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Con Inspiration4 tutti vogliono diventare turisti spaziali

La riuscita del primo volo orbitale di SpaceX con a bordo un equipaggio di soli civili ha generato un boom di richieste simili

Siamo stati facili profeti, qualche giorno fa, scrivendo che la missione Inspiration4 avrebbe inaugurato l’era del turismo spaziale. Specie se, come poi è successo, si fosse svolta e conclusa senza intoppi.

E infatti adesso, dopo il successo del progetto targato SpaceX, sono molte le persone abbienti che hanno chiesto di replicare l’evento, per poter insomma diventare turisti dello spazio.

Ripercorriamo cosa è accaduto dal 16 al 19 settembre su Crew Dragon, la capsula dell’azienda di Elon Musk su cui ha volato nello spazio il primo equipaggio composto solo da civili.

E vediamo perché la missione è destinata a rivoluzionare almeno l’immaginario collettivo, oltre a stimolare sogni di conquista (a questo punto realizzabili) da parte di tanti ultraricchi.

Elon Musk

Elon Musk ultimo ma primo

Lo scorso 11 luglio, a sorpresa, Richard Branson (proprietario della Virgin Galactic) ha bruciato tutti sul tempo. Compiendo il primo volo commerciale organizzato da un’azienda privata.

È passata appena una settimana ed è stata la volta di Jeff Bezos, fondatore di Amazon.

Mancava solo lui, Elon Musk, CEO di SpaceX, azienda creata proprio con l’ambizioso obiettivo di facilitare l’accesso dell’umanità nello spazio (e su Marte).

Ed è arrivato, Musk, due mesi dopo Branson e Bezos. Ma con qualcosa di ancor più altisonante.

Inspiration4 e il turismo spaziale

La missione partita alle 2.02 (ore italiane) di giovedì 16 settembre ha visto, per la prima volta nella storia, un equipaggio composto unicamente da civili.

Dei quattro a bordo della Crew Dragon di SpaceX, solo il trentottenne Jared Isaacman, finanziatore della missione, aveva qualche esperienza di volo, pur senza far parte di nessuna agenzia spaziale.

Inspiration4, che ha tenuto l’equipaggio in orbita per quattro giorni, si è conclusa al meglio con un ammaraggio al largo della Florida, all’1.06 di domenica 19 settembre.

Due gli scopi della missione: monitorare l’impatto del volo spaziale sul corpo umano, e permettere a Musk di donare 200 milioni di dollari all’ospedale pediatrico St. Jude Children’s Research Hospital di Memphis.

Ma il vero obiettivo, simbolico, era un altro: mostrare come lo spazio non sia più un luogo riservato agli astronauti professionisti. Tutti (o quasi) noi possiamo ambire a diventare turisti spaziali.

Siamo (più o meno) tutti turisti spaziali

E in questo senso la missione Inspiration4 ha prodotto esattamente l’effetto sperato.

Dopo il volo nello spazio dei quattro civili, c’è stato un boom di richieste di diventare turisti dello spazio. Come ha ammesso Benji Reed, direttore senior del programma per il volo spaziale umano in SpaceX: “Il numero di persone che si rivolgono a noi attraverso i nostri portali di vendita e marketing è effettivamente aumentato in modo significativo. C’è un sacco di interesse in questo momento”.

È del tutto evidente che chi ha preso informazioni per futuri decolli o è un inguaribile curioso o può contare su un solido conto in banca. Per quanto il costo di missioni spaziali simili a Inspiration4 sia ancora top secret, rumors parlano di cifre che vanno dai 10 ai 20 milioni di dollari, ma c’è chi si sbilancia e arriva sino a 40.

Tuttavia lo stesso Reed, pur non fornendo nessun numero, ha ribadito la necessità di ridurre ulteriormente i costi, se si vuole concretamente dare il via all’era del turismo spaziale. Il direttore senior ha detto: “Se guardate a quanto costa per noi operare le missioni della Nasa, vedrete che stiamo cercando molto duramente di abbattere i prezzi. E nell’aprire il mercato a questo tipo di voli turistici, stiamo facendo qualcosa che nessuno è mai stato in grado di fare prima. Ma dobbiamo continuare a ridurre i costi”.

turismo spaziale

Le capsule Crew Dragon

Le capsule spaziali Crew Dragon di SpaceX sono al momento tre: Endeavour e Resilience, che hanno già volato due volte ciascuna. E Crew 3, che servirà alla Nasa per andare sulla ISS, la Stazione Spaziale Internazionale.

SpaceX ha inaugurato i suoi voli spaziali il 30 maggio del 2020 con Endeavour: la missione SpaceX Crew Dragon Demo 2 ha condotto sulla ISS gli astronauti Doug Hurley e Bob Behnken.

Si stima che SpaceX possa attualmente garantire sei voli con equipaggio all’anno.

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SpaceX e il futuro prossimo del turismo spaziale

Benji Reed non esclude, se le richieste continuano con i ritmi attuali, di aumentare il numero di capsule. E cita Starship, il veicolo di lancio in via di sviluppo presso SpaceX. “Se la domanda c’è, allora vorremo vedere cosa possiamo fare per continuare a farla crescere. E poi, all’orizzonte, ovviamente, c’è Starship. Starship sarà in grado di trasportare molte più persone contemporaneamente. Quindi abbiamo entrambe le opzioni sul tavolo, e ci è stato mostrato molto interesse sia per Dragon che per Starship, il che è piuttosto eccitante”.

Nel frattempo Elon Musk, fatalmente attratto dai particolari bizzarri, ha fatto sapere che sta progettando di aggiungere nuovi servizi ai voli futuri. Tra questi, la possibilità di riscaldare il cibo a bordo e il servizio Wi-Fi, che si appoggerà ai satelliti Starlink orbitanti attorno alla Terra.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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