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La missione Inspiration4 dà il via all’era del turismo spaziale

Parte mercoledì 15 settembre il primo volo senza professionisti a bordo

La notizia non è di poco conto, perché non siamo lontani dal vero se diciamo che mercoledì 15 settembre si inaugura la stagione (o forse è meglio dire l’era) del turismo spaziale.

Sì, perché per la prima volta nella storia ad andare nello spazio è un equipaggio composto esclusivamente da civili. Fermiamoci un attimo, e prima di approfondire la questione ricordiamo cos’è, e come si è sviluppato, il turismo spaziale.

Il turismo spaziale

Per turismo spaziale si intendono i viaggi nello spazio organizzati per scopi non scientifici ma di puro intrattenimento.

Il sogno di viaggiare nello spazio esiste da sempre, e ha riempito l’immaginario collettivo grazie a libri come Dalla terra alla luna di Jules Verne o a film come 2001: Odissea nello spazio. Anche se, a dire il vero, il capolavoro cinematografico di Kubrick parlava di una missione scientifica, la statura della sua arte ha fatto immaginare agli spettatori di tutto il mondo di poter essere lì, con i protagonisti della pellicola, a viaggiare tra i pianeti. Si pensi a questo: il solo fatto che nel film appare il logo Pan Am sulla carlinga di una sorta di aeroplano spaziale nella stazione orbitale di Orion III, ha fatto ricevere alla compagnia quasi 100.000 richieste telefoniche di prenotazioni di viaggi spaziali.

Poi, a partire dagli anni Settanta del Novecento, da più parti (e naturalmente soprattutto da parte due superpotenze, Stati Uniti e Unione Sovietica) sono sorti progetti più o meno realizzabili di voli di turismo spaziale.

Ma tutto era ancora al di qua dal concretizzarsi.

jeff bezos

La svolta di Richard Branson

Il sogno del turismo spaziale è una delle ossessioni di Elon Musk, che attorno a questo progetto ha addirittura costituito un’azienda, SpaceX.

Stessa cosa per un altro multimiliardario, il fondatore di Amazon Jeff Bezos, con la sua Blue Origin.

Tuttavia, lo scorso 11 luglio è stato un altro super ricco a bruciare sul tempo i due competitor. Richard Branson, proprietario della Virgin Galactic, ha compiuto assieme ad altre cinque persone (due piloti e tre dipendenti della sua società) il primo volo commerciale organizzato da un’azienda totalmente privata.

Il volo della navicella Unity ha anticipato di una settimana quello di Jeff Bezos, che è rimasto nello spazio appena 11 minuti a bordo della navicella New Shepard.

Insomma: mancava solo Elon Musk.

La missione Inspiration4

Ma a Elon Musk piacciono le trovate clamorose.

E infatti da mercoledì 15 settembre anche la sua SpaceX manda in orbita alcuni non professionisti, ma lo fa in modo ancor più coraggioso. Musk non c’è, ma tutti e quattro i componenti dell’equipaggio sono civili. Persone, cioè, prive di professionalità specifiche.

È per questo che in molti definiscono la missione Inspiration4, questo il suo nome, il primo vero esperimento di turismo spaziale: voleranno solo assoluti principianti. Ma chi farà parte dell’equipaggio?

Jared Isaacman e gli altri

La missione inspiration4 è stata voluta da Jared Isaacman, giovane miliardario americano. Il trentottenne ha fondato e finanziato il progetto, che tra l’altro aiuterà un’attività di ricerca sui tumori.

Isaacman non è astronauta, però – oltre a essere l’amministratore delegato della piattaforma per pagamenti digitali Shift4Payment – è appassionato di pilotaggio. E nel 2012 ha fondato Draken International, società che fornisce addestramento ai piloti dell’aeronautica Usa.

Il miliardario ha selezionato personalmente i suoi tre compagni di avventura. Tra loro c’è Hayley Arceneaux, sopravvissuta al cancro alle ossa, la prima persona con una protesi ad andare nello spazio. Con Isaacman e Arceneaux decolleranno sulla Crew Dragon di SpaceX Chris Sembroski e Sian Proctor.

Per la cronaca, a ogni membro dell’equipaggio è stata assegnata una caratteristica: speranza ad Hayley Arceneaux, leadership a Jared Isaacman, generosità a Chris Sembroski e prosperità a Sian Proctor.

Lo scopo della missione

La missione durerà tre giorni e stazionerà a 575 chilometri sul livello del mare.

Lo scopo è quello di monitorare l’impatto del volo spaziale sul corpo umano. Il Translational Research Institute for Space Health del Baylor College of Medicine, coadiuvato dai ricercatori della Weill Cornell Medicine, raccoglierà dati biomedici e campioni biologici dei quattro membri dell’equipaggio.

Elon Musk

Il ruolo di Apple

Il via del turismo spaziale sarà anche targato Apple, come abbiamo segnalato in un altro articolo.

Toccherà infatti all’azienda di Cupertino fornire gli strumenti di monitoraggio a Isaacman e compagni. Apple Watch Series 6, iPhone 12 Pro e iPad mini controlleranno diversi dati. Quali? Li ha specificati SpaceX: “Attività ECG, movimento, sonno, frequenza e ritmo cardiaci, saturazione di ossigeno nel sangue, rumore della cabina e intensità della luce”.

Tra Netflix e la realtà

I quattro dell’equipaggio si stanno preparando psicofisicamente alla missione da marzo. E Netflix sta mandando in onda una serie di episodi (i primi sono usciti il 6 settembre) proprio sul loro training.

Certo, finora questo turismo spaziale – con tanto di cornice mediatica – sembra ancora una faccenda per ultraricchi. Ma se è vero, come è vero, che i Grand Tour riservati alla ricca aristocrazia hanno aperto, nel tempo, al turismo di massa, chissà che tra qualche anno (o forse decennio) andare nello spazio non sia semplice ed economico come è oggi un viaggetto in automobile. E magari si potrà fare anche l’autostop.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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