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Xiaomi viene rimossa dalla Blacklist USA

Dopo aver presentato un ricorso, Xiaomi ottiene la sua vittoria ed esce dalla Blacklist USA

Ottime notizie per Xiaomi. Il giudice distrettuale degli Stati Uniti Rudolph Contreras è a favore della compagnia nella causa di ricorso per il ban subito dagli Stati Uniti. Come ben sappiamo, l’Amministrazione Trump ha aggiunto Xiaomi alla Blacklist USA ai sensi del National Defense Authorization Act del 1999 qualche mese fa. Questo avrebbe impedito agli investitori americani di acquistare azioni e titoli legati alla compagnia a partire dalla prossima settimana. E avrebbe costretto chiunque possedesse già delle azioni a venderle entro l’11 Novembre. Ma gli investitori possono dirsi salvi. E la società cinese anche. La Corte Distrettuale degli Stati Uniti ha annullato le restrizioni imposte da Trump.

Xiaomi: il ban di Trump annullato dalla Corte Distrettuale USA

Xiaomi è lieta di constatare che il 12 marzo la Corte ha ordinato un’ingiunzione al Dipartimento della Difesa americano per impedire l’attuazione o esecuzione della designazione di Xiaomi come CCMC. In conformità al provvedimento concesso, la Corte ha annullato completamente e con effetto immediato la restrizione dell’Ordine Esecutivo 13959 che vietava alle società statunitensi di acquistare i titoli di Xiaomi e l’obbligo di cedere le loro partecipazioni azionarie“. Così la compagnia cinese annuncia di aver vinto il ricorso presentato un paio di settimane dopo essere stata inserita nella Blacklist USA. La vittoria arriva dopo che la società ha dichiarato il divieto di investimento “illegale e incostituzionale“.

Xiaomi ban

E non solo. Dopo aver negato qualunque collegamento con l’esercito cinese, la compagnia ha dichiarato che il provvedimento le avrebbe causato un “danno irreparabile“. E della stessa idea è anche il giudice Rudolph Contreras, che ha definito il divieto “arbitrario e capriccioso” nella sua sentenza. Anzi, considerando che Xiaomi non ha avuto diritto ad alcun processo, la decisione dell’Amministrazione Trump potrebbe essere annullata completamente. In fondo, è piuttosto evidente che la scelta di inserirla nella Blacklist abbia poco a che fare con l’attività dell’azienda, diventata oramai il terzo produttore di smartphone al mondo. Proprio per questo, la compagnia sembra intenzionata a proseguire la sua battaglia legale. Così riferisce un portavoce: “Ad ogni modo, Xiaomi ha intenzione di proseguire chiedendo l’illegittimità della designazione e la sua revoca permanente“.

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