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Dentro la Canzone – Come Wind of Change degli Scorpions divenne l’inno della caduta del Muro

Tra le tante band che compaiono nel cartellone del Moscow Music Peace Festival ci sono anche loro, gli Scorpions. Niente di strano, se non fosse che è il 1989, e la band in questione è tedesca, e viene dalla parte “sbagliata” del muro, quella non grata ai sovietici. Solo pochi anni prima sarebbe stato impensabile, ma nel 1989 qualcosa sta per cambiare. Si respira un vento di cambiamento. E difatti proprio quel concerto, tenutosi pochi mesi prima della caduta del Muro, porterà Klaus Meine, cantante degli Scorpions, a scrivere una canzone: Wind of Change.

“C’erano tutti: l’Armata Rossa, giornalisti, musicisti dalla Germania, dall’America, dalla Russia, tutto il mondo. Era come una visione: tutti parlavano la stessa lingua. C’era un’atmosfera molto positiva. Quella notte è stata l’ispirazione di base per Wind Of Change”, racconterà Klaus a NME molti anni dopo, quando il muro sarà ormai caduto e la canzone degli Scorpions sarà diventata un classico della musica.

1988: il contesto storico

Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, le nazioni alleate e la Russia si spartirono in modo più o meno equo i territori lasciati dalla Germania nazista, uscita sconfitta dalla guerra. La Germania venne letteralmente divisa in due, con il Muro di Berlino che divideva il Paese (ma in realtà, simbolicamente, il mondo intero). Gli abitanti della parte occidentale vivevano sotto i sistemi politici liberali dell’Europa, con la pacca sulla spalla da parte degli Stati Uniti. La parte orientale, invece, era sotto il duro controllo dei sovietici. Erano gli anni della Guerra Fredda, con il mondo costantemente a un passo da un nuovo conflitto globale, questa volta con gli occhi puntati sulle testate nucleari delle due superpotenze.

Gli Scorpions si formarono ad Hannover, una città della Germania Ovest, e riscossero un grande successo nel mondo occidentale nel corso degli anni ‘80. Un successo tale che nel 1988, in occasione del Savage Amusement tour, riuscirono a piazzare una data in Russia, a Leningrado. Un evento assolutamente impensabile per una band occidentale, date le politiche isolazioniste di Mosca. Solo i britannici Uriah Heep ci erano riusciti prima di loro, con uno storico concerto tenutosi nel dicembre 1987.

Durante il live di Leningrado il frontman Klaus Maine fece una battuta dal palco che divenne leggenda. Questi, rivolgendosi al pubblico russo, disse:

“Noi tedeschi, prima siamo venuti qui con i carri armati, ora con le chitarre, questa è la nuova Germania”.

Il concerto fu un successo. Un trionfo di musica e fratellanza, al punto che l’anno seguente, nel 1989, gli Scorpions sono chiamati a partecipare all’organizzazione del Moscow Music Peace Festival, un evento storico con la compartecipazione di artisti sovietici e occidentali.

E fu proprio nella settimana che precedette questo festival che la band scrisse Wind of Change.

La storia e il significato di Wind of Change degli Scoprions

In uno dei giorni che precedettero il festival, il manager degli Scorpions, tale Doc McGhee, decise di organizzare una gita in barca con tanto di barbecue. Non proprio la pratica tipica della tradizione cosacca. Difatti McGhee in seguito racconterà che l’organizzazione della gita in barca era stata monumentale tanto quanto l’organizzazione del concerto, a causa delle restrizioni e dei controlli che le autorità russe riservavano agli occidentali. Fatto sta che la gita in barca si fa, e la band sale a bordo dell’imbarcazione che percorre il fiume Moscòva (ricordatevi questo dettaglio, ci torneremo tra poco).

Lungo il percorso, che tocca anche il Gorky Park, Meine comincia a fischiettare una melodia. Nella sua mente c’è questo contrasto evidentissimo: solo un anno prima erano la seconda band occidentale della storia a suonare in Russia, e ora stanno prendendo parte ad un festival pieno di artisti americani, con tanto di gitarella in barca.

In sostanza Meine comincia a riflettere sulla caduta delle barriere culturali e politiche: la Guerra Fredda, che ufficialmente era ancora in corso, era in realtà in fase di congelamento definitivo. E mentre pensa a tutto ciò, ha ancora quella melodia in testa. Per non dimenticarla continua a fischiettarla. Poi arrivano le parole: “Seguo il fiume Moscova, fino al Gorky Park, e ascolto il vento del cambiamento”.

Meine ancora non lo sa, ma nella sua testa sta nascendo una canzone che diventerà leggenda. Una canzone che mesi dopo diventerà l’inno non ufficiale di uno degli eventi più importanti della storia dell’umanità: la caduta del Muro di Berlino.

Ecco come il cantante ricorderà quella giornata in barca nel corso di un’intervista a Rolling Stone:

“Eravamo su questa barca con altre band, con i giornalisti di MTV, con i soldati dell’Armata Rossa. È stato un momento di grande ispirazione per me. Era come se tutto il mondo fosse su quella barca a parlare la stessa lingua: la musica”

L’inno non ufficiale della caduta del Muro

Di ritorno dalla Russia, gli Scorpions si fiondarono in studio per lavorare al brano. Wind of Change uscirà non prima del 1990, inclusa nell’album Crazy World, ma nel frattempo era successa una cosa. Il 9 novembre 1989 cadde il Muro di Berlino, evento mostrato a più riprese nel videoclip ufficiale del brano. Per questo motivo, e per il significato di speranza che pervade la canzone, Wind of Change degli Scorpions divenne l’inno non ufficiale dell’unificazione della Germania e della caduta del Muro.

Wind of Change degli Scorpions: il significato del testo

I follow the Moskva down to Gorky Park
Listening to the wind of change
An August summer night, soldiers passing by
Listening to the wind of change

La prima strofa parte proprio dal quel viaggio in barca. Navigando il fiume Moscova, giungendo al Gorky Park, Meine ripensa a come il mondo sta cambiando. Il riferimento ad agosto è proprio alla settimana del Moscow Music Peace Festival, che si svolse il 12 e 13 agosto 1989, alla presenza dei soldati dell’Armata Rossa.

The world is closing in
And did you ever think
That we could be so close like brothers?
The future’s in the air, I can feel it everywhere
Blowing with the wind of change

Meine ci restituisce lo stupore per chi sta assistendo a qualcosa che solo pochi anni prima sarebbe stata pura utopia: la pace. Occidentali e sovietici che si trattano come fratelli. Il futuro è nell’aria, puoi sentirlo ovunque. E soffia nel vento del cambiamento.

Take me to the magic of the moment
On a glory night
Where the children of tomorrow dream away (Dream away)
In the wind of change

La glory night citata nel testo è presumibilmente quella del festival, ma simbolicamente è anche quella del futuro di pace e fratellanza tra i popoli. È interessante notare come il secondo ritornello il testo cambi. Quel “children of tomorrow dream away” diventa infatti “the children of tomorrow share their dreams

Walking down the street
And distant memories are buried in the past forever
I follow the Moskva and down to Gorky Park
Listening to the wind of change

Nella seconda strofa si ribadisce il contrasto tra passato è futuro. I ricordi delle divisioni sono sepolti per sempre. Il futuro non presenta più barriere culturali o di appartenenza politica.

The wind of change blows straight into the face of time
Like a storm wind that will ring the freedom bell
For peace of mind
Let your balalaika sing what my guitar wants to say (say)

Il bridge è impetuoso e caratterizzato da chitarre distorte. Qui Meine afferma che niente potrà fermare questo vento che soffia forte. “Come una tempesta che farà risuonare la campana della libertà”. L’abbattimento delle barriere culturali è sottolineato anche nella frase “lascia che la tua balaika canti quello che la mia chitarra vuole dire”. La balalaika è uno strumento a corde russo, molto simile alla chitarra, ma con un corpo triangolare e con solo tre corde. Meine sembra dirci che sebbene veniamo da culture diverse (“noi abbiamo la chitarra, voi la balalaika”), possiamo parlare la stessa lingua: quella della musica e della libertà.

Alcune curiosità su Wind of Change: col fischio o senza? Con MIG o senza? Facciamo senza!

Meine scrisse la canzone pensando alle parole e fischiettando la melodia, quindi pensò che il fischio fosse il modo più logico per cominciare il brano. Tuttavia la Mercury Records, label della band, contestò fortemente questa scelta. Del resto gli Scorpions erano conosciuti come un gruppo hard rock, e al fischio avrebbero preferito un intro di chitarre distorte. Come spesso accade, avranno torto.

Corsi e ricorsi storici direbbe qualcuno. Ebbene è interessante notare che il Moscow Music Peace Festival fu co-organizzato da Doc McGhee (il già citato manager degli Scorpions) e da tale Stas Namin. Ebbene lo zio di quest’ultimo è il celebre inventore del jet da combattimento MIG. Un aereo che ha dato alla Russia sovietica la superiorità aerea su gran parte del mondo per molto tempo, al punto da essere citato anche nel film per eccellenza sugli aerei da guerra: Top Gun (1986).

Per abbracciare il significato di fratellanza di Wind of Change, gli Scorpions decisero di incidere il brano in diverse lingue (tra cui anche il russo e lo spagnolo). La versione russa è però particolarmente difficile da cantare. Nonostante ciò Meine ha sempre cantato almeno un ritornello in lingua russa durante i concerti che gli Scoprions hanno tenuto in Russia.

Infine, nel 2022, la band ha deciso di omaggiare e sostenere l’Ucraina invasa (ironia della sorte proprio dalla Russia) durante un concerto. Ve ne avevamo anche parlato in un nostro articolo. Durante il concerto Meine cambiò il testo di Wind of Change, e invece di cantare “I follow the Moskva down to Gorky Park” (seguo il Moscova fino al Gorky Park) Meine ha cantato “Listen to my heart, it says Ukraine, waiting for the wind to change” (Ascolto il mio cuore che mi dice Ucraina, aspettando che il vento cambi).

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Marco Brunasso

Scrivere è la mia passione, la musica è la mia vita e Liam Gallagher il mio Dio. Per il resto ho 30 anni e sono un musicista, cantante e autore. Qui scrivo principalmente di musica e videogame, ma mi affascina tutto ciò che ha a che fare con la creazione di mondi paralleli. 🌋From Pompei with love.🧡

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