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Da Elon Musk a Facebook: i colossi della tecnologia in aiuto dell’Ucraina

Come la tecnologia sta soccorrendo il Paese invaso dalla Russia

Praticamente ogni guerra, ormai da diversi anni, è anche una guerra tecnologica.

Non solo perché, purtroppo, le armi adoperate sono sempre più sofisticate e letali. Ma anche perché – essendo la tecnologia sempre più centrale nelle vite dei singoli e nelle economie nazionali – soccorrere attraverso il tech o imporre sanzioni nel medesimo settore può essere di grande aiuto. O può creare enormi disagi.

Delle sanzioni tech alla Russia da parte di Ue e Usa, peraltro in continua evoluzione, abbiamo parlato in un altro articolo.

Ma Paesi e aziende si stanno pure mobilitando a favore della popolazione invasa da Mosca. Ecco così che, in questi primi e aspri giorni di conflitto, ci sono anche alcune notizie positive. Una di queste è rappresentata dagli aiuti tech all’Ucraina, che stanno arrivando da più parti (assieme agli aiuti militari). Occupiamoci di ripercorrere le principali mosse e iniziative in ambito tecnologico, che probabilmente stanno portando un parziale sollievo agli ucraini rimasti in patria, e a quelli che abitano altrove.

elon musk ucraina

Facebook e Twitter

Tra Facebook e la Russia c’è stato un curioso braccio di ferro. Iniziato quando Mosca avrebbe addirittura chiesto al social del gruppo Meta di silenziare alcuni account indipendenti che sbugiardavano le false notizie provenienti da organi filogovernativi. E il social non ha accettato.

In tutta risposta, il governo russo ha limitato l’accesso a Facebook ai suoi cittadini. La piattaforma di casa Zuckerberg, da par suo, ha bloccato gli account di alcuni media russi vicini a Putin che diffondevano fake news.

Via libera a Facebook, invece, per i cittadini ucraini. Ed è importante per gli assediati avere accesso alle piattaforme social, che già in altri casi di conflitto si sono rivelate preziose per diffondere il dissenso e permettere alla popolazione di organizzarsi.

Anche Twitter ha agito in una simile direzione, bannando alcuni account filorussi e altri vicini alla Bielorussia. Prevedibile contromossa di Mosca: Twitter è stato bloccato in Russia.

Intanto, altri social come YouTube e TikTok si stanno muovendo nella medesima direzione.

L’intervento di Elon Musk

A proposito di social e di Internet, uno dei più importanti e inattesi aiuti tech all’Ucraina è arrivato da Elon Musk. Cosa è successo?

La prima mossa è stata di Putin, che ha minacciato di isolare dalla Rete la popolazione ucraina. Proprio per impedire, come dicevamo, un’importante possibilità di dialogo a distanza.

È allora intervenuto il vice ministro ucraino Mykhailo Fedorov, con un tweet indirizzato a Elon Musk. Nel quale ha chiesto al tycoon di mettere a disposizione la rete superveloce del suo Starlink. Subito dopo l’invasione, infatti, alcune zone del Paese lamentavano già forti disservizi.

E a stretto giro è arrivato il tweet di risposta di Musk: Starlink è stato attivato in Ucraina.

Airbnb e i profughi

Gli aiuti tech all’Ucraina sono arrivati anche da una delle maggiori piattaforme di affitto di alloggi, Airbnb. Che ha teso la mano a chi sta fuggendo dalle zone di conflitto, mettendo a disposizione alloggi gratuiti per 100.000 persone.

L’azienda ha comunicato che “Airbnb ed Airbnb.org stanno collaborando con gli host per ospitare gratuitamente fino a 100.000 rifugiati in fuga dall’Ucraina. Abbiamo bisogno di aiuto per conseguire l’obiettivo. Abbiamo bisogno che il numero maggiore possibile di persone offrano casa nei paesi vicini, tra cui Polonia, Germania, Ungheria e Romania. Qualora tu non potessi, puoi comunque contribuire con una donazione. L’ospitalità è finanziata da Airbnb, Airbnb.org attraverso le donazioni e dalla generosità degli host.”

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In guerra c’è chi lascia i propri confini e chi rimane, per scelta o per necessità. E c’è anche il dramma di chi vive lontano dalla patria, e desidera mettersi in contatto con i propri cari rimasti nelle zone del conflitto.

Per agevolare questo tipo di contatti c’è stata una meritoria iniziativa, che nel giro di poche ore ha coinvolto quasi tutti i maggiori operatori di telefonia mobile che operano nel nostro Paese.

Aiuti tech all’Ucraina, o meglio ai cittadini ucraini che abitano in Italia, sono arrivati sotto forma di tariffe gratuite. Fastweb, Sky, Tim, WindTre hanno infatti azzerato i costi delle telefonate in Ucraina. E Iliad li ha più che dimezzati.

Gli aiuti tech all’Ucraina dagli sviluppatori di videogiochi

Altri aiuti tech stanno arrivando dagli sviluppatori di videogiochi. La comunità videoludica si sta attivando in modo mirabile con donazioni. E, in alcuni casi, con offerte di ospitalità ai profughi in fuga.

Il settore tech contro la Russia

Sono poi innumerevoli le azioni dell’universo tech tese in qualche modo a colpire o isolare Mosca.

Di Facebook e Twitter abbiamo già detto. Citiamo almeno altre due azioni clamorose.

Uno è l’intervento di Anonymous. Il movimento internazionale di hacker ha infatti dichiarato “guerra” a Mosca attraverso il proprio profilo Twitter.

Inoltre, Apple Pay e Google Pay sono state rese inutilizzabili per i cittadini russi che hanno aperto un conto in cinque dei principali istituti bancari del Paese.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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