventare bidimensionale, portato in scena da Ben Affleck per Zack Snyder, ci troviamo di fronte a un Cavaliere Oscuro imperfetto, scarnificato, incerto e a un passo dalla depressione, perfettamente in linea con la poetica e l’estetica grunge imposta all’attenzione mondiale proprio dai Nirvana.
Dopo l’ottimo lavoro svolto per i suoi reboot della serie de Il pianeta delle scimmie, Matt Reeves mette in scena un neo-noir plumbeo e disperato, che guarda manifestamente al cinema di David Fincher (Seven e Zodiac su tutti) e alla trilogia di Nolan, utilizzando soprattutto Il cavaliere oscuro come punto di riferimento per dare vita a un racconto personale ed estremamente originale, capace di scavare ancora di più nell’anima tetra e cupa di Gotham. Dove Nolan riusciva a intercettare perfettamente la paura del mondo a un passo dal baratro post 11 settembre, Reeves si spinge ancora oltre. In The Batman il mondo non c’è più, e al suo posto ci sono solo sofferenza e disagio, colonne portanti di una società divisa fra frange estremiste, potere marcio e corrotto, folli criminali e flebili speranze di cambiamento.
The Batman: il nuovo Cavaliere Oscuro in un neo-noir cupo e disperato
The Batman dialoga distanza con il Joker di Todd Phillips (progetto, lo ricordiamo, totalmente slegato da questo), che si concludeva con una rivolta anti-sistema dei discepoli del fu Arthur Fleck, sinistro presagio di ciò che si è puntualmente verificato pochi mesi dopo negli Stati Uniti. La rabbia sociale è alle stelle, e qualsiasi segnale di benessere è visto dalla maggior parte della popolazione come uno stigma per il quale è doveroso pagare dazio. Il Bruce Wayne di un eccellente Robert Pattinson si inserisce perfettamente in questo contesto: al suo secondo anno come vigilante di Gotham, viene evocato dal fidato James Gordon (Jeffrey Wright) per contrastare il nuovo nemico della città, l’Enigmista (Paul Dano).
Nel tentativo di districarsi nel labirinto di indovinelli e provocazioni costruito dal suo avversario, Bruce Wayne si trova davanti alla quintessenza dello squallore, che coinvolge anche il sordido Pinguino (un irriconoscibile Colin Farrell), il signore del crimine Carmine Falcone (John Turturro) e perfino il suo defunto padre Thomas, che pur alimentato dalle migliori intenzioni celava diversi scheletri nell’armadio. In bilico fra la rabbia giovanile cantata proprio dal grunge, un idealismo claudicante e le ripetute tentazioni da parte del lato più tetro della città, un Batman alle prime armi combatte per difendere la sua città dal malaffare e persino dal radicalismo online, potendo contare solo sull’aiuto di Gordon, del suo tuttofare Alfred (Andy Serkis) e dell’ammaliante Selina Kyle (Zoë Kravitz), un’altra anima complessa e tormentata.
The Batman: un nuovo punto di partenza
Sospeso fra detective story, inquietante thriller e action puro, The Batman porta nuova linfa al personaggio dell’Uomo Pipistrello, regalando al pubblico un Bruce Wayne mai visto prima, almeno al cinema. Un vigilante fallibile e tenebroso, che non ha ancora trovato la propria strada e si aggira per Gotham quasi come uno spettro, figlio di una società fallita e rifiutato da un’epoca in cui non riesce a trovare collocazione.
La sua non è una origin story alla Batman Begins, ma un vero e proprio percorso di crescita e purificazione, fatto di sperimentazioni ed errori, ma anche di una decisa crescita in direzione di un Batman più vicino a quello che siamo abituati a vedere sul grande schermo. Un punto di partenza non tanto per il protagonista, quanto per un universo che nei prossimi anni si diramerà fra sequel per il grande schermo (la trilogia è praticamente certa) e serie televisive destinate a infoltire il catalogo di HBO Max.
A rinvigorire un racconto molto dilatato e appesantito da un fitto puzzle di sottotrame non sempre immediate è la sublime colonna sonora di Michael Giacchino, che già da ora è difficile immaginare fuori dalla cinquina delle nominate agli Oscar 2023. I brani del compositore, affiancati da alcune azzeccate canzoni originali, diventano un vero e proprio personaggio aggiuntivo di The Batman, contribuendo alle sfumature dark dell’opera e alla caratterizzazione del protagonista che, grazie a un look dimesso accompagnato da un pesante trucco sugli occhi, quando è sprovvisto della sua iconica maschera diventa una sorta di riuscito mix fra Kurt Cobain e Il corvo di Brandon Lee.
I villain e gli aiutanti
Ogni storia su Batman che si rispetti deve necessariamente esaltare il florido sottobosco di personaggi secondari di Gotham, fra villain e aiutanti del Cavaliere Oscuro. The Batman si configura in questo senso come un mosaico complesso e realistico, fatto di tasselli dissonanti ma utili a tratteggiare un quadro a tratti raggelante, esaltato dalla perenne pioggia che bagna Gotham e dalla fotografia tutta a tinte scure di Greig Fraser. Anche se i puristi dei fumetti potrebbero storcere il naso per qualche inevitabile forzatura, l’insieme allestito da Matt Reeves è suggestivo e sufficientemente coeso, nonostante la scrittura affrettata di alcuni personaggi (uno su tutti il Carmine Falcone di un non indimenticabile John Turturro).
Come auspicato da molti, a rubare la scena sono Selina Kyle e l’Enigmista, veri e propri co-protagonisti di The Batman. Zoë Kravitz regala una performance convincente ed estremamente stratificata, trasformandosi contemporaneamente in irriducibile eroina action, magnetica femme fatale e fedele alleata di Bruce Wayne, con il quale dà vita anche a un abbozzo di love story, che potrebbe essere ulteriormente esplorata nei prossimi capitoli. Ottima anche la prova di Paul Dano, che con qualche richiamo al Joker di Heath Ledger instaura un lungo duello a distanza con Batman, volto a mettere ancora più in crisi il fragile spirito del giovane Bruce e a spingerlo definitivamente verso il caos.
The Batman: aspettando i sequel
Senza avventurarsi in superflue e superficiali classifiche dei Bruce Wayne sul grande schermo, possiamo dire che The Batman rende onore alla gloriosa storia di questo personaggio, costruendo le fondamenta per un nuovo ciclo di uno dei supereroi più amati della storia del cinema che, come esplicitato dall’articolo del titolo, vuole distinguersi da tutto ciò abbiamo visto prima. La progressiva uscita dal progetto di Ben Affleck (che inizialmente avrebbe dovuto scrivere, dirigere e interpretare questo film) ha consentito a Matt Reeves di consegnarci un Cavaliere Oscuro inedito, lacerato e addolorato come non mai.
Il notevole climax finale (in cui il regista ha il coraggio di osare molto, sia dal punto di vista tecnico che sotto il profilo simbolico e sociale dell’epilogo), insieme alle allusioni a futuri ingressi pressoché certi di altri illustri ospiti dell’Arkham Asylum, sono la ciliegina sulla torta di un’opera riuscita sotto quasi tutti i punti di vista, che dopo le affermazioni di Joker e The Suicide Squad – Missione suicida certifica la virtuosa strada finalmente intrapresa dalla DC Comics sul grande schermo.
The Batman è al cinema dal 3 marzo, distribuito da Warner Bros.
- Warner Bros
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Ultimo aggiornamento 2024-10-06 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
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