I reati online contro i minori sono cresciuti del 77% nel 2020.
Questo il dato, allarmante, che proviene da un recente report della Polizia Postale.
L’apice è stato toccato nei mesi della pandemia. E l’età delle vittime si sta abbassando. Vediamo più nel dettaglio l’esito di questa indagine.
Reati online contro i minori in crescita: il report della Polizia Postale
I reati sul Web ai danni dei minori hanno avuto un consistete aumento lo scorso anno. È quanto dichiarato dalla Polizia Postale mercoledì 5 maggio, in occasione della giornata nazionale contro la pedofilia e la pedopornografia.
I reati oggetto di indagine riguardano un ampio spettro di fenomeni. Citiamo solo quelli numericamente più rilevanti: pedopornografia, adescamento online, estorsioni sessuali, revenge porn, cyberbullismo e truffe.
Se nel corso del 2020 i casi in cui sono stati commessi reati online contro i minori sono cresciuti complessivamente del 77% rispetto al 2019, i casi di pedopornografia sono aumentati addirittura del 132%: parliamo di 3243 casi del 2020 contro i 1396 dell’anno precedente.
Reati online contro i minori: i numeri
Sono diversi i dati che preoccupano. Intanto, viene rilevato un abbassamento dell’età media delle vittime: è infatti in netta crescita il numero di bambini sotto i 9 anni che rischia l’adescamento online, o il ricatto dopo essere stati convinti a inviare immagini sessualmente esplicite.
Il problema riguarda anche gli adulti, incapaci di esercitare un corretto controllo sull’utilizzo del Web da parte dei bambini. Come ha dichiarato Nunzia Ciardi, direttrice della Polizia postale: “Sono numeri che indicano come minori di 13 anni siano stati lasciati soli in Rete per tutto il tempo necessario a queste operazioni. Per l’adulto non è facile comprendere con immediatezza che se il bambino è da solo in Rete corre un pericolo. Ma è proprio questa mentalità che bisogna combattere, cercando di far capire che per i più piccoli stare soli con un dispositivo è più pericoloso che esserlo in strada di notte: espone a qualsiasi rischio e a qualsiasi tipo di interazione”.
Reati online: minori contro minori
Altrettanto in crescita è il numero dei minori autori di reato. Negli ultimi cinque anni le denunce a carico di minori per aver commesso reati online è aumentato del 213%. Si è inoltre abbassata l’età media dei ragazzi denunciati, da 16 anni a 15.
Nel 91% dei casi si tratta di maschi. La pratica, spesso alla ribalta delle cronache, è quella di scambiarsi video pedopornografici o violenti, sovente pescati nel deep Web.
Tra i minori sono in aumento anche i casi del revenge porn e del cyberbullismo. Quest’ultimo fenomeno ha visto un’impennata delle denunce del 96% durante i mesi della pandemia. “La cosa pericolosa è che questi ragazzi hanno una consapevolezza molto labile, non si rendono conto dei reati che stanno compiendo. Questo non può che allarmarci, perché vuol dire che non hanno la minima educazione su come stare in Rete”, spiega Nunzia Ciardi.
Reati online contro i minori e pandemia
Di certo i mesi di pandemia, con l’introduzione della didattica a distanza (ma anche con l’aumento del tempo di permanenza dei più giovani sul Web), ha facilitato l’incremento di questo tipo di reati.
È sempre Nunzia Ciardi a sottolineare questa ambiguità: “La tecnologia è stata fondamentale per i più piccoli durante l’isolamento per mandare avanti l’istruzione con la didattica a distanza e li ha aiutati a mantenere i contatti con gli amici e i parenti. Ma questo uso massiccio ha avuto un costo molto alto, specialmente dove i bambini sono stati lasciati soli davanti al computer”.
Fenomeno in crescita anche nel 2021
Il trend, peraltro, non solo non accenna a diminuire, ma semmai all’inizio del 2021 continua la sua impennata. Nei primi quattro mesi dell’anno in corso si è infatti verificato un aumento dei casi del 70% rispetto allo stesso periodo del 2020. Basti pensare che da gennaio ad aprile ci sono stati 52 casi di adescamento, contro i 41 dell’intero anno precedente.
Come intervenire
La Polizia Postale organizza continue attività di sensibilizzazione e informazione, in presenza o in modalità virtuale.
Gli agenti promuovono incontri nelle scuole, e nel periodo dello smart working la campagna “Una vita da social” ha permesso a migliaia di studenti di conoscere meglio i rischi che si corrono durante la navigazione sul Web.
È del tutto evidente che un ruolo centrale in questo senso lo giocano gli insegnanti e, in misura ancora maggiore, i genitori. Dice Nunzia Ciardi: “È una materia molto delicata: chiaramente la tecnologia è vitale, e la pandemia ce lo ha mostrato. Non si può pensare di precludere questi strumenti ai ragazzi, non è la soluzione per tenerli al sicuro. È necessario che i minori imparino a stare in rete così come imparano a stare al mondo. Come un adulto accompagna il ragazzo nelle prime esperienze di vita reale, così deve essere anche online.
I genitori sono chiamati a uno sforzo enorme. Ma solo in questo modo possiamo trasmettere gli anticorpi ai nostri ragazzi per proteggerli dal virus dei reati sessuali online. Soltanto così saranno in grado di cogliere tutte le opportunità della rete senza restare impigliati”.
Ultimo aggiornamento 2024-10-06 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
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