Il 9 febbraio è stato il Safer Internet Day, una giornata dedicata ai rischi del mondo del web. La rete, lo sappiamo, è uno strumento dalle potenzialità incredibili, ma al contempo è ricca di lati oscuri. E quando si pensa a questo tipo di problemi il tema del cyberbullismo è uno dei primi a venire in mente. Un argomento che è sempre più importante affrontare, soprattutto ora che la nostra vita è sempre più online. Proprio in questa direzione va il progetto #cuoriconnessi, promosso da Unieuro e Polizia di Stato.
#cuoriconnessi per affrontare il tema del cyberbullismo
Alla base di questa iniziativa c’è un libro. Scritto da Luca Pagliari e intitolato #cuoriconnessi – Tu da che parte stai?, raccoglie una serie di storie da tutta Italia. Testimonianze di chi ha vissuto sulla propria pelle il bullismo, digitale o meno, ma anche di chi è riuscito a usare proprio la tecnologia per superare queste difficoltà. Il volume è disponibile gratuitamente in tutti i punti vendita di Unieuro in formato cartaceo e in digitale sul sito ufficiale del progetto.
Proprio in questi giorni, a un anno dal debutto della prima, è peraltro arrivata una nuova edizione del libro. Una raccolta completamente nuova che accoglie nuovi racconti, esperienze di vita che facciano toccare con mano le difficoltà che molti giovani affrontano nella propria vita sociale e scolastica.
Ma la vita di questo progetto va oltre la parola scritta. Da tempo ormai #cuoriconnessi si è tradotto anche in appuntamenti virtuali sul canale YouTube ogni martedì e venerdì alle 14. Occasioni per parlare e raccontare faccia a faccia le esperienze di chi ha vissuto il tema del cyberbullismo sulla propria pelle e ne è uscito. Un’idea che si è concretizzata ancora di più con il docu-film Le parole nel cuore, incentrato su un caso specifico, sulla storia di una ragazza che ha dovuto scontrarsi con questa realtà.
E ancora, #cuoriconnessi tocca sempre più canali, per poter fare divulgazione sul tema del cyberbullismo. Non mancano quindi gli eventi, che portino i ragazzi ancora più a contatto con le conseguenze di questi comportamenti. E fra questi, anche quello tenutosi il 9 febbraio, in occasione appunto del Safer Internet Day.
La parola e la prevenzione sono la vera chiave
Per questa giornata infatti è stato organizzato uno speciale evento digitale dedicato proprio ai più giovani. Ad alternarsi sul palco digitale sono stati ospiti differenti, tra professori, esperti, protagonisti delle storie raccontate nel libro e figure di rilievo di Unieuro e Polizia di Stato, sostenitori del progetto, tutti moderati da Luca Pagliari.
Soprattutto, però, grazie alle possibilità della tecnologia è stato possibile coinvolgere anche le scuole di tutta Italia. Tantissime classi lungo lo Stivale hanno potuto seguire l’evento in diretta, interagendo con le proprie domande. Si stimava che più di 250.000 studenti fossero connessi, per comprendere di più questo problema.
Uno dei concetti su cui si è insistito particolarmente è che il cyberbullismo vada affrontato soprattutto dal punto di vista della prevenzione. È importante che tutti (entità pubbliche e private) uniscano le forze per insegnare ai ragazzi quanto le conseguenze delle proprie azioni possano essere gravi. Muovendosi in un ambiente tecnologico è facile dimenticare che dietro lo schermo, dietro un nickname ci siano delle persone vere che soffrono. E che spesso, proprio per la pervasività della rete, potrebbero ritrovarsi tormentati per tutta la vita, senza possibilità di sfuggirvi, neanche con uno spostamento geografico.
Tuttavia non bisogna pensare che non si possa assolutamente perseguire chi compie azioni di questo tipo. Ogni azione sul web lascia una traccia ed è possibile risalire ai colpevoli e punirli. La cosa importante è parlarne. Chi è vittima di cyberbullismo deve agire subito e raccontare tutto a un suo referente, che sia un professore o un genitore o altro. Una scelta che richiede del coraggio, ma che è importante fare immediatamente.
Sul tema del cyberbullismo, l’ultima parola l’ha l’amicizia
Senza paura di essere retorici poi, è importante ricordare quanto l’amicizia sia potente come arma contro il bullismo, cyber o meno. Uno dei concetti ricorrenti nelle testimonianze dei ragazzi è proprio quanto si siano sentiti soli nell’affrontare gli altri. A volte una parola gentile, una stretta di mano, un sostegno da parte di un amico è quello che serve per riuscire a rialzare la testa e respirare. E così, uniti, un giorno potremo magari dire addio a esperienze terribili come quelle raccontate in #cuoriconnessi.
- Teo, Benedetti (Autore)
Ultimo aggiornamento 2024-10-06 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
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