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La recensione di Tiny Tina’s Wonderlands: il caos dentro un gioco

Un gioco sospeso tra il boardgame e sparatutto

Tiny Tina, ce la ricordiamo, è un ragazzina che abbiamo conosciuto e apprezzato con la serie di Borderlands. In quella occasione Tina era un personaggio secondario; bello, ma secondario. Ora, Tiny Tina ha finalmente un gioco tutto suo, dove tutto può succedere e niente è come sembra. Andiamo quindi a scoprire quanto è fuori dal comune Tiny Tina’s Wonderlands con questa recensione.

La recensione di Tiny Tina’s Wonderlands

La prima cosa che si fa di solito, in una recensione, è spiegare con che genere è il gioco si ha a che fare. In questo caso, onestamente, è la prima difficoltà. Ci sono gli sparatutto e ci sono i simulatori di gioco da tavolo; due generi completamente diversi, ma Tiny Tina’s Wonderlands riesce a essere entrambi.

Tiny Tina’s Woderlands è uno spinoff della serie di Borderlands da cui prende a piene mani l’approccio scanzonato e lo stile grafico non fotorealistico (cel shading, per i più tecnici) che la contraddistingue. In particolare, siamo di fronte al proseguimento di Tiny Tina’s Assault on Dragon Keep, dove venivano gettate le basi per il gioco che stiamo recensendo oggi.

All’interno di Tiny Tina’s Wonderlands siamo, di fatto, seduti a un tavolo e stiamo giocando a un gioco di ruolo in compagnia di Valentine (con la voce di Andy Samberg) e Frette (recitata da Wanda Sykes). Il gioco, Bunkers and Badasses, viene governato da Tina come dungeon master e si compone di due visuali: una dall’alto, in cui spostiamo la pedina del nostro personaggio in un diorama, e una in prima persona, dove spariamo e lanciamo incantesimi. Il passaggio da una modalità all’altra è governato dalle nostre azioni e dai capricci di Tina. L’obiettivo finale è quello di raggiungere la fine della storia per eliminare il cattivo signore dei draghi (con la voce di Will Arnett).

Il gioco può essere giocato da soli oppure in un gruppo di fino a quattro giocatori, che possono essere locali, con schermo condiviso, oppure remoti, via Internet. Inoltre, grazie all’uso del servizio SHIFT, il gioco remoto è anche cross-platform. Sfortunatamente, da quello che abbiamo visto, ci sono (come spesso accade anche ad altri giochi) dei problemi tecnici per i primi giorni, ma siamo convinti che saranno risolti in fretta.

Una bella storia, ma la più bizzarra di sempre

tiny tina wonderlands unicorn

La storia, se vogliamo essere pignoli, è abbastanza aderente al modello di una classica campagna di gioco di ruolo fantasy; il vero punto di forza, però, è come ci viene raccontata. Se non fosse stato sufficiente il suggerimento datoci dal nome del gioco, Bunkers and Badasses, che fa il verso a Dungeons & Dragons (e al meno conosciuto Tunnels & Trolls), bastano i primi cinque minuti di gioco per toglierci qualunque dubbio.

Innanzitutto, la voce fuori campo di Tina fa una narrazione continua di quello che sta accadendo usando uno stile tutto suo. La cosa che noi abbiamo trovato assolutamente divertente è che nello svolgersi della storia il nostro personaggio sa di essere all’interno di un gioco, e Tina lo tratta di conseguenza.

Tina poi, in qualità di dungeon master, cambierà spesso le carte in tavola proprio di fronte ai nostri occhi. Per cui, tutto potrà succedere; ad esempio un assedio che appare improvvisamente o delle navi che vengono calate letteralmente dal cielo. A volte, addirittura, Valentine e Frette le contesteranno degli elementi “non abbastanza fantasy”; per cui lei dovrà correggersi, seppur a modo suo. Come nel caso (unico spoiler che vi facciamo, promesso) di un esplosivo C4 che, dopo una lamentela di Frette, diventa un Fanta-C4.

A quanto appena detto si uniscono anche molti elementi minori che contribuiscono a rafforzare questa narrazione tutta particolare. Come, ad esempio, tappi di bottiglia e patatine sul diorama (a chi tra noi, che ha giocato di ruolo, non è mai capitato?) oppure il signore dei draghi stesso che ci contatta e augura buona fortuna per la nostra avventura perché, si sa, l’eroe siamo noi.

Tutte queste cose, ammettiamolo, da uno spin-off di Borderlands ce le si può aspettare, ma Tiny Tina’s Wonderlands ne fa davvero il suo elemento principale.

Le meccaniche di Borderlands con qualche variazione

tiny tina wonderlands characters

Tiny Tina’s Wonderlands inserisce, rispetto a Borderlands, delle meccaniche tipiche degli RPG. Per la prima volta è possibile crearsi un personaggio e, oltre che deciderne l’aspetto, definire le sue abilità. Abbiamo a disposizione sei classi tra cui scegliere e ognuna pesca da un archetipo tipico delle ambientazioni fantasy: guerriero, mago, arciere e ladro/assassino. La nostra impressione, però, è stata che la scelta della classe non sia strettamente determinante, se non nella distinzione tra combattimento preferibilmente ravvicinato o a distanza. Il vero sistema di progressione è, come in Borderlands, quello di trovare equipaggiamento sempre più potente.

Parlando di equipaggiamento, la generazione pseudo-casuale delle armi è ancora lì con tutte le sue caratteristiche. Come pure sono stati mantenuti i distributori per comprare e vendere le l’equipaggiamento, incluse le offerte speciali a tempo. Quello su cui non siamo riusciti a entusiasmarci, purtroppo, è stato il sistema di raccolta del bottino, per via delle scritte un po’ piccole e per qualche difficoltà nel fare un confronto con l’attrezzatura già in uso. Tuttavia, se volete essere un po’ pigri, potete limitarvi a guardale il livello dell’arma ignorando le statistiche; non ne sarete penalizzati in modo sensibile.

Rispetto alle armi, ci sono due cambiamenti degni di nota. Innanzitutto, sono state introdotte per la prima volta le armi corpo a corpo, senza un limite di classe e anch’esse generate in maniera pseudo-casuale; queste diventano utili, oltre che nel combattimento, per rompere oggetti e interagire con alcuni elementi ambientali. Inoltre, c’è da segnalare che le granate sono state sostituite dagli incantesimi; ne esistono vari tipi che si ricaricano con tempi diversi, ma possono rappresentare interessanti varianti per la nostra strategia di gioco.

Un comparto audio difficoltoso da valutare

tiny tina wonderlands diorama

Fare una recensione complessiva di Tiny Tina’s Wonderlands dal punto di vista del sonoro è risultato piuttosto complesso; per cui, alla fine, abbiamo optato per separare radicalmente colonna sonora e dialoghi.

La colonna sonora è, purtroppo, poco coinvolgente; infatti, anche i combattimenti con i boss a fine livello non riescono ad eccitarci oltremodo. Sono impegnativi, vincere è gratificante, ma non abbiamo sentito quel trasporto di adrenalina che ci aspettavamo. Questo, probabilmente, è una scelta dovuta al fatto che è la voce fuori campo di Tina a farci davvero da colonna sonora. Sempre lì a incitarci, commentare e avvertirci di nuovi nemici che appaiono. Purtroppo, nel nostro caso, l’intento è riuscito solo parzialmente.

La parte dialogata, invece, è una esperienza totalmente diversa. La voce di Tina (di Ashly Burch, che già conosciamo per Aloy) continua a tenere vivo il nostro interesse e a farci divertire, raccontando ciò che sta succedendo in maniera scherzosa e imprevedibile. Anche le due spalle, Valentine e Frette, fanno un ottimo lavoro sia come qualità del parlato sia non intervenendo mai a sproposito.

Tutta questa qualità, purtroppo, porta con sé un problema. Una regionalizzazione in Italiano sarebbe probabilmente stata estremamente complessa e forse anche troppo onerosa, con il rischio di non risultare ugualmente efficace. Pertanto, il gioco propone nella nostra lingua solo i sottotitoli e non il parlato. Questo, unico vero neo del gioco, rappresenta una barriera di ingresso tangibile per chi non ha un inglese brillante. Se superata, Tiny Tina’s Wonderlands può essere goduto a pieno; diversamente, è possibile giocare leggendo i sottotitoli, ma purtroppo non è la stessa cosa.

La recensione di Tiny Tina’s Wonderlands in sintesi

Se vi è piaciuta la serie di Borderlands, questo gioco non potrà che incontrare i vostri gusti. L’aggiunta degli elementi RPG rappresenta una novità ma non toglie nulla allo stile a cui i precedenti giochi della serie ci hanno abituati. La narrazione è sicuramente uno degli elementi più interessanti del gioco, anche se la storia ha qualche problema a spiccare per originalità. In più, c’è purtroppo una barriera linguistica che però, se superata, può farlo diventare il vostro gioco preferito per il 2022.

Ci sentiamo di suggerirne l’acquisto. Tuttavia, se avete qualche dubbio sul fatto che possa piacervi a pieno, potete fare prima una prova con Tiny Tina’s Assault on Dragon Keep (che trovate in offerta in questi giorni) per poter decidere con qualche elemento in più.

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Dario Maggiorini

Un boomer con la passione dei videogiochi fin dai tempi di rogue e nethack. Alla fine sono riuscito a farne un lavoro sospeso tra Techprincess e l'accademia. Ho speso gran parte della mia vita a giocare, il resto l'ho sprecato.

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