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Uncharted: adattare e riadattare. La recensione del film con Tom Holland

Dopo tantissimi anni di sviluppo, finalmente il film di Uncharted arriva al cinema. Era il 2007 quando il primo capitolo della saga arrivò su PlayStation 3, lanciando una delle serie videoludiche più amate degli ultimi anni. Il tono cinematografico del gioco ha da subito fatto sognare una trasposizione delle avventure di Nathan Drake, ma la strada è stata più in salita del previsto. Ora però il momento è giunto e, dopo averlo visto in anteprima, siamo pronti per la recensione di questo attesissimo film di Uncharted.

Uncharted, il film e il videogioco

Sarebbe stato probabilmente molto facile prendere il primo capitolo Uncharted: Drake’s Fortune e trasformarlo direttamente in un film. La storia di questo gioco nasce naturalmente sul calco di tantissimi altre opere avventurose, con chiare ispirazioni cinematografiche. Quella che però si è cercato di fare con questa pellicola è un’operazione più complessa e forse rischiosa.

Nel film di Ruben Fleischer infatti ci troviamo davanti a una vicenda originale, che non si ricollega direttamente a nessuno dei giochi usciti sulle console Sony. Vediamo quindi un Nathan Drake particolarmente giovane, non ancora forgiato da anni di esplorazione. A interpretarlo c’è Tom Holland, volto cinematografico di Peter Parker/Spider-Man nel Marvel Cinematic Universe e ottimamente calato in questa particolare versione del personaggio.

Assistiamo quindi a una sorta di origin story per il personaggio e un po’ per tutto l’universo che lo circonda. Perché chiaramente lo spirito non è quello di stravolgere le opere originali, ma di costruirci qualcosa di nuovo intorno. E così passo passo scopriremo sempre più dettagli e richiami alle avventure videoludiche, sparsi nelle diverse vicende che travolgono il nostro eroe.

In qualche modo il film ci spinge a diventare dei novelli Nathan Drake noi stessi. Una caccia al tesoro di richiami e riferimenti, che possono prendere diverse forme. Da easter egg puri, ad apparizioni di personaggi già noti, passando per una memorabile sequenza che riproduce quasi alla lettera una delle scene più adrenaliniche di uno dei titoli della saga. Il tutto però sempre immerso in una storia originale e pregna dello spirito del gioco.

In bilico tra due medium

Nathan Drake uncharted film tom holland
Columbia Pictures’ UNCHARTED. photo by: Clay Enos

Il film di Uncharted è il frutto di un percorso per certi versi circolare: dai film di avventura nasce un gioco che a sua volta ispira un film d’avventura. E il risultato finale è un insieme di entrambi, che pesca sia da influenze dirette sia mediate, trovando forse la quadra per portare un videogame al cinema. Un tesoro che è ancora più raro e ambito di qualsiasi artefatto ritrovato da Nathan Drake.

Riflettendoci a posteriori, è facile ritrovare nella struttura del film, gli elementi tipici dei videogiochi, non solo di Uncharted. Viaggiamo proprio attraverso una serie di scene che potrebbero benissimo essere dei livelli di un titolo della saga (e in alcuni casi lo sono state, pur con qualche differenza). Sully e Nathan raggiungono l’obiettivo con una missione da compiere, la portano a casa in qualche modo e la storia può andare avanti con un nuovo bersaglio.

Come detto però, questo è evidente solo a posteriori. Nel corso della visione non sentiamo questo procedere ‘a scaglioni’, anzi. La storia procede fluida e siamo sempre più incuriositi dalla vicenda del duo (che trova una chimica davvero ottima, bisogna dirlo). Meno interessante in tutta onestà è il percorso del villain, che avrebbe potuto dare qualcosa di più.

Questo approccio, così ‘videoludico’, si può notare anche nella messa in scena vera e propria. Le sequenze action sono particolarmente divertenti da seguire ed è impossibile non avere la sensazione che sarebbero state altrettanto interessanti da giocare. Esageriamo, ma non troppo: in un paio di scene viene l’istinto di prendere in mano il joystick dal bracciolo della poltroncina, perché sentiamo stia per partire un quick-time event.

Uncharted riesce a essere un film, partendo da un videogioco

Nathan Drake uncharted film tom holland
Columbia Pictures’ UNCHARTED. Photo by: Clay Enos

Probabilmente c’è ancora qualcosa da migliorare nella formula, bisogna dirlo. A volte proprio questa ispirazione così forte ai videogiochi dà vita a passaggi discutibili o poco realistici nello sviluppo della vicenda ad esempio. Lo stesso si può dire per alcune relazioni, decisamente semplificate nell’evoluzione approfittando del fatto che il pubblico sappia già il loro sviluppo finale.

Tuttavia, ci sentiamo di dire che la lunghissima operazione di trasformare Uncharted in un film è riuscita. Siamo usciti dalla sala con il sorriso, già pronti a partire per una nuova avventura al fianco di Nathan Drake. E se un sequel di Uncharted non è ancora stato formalmente annunciato, ci sentiamo di prevedere che sia solo una questione di tempo. Sperando che ne richieda meno di questo primo film, naturalmente.

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Autore

  • Mattia Chiappani

    Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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