In svariati paesi sta avvenendo un vero e proprio boicottaggio internazionale della famosa vodka russa, uno dei prodotti più iconici del paese, per rispondere alla drammatica situazione degli ultimi giorni. Dagli Stati Uniti all’Australia, moltissimi negozi stanno infatti rimuovendo le bottiglie dagli scaffali come atto di protesta e per tagliare i legami con la Russia.
Il boicottaggio della vodka russa: un atto di principio contro la guerra in Ucraina
Negli ultimi giorni si sta sviluppando un boicottaggio internazionale della vodka russa, dagli Stati Uniti all’Australia. Politici e aziende stanno rimarcando la loro posizione contro l’invasione dell’Ucraina prendendo di mira uno dei prodotti più famosi e conosciuti della Russia.
Alcuni governatori statunitensi hanno ordinato la rimozione dagli scaffali di liquori di marca o produzione russa, tra cui il governatore dello Utah Cox. Il governatore ha infatti emesso un ordine esecutivo costringendo il Dipartimento per il controllo delle bevande alcoliche dello Utah a rimuovere immediatamente dagli scaffali tutte le bottiglie prodotte o di marca russa. La stessa decisione arriva anche da Chris Sununu, governatore del New Hampshire, che qualche giorno fa ha firmato un ordine esecutivo per rimuovere gli alcolici russi.
Il governatore dell’Ohio Mike DeWine invece ha ordinato al Dipartimento del commercio dello stato di boicottare tutta la vodka prodotta da Russian Standard. Ci sarebbero circa 6.400 bottiglie di vodka prodotte da Russian Standard attualmente in vendita in tutto lo stato dell’Ohio, come riporta DeWine. Ovviamente queste decisioni sono simboliche più che realmente efficaci contro l’economia russa. La vodka del paese rappresenta infatti poco più dell’1% del valore totale delle importazioni negli Stati Uniti.
Anche una delle catene di vendita di alcolici più grandi in Nuova Zelanda ha ritirato migliaia di bottiglie di vodka. Tra queste troviamo marchi come Ivanov e Russian Standard. Al loro posto, sono state messe delle bandiere ucraine.
La stessa mossa sta avvenendo anche in Australia. Due catene molto conosciute – Dan Murphy’s e BWS – hanno smesso di vendere prodotti di originale russa. A riportarlo è la società proprietaria, Endeavour Group, che ha un valore di mercato di 9,2 miliardi di dollari.
Le stesse mosse anche in Europa
Anche la Finlandia non è da meno: il monopolio Alko Oy ha smesso di vendere 20 tipi di vodka, inclusa una bottiglia da 431 euro, e si invitano i bar e ristoranti ad evitare di servire prodotti provenienti dalla Russia. Questo invito si estende oltre rispetto al famoso superalcolico: anche le principali catene di alimentari finlandesi, S Group e Kesko Oyj, hanno ritirato i prodotti russi, insieme al colosso danese Salling Group.
Queste decisioni seguono i passi compiuti da molte altre aziende a livello internazionale, dal gigante Shell che ha interrotto gli accordi con Gazprom, alle case automobilistiche e molti altri settori, per tagliare i legami con la Russia. Anche le autorità calcistiche FIFA e UEFA hanno bandito le squadre russe dalle competizioni; Warner Bros, Walt Disney e Sony Pictures hanno invece dichiarato di aver momentaneamente fermato le uscite dei loro film in Russia, da The Batman al lungometraggio Pixar Turning Red.
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Molti giganti della tecnologia sono scesi in campo prendendo posizione oppure mettendo a disposizione le proprie risorse. Google ha tolto la possibilità d RT News, agenzia di stampa russa, di monetizzare i propri contenuti. Elon Musk ha invece colto l’appello di Fedorov attivando il servizio Starlink in Ucraina, mentre Anonymous sta colpendo in modo pesante la Russia con attacchi hacker continui.
Ultimo aggiornamento 2024-10-06 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
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