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Come Telegram è diventato il più grande alleato digitale dell’Ucraina

La stampa continua, giustamente, a evidenziare il ruolo delle diverse piattaforme social nel narrare il conflitto tra Russia e Ucraina.

Anche noi vi abbiamo parlato del braccio di ferro tra Mosca e Facebook, tra minacce e censure reciproche. Stessa cosa, ad esempio, con Twitter, che il governo di Putin ha deciso di bloccare in Russia per impedire alle informazioni di circolare liberamente.

Abbiamo poi analizzato il caso di TikTok, che in questi giorni sta raccontando la guerra in presa diretta, grazie alla sua peculiare forma breve, perfetta per testimoniare in tempo reale cosa sta realmente accadendo nelle zone di guerra. Tuttavia la piattaforma cinese ha anche un grosso limite, che coincide con la sua virtù: l’immediatezza. Immediatezza che porta con sé la difficoltà di filtrare i contenuti, di separare quelli attendibili dalle fake news.

Ma tutto questo ha a che fare con i social usati da chi la guerra non la sta subendo, bensì la sta solo vivendo indirettamente.

Cosa sta accadendo, invece, in Ucraina? A quali piattaforme si sta affidando la popolazione nelle aree del conflitto?

L’Ucraina e Internet

L’estensore di questo articolo, che sta scrivendo nella mattina di venerdì 4 febbraio, pochi minuti fa ha ascoltato l’inviato Rai Marc Innaro parlare di forti interruzioni alla Rete in Ucraina.

Internet, dunque, funziona a intermittenza, e come se non bastasse la censura di Mosca cerca in ogni modo di limitare la circolazione delle informazioni tra gli ucraini. Che però, pare, hanno eletto un social a veicolo delle loro comunicazioni. Vediamo quale e perché.

telegram

L’Ucraina e Telegram: dal Covid alla guerra

In Ucraina, Telegram è stato usato da milioni di cittadini nei primi due anni di pandemia.

Il canale @COVID19_Ukraine è diventato uno dei principali punti di riferimento della popolazione per seguire l’andamento dei contagi nel loro Paese e nel mondo. Ed ecco l’intuizione: già nei giorni precedenti all’invasione russa in Ucraina, Telegram ha chiesto proprio attraverso @COVID19_Ukraine se i cittadini avessero voluto ricevere informazioni sulla tensione politica in atto.

La risposta è stata naturalmente positiva, e così il canale – complice anche la situazione pandemica in miglioramento – ha cambiato nome in @UkraineNOW.

Un canale di riferimento

Dal fatidico 24 febbraio, giorno dell’invasione militare di Mosca, l’Ucraina ha in Telegram una fonte continua e sicura di notizie.

Su @UkraineNOW i cittadini possono infatti leggere notizie 24 ore su 24. E, altro aspetto fondamentale, si tratta solo ed esclusivamente di notizie certificate. Un sollievo non piccolo, vista la selva di informazioni che piovono sugli utenti, che non sempre hanno modo di distinguere la verità dalle fake news.

Informazioni pratiche per tutti

Ma in che modo la popolazione dell’Ucraina può appoggiarsi a Telegram per ricevere informazioni? Quali sono i contenuti pubblicati su @UkraineNOW?

Il canale è un bollettino in cui i cittadini possono trovare aiuti pratici di qualunque tipo. Ad esempio, vengono segnalati gli imminenti attacchi aerei, lo stato dei trasporti e dove si trovano i principali medicinali. Oppure sono condivise mappe con l’ubicazione dei rifugi antiaerei.

Non esageriamo se diciamo che questo tipo di informazioni ricordano i messaggi che le staffette portavano durante la seconda guerra mondiale alle varie formazioni partigiane, mettendo ogni volta a rischio la propria incolumità fisica.

Ucraina, Telegram e la resistenza

Il paragone è ancora più calzante se pensiamo a tutti i fondamentali consigli che attraverso @UkraineNOW vengono dati ogni giorno ai cittadini. Per resistere, appunto, ma anche per organizzarsi.

Ad esempio, sul canale è stato spiegato come comportarsi ai posti di blocco. Oppure cosa fare nell’eventualità di attacchi chimici.

Ma soprattutto, è comparso un vademecum che allarga gli orizzonti agli utenti di tutto il mondo. E spiega come arruolarsi volontari in una “legione internazionale” contro la Russia.

Le informazioni pubblicate su @UkraineNOW provengono quasi esclusivamente da agenzie governative. In caso contrario, vengono verificate incrociando diverse fonti.

Il canale di Zelensky. E non solo

L’Ucraina ha un altro canale Telegram del tutto sicuro cui affidarsi. Ed è quello del presidente Volodymyr Zelensky, che conta ormai su oltre 1.200.000 iscritti.

Qui, naturalmente, a rassicurare è la figura del presidente, ma anche la sua innegabile abilità comunicativa, retaggio del passato da attore comico.

E se tramite @UkraineNOW ci si può arruolare volontari, in Ucraina un altro canale Telegram seleziona un diverso tipo di soldati. Su IT ARMY of Ukraine, infatti, si cercano hacker in grado di mandare in tilt i sistemi informatici di Mosca.

E dire che Pavel Durov, il fondatore di Telegram, è russo.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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