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Triennale Game Collection Volume 2: il gaming incontra l’arte

Triennale Game Collection Volume 2.
Il nome quasi parla da solo.
Insomma, già così potreste dedurre che si tratta di una collezione di giochi, che è in qualche modo legata alla Triennale di Milano e che siamo già alla seconda edizione. E sono tutte intuizioni corrette. Siamo infatti di fronte al secondo volume della Triennale Game Collection, una raccolta di giochi sperimentali creati da cinque game designer indipendenti e legati al tema della 23ª Esposizione Internazionale: Unknown Unknowns. An Introduction to Mysteries.

Designer, giochi e date d’uscita

La prima Triennale Game Collection risale al 2016.
Il successo che ottenne fu incredibile: oltre 180.000 download per un’applicazione che conteneva giochi tanto insoliti quanto ispirati.
Per il 2022 Triennale ha deciso di riprovarci. E l’ha fatto affidando la guida del progetto a Pietro Righi Riva, fondatore dello studio di game production Santa Ragione.

Triennale Game Collection giochi e designer
WADE

Questa però è la teoria. Nella pratica, come funziona questa collezioni di giochi?
Beh, prima di tutto si parte dalla selezione dei designer: Yijia Chen & Dong Zhou di Optillusion (Cina / USA), Fern Goldfarb-Ramallo (Argentina), Nina Freeman di Star Maid Games (USA), Akwasi Afrane Bediako (Ghana) e Llaura McGee (Irlanda) di Dreamfeel.
A loro è stato chiesto di interpretare un tema, quello che caratterizza la 23ª Esposizione Internazionale, dando fondo a tutta la loro creatività e alla loro voglia di sperimentare, senza però dimenticare qualche vincolo tecnico. Pochi ma necessari visto che tutti i giochi devono basarsi su Unity e funzionare all’interno della stessa applicazione, quella della Triennale Game Collection, disponibile per smartphone, tablet e Steam.

I limiti tecnici però non hanno impedito ai designer di dare vita a cinque piccole perle, il cui filo conduttore è la riflessione sui misteri dello spazio esterno come chiave di lettura del proprio spazio interiore. E così la nuova Triennale Game Collection regala uno sguardo al futuro, tramite opere d’arte immateriali, accessibili da qualsiasi luogo e alla portata di tutti.

Ma quali sono questi giochi?

  • WADE di Optillusion, disponibile dal 12 luglio
  • We Are Poems di Fern Goldfarb-Ramallo, disponibile dal 29 luglio
  • Nonno’s Legend di Nina Freeman, disponibile dal 16 agosto
  • MINE di Akwasi Bediako Afrane, disponibile dal 16 settembre
  • Contact di Llaura McGee, disponibile dal 30 settembre

A tu per tu con la Triennale Game Collection Volume 2

Fino ad ora vi abbiamo raccontato che cos’è la Triennale Game Collection, cosa prevede il Volume 2 e quali sono i designer coinvolti.
La domanda che però attenaglierà i videogiocatori è un’altra: come sono questi giochi? Di cosa parlano?

Wade
WADE

WADE è stato il primo gioco che abbiamo potuto provare in anteprima. E, ve lo confessiamo, all’inizio è stato un piccolo shock. Abituati a giochi carichi di azione e spesso poco cervellotici, l’abisso creato da Optillusion ci ha lasciati quasi spaesati. Eppure, una volta immersi in questo piccolo capolavoro, abbiamo iniziato ad apprezzarne ogni aspetto, a partire dal significato: WADE vuole simboleggiare le fasi del lutto e i sentimenti di inquietudine che noi esseri umani proviamo quando affrontiamo l’ignoto. E lo fa buttandovi letteralmente in acqua, permettendovi di vestire i panni di un uomo senza testa che cammina lentamente sul fondo del mare e dandovi qualche piccolo ostacolo da superare. Tutto questo mentre venite cullati dai canti che provengono dagli abissi.

We Are Poems
We Are Poems

Terminato WADE ci siamo buttati in We Are Poems che sì, ci ha nuovamente destabilizzati. La nostra mente infatti tende a cercare degli schemi e, nel caso dei videogiochi, a capire come usare questi schemi per riuscire ad arrivare all’agognato finale. Qui il finale non c’è.
Il gioco di Fern Goldfarb-Ramallo vi trasporta nelle regioni queer dello spazio profondo, regioni che somigliano alla superficie di una bolla e che sono caratterizzate da elementi che si muovano e cambiano in maniera del tutto inaspettata. Non c’è uno schema, non c’è una logica, non c’è una regola universale. Solo elementi impegnati a sbocciare nella versione più elevata di sé, immersi in un tripudio di luci e colori.

Nonnos legends
Nonno’s Legend

Torniamo con i piedi per terra con Nonno’s Legend, il gioco della italo-americana Nina Freeman che si ispira proprio alla sua infanzia. Da bambina infatti Nina giocava sempre con il mappamondo del nonno e ora quella stessa esperienza la possiamo rivivere noi, grazie ad un globo magico che ci permette di creare nuovi mondi, cambiando la conformazione di oceani e continenti.
Anche in questo caso manca il classico finale. Dovete solo godervi l’esperienza.

MINE
MINE

MINE è ancora in sviluppo ma abbiamo potuto approfittare della demo per comprenderne meccaniche e obiettivo. Akwasi Bediako Afrane ha scelto di portarci in miniera per spiegare la correlazione tra le materie prime e gli spazi virtuali. Ecco perché accanto alle torce, ai carrelli e ai filoni metallici, troviamo chip, transistor e schede madri che ci ricordano che quello che abbiamo, quelle che facciamo ogni giorno, dipendono in primis dai materiali che vengono estratti con fatica dalle miniere.

Contact
Contact

L’ultimo gioco è Contact. Anche in questo caso ci siamo trovati di fronte a una demo davvero inusuale, focalizzata sulla ricerca degli extraterresti e caratterizzata da una complessa interfaccia che ci sfida a decodificare e comprendere i segnali visivi sullo schermo. Non fatevi però ingannare. Dietro a queste velleità fantascientifiche si nascono i ricordi reali di Llaura McGee e il percorso di auto-riconoscimento di una giovane donna queer.

In attesa dei nuovi giochi…

Come anticipato, il primo gioco della Triennale Game Collection Volume 2 uscirà il 12 luglio. Nell’attesa però potete già scaricare l’app – Triennale Game Collection -, disponibile gratuitamente su Steam, Google Play Store, e Apple App Store.
Da oggi inoltre trovate la versione aggiornata della Game Collection Volume 1, così potete godervi i capolavori del 2016 prima di scoprire quelli di quest’anno.

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Erika Gherardi

Amante del cinema, drogata di serie TV, geek fino al midollo e videogiocatrice nell'anima. Inspiegabilmente laureata in Scienze e tecniche psicologiche e studentessa alla magistrale di Psicologia Clinica, dello Sviluppo e Neuropsicologia.

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