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Oggi è il World Backup Day. Quanto è importante (e sottovalutato) salvare i dati

Un’azienda italiana su quattro non fa un serio backup dei propri dati

In molti ambiti della vita (e il nostro rapporto con i computer non fa eccezione), spesso siamo tentati di seguire la rischiosissima regola del ma intanto a me non capiterà mai.

E così, dopo ogni sessione di lavoro salviamo i dati in modo distratto, e tendiamo a essere superficiali quando si tratta di fare un serio backup. Poi basta una e una sola volta in cui la regola del ma intanto a me non capiterà mai smette di funzionare, e (oltre a mangiarci le mani) diventiamo improvvisamente dei maniaci dell’ultrasicurezza informatica.

Purtroppo un atteggiamento simile viene adottato anche dalle aziende. Almeno da quelle italiane, visto che una recente ricerca ci dice che il 27% delle nostre società non possiede nemmeno una soluzione di backup per mettere al sicuro i propri dati.

E dire che oggi, come ogni 31 marzo, si celebra il World Backup Day. Vero è che quest’anno, per via del fatto che il conflitto tra Russia e Ucraina si sta giocando anche su reciproci attacchi informatici, è forse possibile che l’attenzione verso il salvataggio dei dati sia finalmente cresciuta.

Il World Backup Day

Eccoci, dunque, al World Backup Day, un giorno simbolico che si celebra ogni 31 marzo dal 2011.

Per sensibilizzare gli utenti l’approccio scelto dal sito ufficiale, disponibile anche in lingua italiana, è decisamente ironico. Prima viene spiegato cosa sia il backup, e poi vengono illustrati i diversi possibili modi per farlo. Dopo di che si cerca di estorcere una promessa agli utenti, così formulata: “Giuro solennemente che il 31 marzo farò il backup dei miei documenti e ricordi preziosi.” A cui segue un’ulteriore impegno: “Parlerò anche ai miei amici e familiari del World Backup Day: non posso sopportare l’idea che i miei amici siano sprovvisti di backup!”

Ma al di là del gradevole tono del sito, il problema del backup dei dati, e la sua sottovalutazione, sono sempre più attuali.

World Backup Day

Le aziende distratte

Ci si potrebbe facilmente immaginare come le aziende, per la quantità (e spesso l’importanza) dei dati che gestiscono, siano più solerti nell’effettuare il backup dei dati. Rispetto, magari, a un utente privato che non usa in modo professionale i suoi device.

Eppure proprio le aziende del nostro Paese, secondo un recentissimo report, si rivelano particolarmente distratte nel salvataggio dei propri dati. Infatti un’indagine condotta da Bva Doxa per Aruba indica che addirittura il 27% delle PMI italiane, dunque più di una su quattro, non adotta alcuna soluzione di backup. Esponendosi così a possibili rischi derivanti non solo da problemi tecnici, ma anche (eventualità sempre meno remota) ad attacchi hacker.

La disattenzione si fa ancora più palese per le piccole aziende: solo il 57% protegge a sufficienza i propri dati. La percentuale diventa un po’ più confortante per le medie aziende, che nell’87% dei casi si impegnare a fare il backup dei dati. Il 62% lo fa da almeno cinque anni, mentre un 3% ha una soluzione di salvataggio da appena un anno.

L’importanza del salvataggio dei dati

Le nostre imprese non sono dunque, almeno in questo ambito, un esempio virtuoso.

L’importanza del salvataggio dei dati, se mai ce ne fosse bisogno, è confermato dal fatto che ogni anno – oltre al World Backup Day – si celebrano anche l’Anti-Ransomware Day e il World Password Day. Queste due ricorrenze, che cadono nel mese di maggio, si occupano di altrettante questioni impellenti.

Gli attacchi ransomware (quelli, per essere sintetici, che sottraggono dati e chiedono un riscatto per “liberarli”) nel 2021 sono cresciuti del 148% a livello globale.

E per quanto riguarda la password, sempre impossibile ma ancora oggi le soluzioni davvero poco sicure – come la mitica combinazione numerica 123456 – sono ancora le più utilizzate.

Il 31 marzo, World Backup Day, è anche il giorno in cui da più parti vengono ricordate alcune norme fondamentali per salvare i propri dati in modo sicuro. Nemmeno noi ci esimeremo dal compito: ecco dunque alcuni consigli basilari a tale proposito.

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Le minime norme per la protezione dei dati

Anzitutto, il consiglio è quello di dotarsi di un antivirus sicuro. E, corollario fondamentale, non dimenticarsi di aggiornarlo con costanza.

Poi, ovviamente, fare il backup dei dati. Come, o meglio dove? Le soluzioni sono due: su un hard disk esterno oppure in cloud. Senza essere avari con la periodicità: almeno una volta a settimana, ma meglio ancora se quotidianamente.

Se si salva su supporti esterni, meglio utilizzare due dispositivi che si trovano in luoghi diversi, per essere tutelati in caso di furto.

Ci si ricordi poi di adottare l’autenticazione a più fattori dove possibile. E scegliamo password non elementari né troppo brevi, e soprattutto non la medesima combinazione per tutti gli accessi.

Inoltre, non dimentichiamoci che anche smartphone e videocamere, ad esempio, possono contenere dati per noi importanti. Anche di questi va fatto il backup. Consideriamo che ogni minuto, udite udite, vengono smarriti 113 cellulari.

Ultimo aggiornamento 2024-10-06 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API

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Autore

  • Claudio Bagnasco

    Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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