Audizione di Frances Haugen al Parlamento europeo.
La cosiddetta whisteblower, l’ex dipendente di Facebook che con le sue testimonianze ha messo in ginocchio la più nota e potente piattaforma social del mondo, è impegnata in una sorta di tour europeo. Che nella giornata di lunedì 8 novembre l’ha vista portare la propria testimonianza davanti ai membri della Commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori del Parlamento europeo.
Una settimana prima, lunedì 1 novembre, nella giornata inaugurale del Web summit di Lisbona l’ex product manager di Facebook aveva fatto il suo esordio in pubblico.
Frances Haugen al Parlamento europeo ha parlato di diversi argomenti, tra cui il Digital Service Act, il metaverso e Twitter. Oltre, naturalmente, a Facebook.
Scopriamo cosa ha detto alla Commissione europea l’ex dipendente dell’azienda di Mark Zuckerberg. Dopo di che ripercorriamo brevemente le sue azioni che, nelle ultime settimane, hanno sconvolto il social frequentato da quasi 3 miliardi di persone.
Frances Haugen al Parlamento europeo
Lunedì 8 novembre 2021 Frances Haugen ha fatto tappa al Parlamento europeo. L’ex dipendente di Facebook sta girando l’Europa per mettere al corrente istituzioni e governi sui rischi e i pericoli che si celano dietro al social network.
Pericoli che, grazie alla sua testimonianza e alla mole impressionante di documenti che la stampa sta pubblicando, continuano a essere resi noti agli utenti di tutto il mondo. Ultimo in ordine di tempo, un report interno a Facebook reso noto dal Wall Street Journal venerdì 5 novembre, secondo cui la piattaforma darebbe dipendenza (con tanto di problemi psichici) a un fruitore su otto.
Frances Haugen al Parlamento europeo ha toccato diversi argomenti, iniziando inevitabilmente da Facebook, e non lesinando lodi alla stessa Europa.
I pericoli di Facebook
Facebook non sarà stato l’unico tasto su cui ha battuto Haugen davanti alla Commissione europea, ma di certo ha avuto un ruolo centrale.
L’ex dipendente ha subito precisato che il gruppo, il cui nome è ora Meta, ha “infinite risorse con cui potrebbe distruggermi.” A conferma dell’enorme peso anche politico dell’azienda: basti pensare che dai Facebook Papers sono emersi atteggiamenti perlomeno ambigui del social nei confronti di diversi regimi dittatoriali.
Anche se l’oggetto del suo intervento sarebbe stato in teoria generico (“Testimonianze degli informatori sull’impatto negativo dei prodotti delle grandi aziende tecnologiche sugli utenti”), Frances Haugen ha ribadito gli effetti negativi di Facebook sui bambini. E ha detto come i prodotti di Meta “alimentino la divisione, indeboliscano la nostra democrazia e molto altro.”
Ha poi esplicitato un suo caposaldo. E cioè il fatto che “la leadership dell’azienda conosce i modi per rendere più sicuri Facebook e Instagram, ma non apporterà i cambiamenti necessari perché ha messo i suoi profitti imminenti prima delle persone”.
L’ex dipendente è tornata sui pericoli di Facebook e sui rischi della propria esposizione in prima persona: “Se a Facebook sarà permesso di continuare a operare nell’oscurità, avremo solo un crescendo di tragedie come risultato. Mi sono fatta avanti, con grande rischio personale, perché credo che abbiamo ancora tempo per agire, ma dobbiamo agire ora.”
Critiche al metaverso
Frances Haugen ha inoltre criticato il metaverso, definendo “inaccettabile” l’investimento di Meta in quel settore, nel quale sono previste 10.000 nuove assunzioni.
Si parla della cifra impressionante di 10 miliardi di dollari. E la whisteblower si domanda come mai una somma così importante non venga adoperata per aumentare la sicurezza degli utenti.
Tra le altre cose, Haugen ha dichiarato che Twitter è un social più trasparente di Facebook.
Le lodi al Digital Service Act
Frances Haugen era nel posto adatto, cioè al Parlamento europeo, per lodare il Digital Service Act (i Regolamenti sui servizi digitali). E così ha fatto, dicendo che “è una legislazione che può ispirare gli altri Paesi del mondo, compreso il mio, a inseguire nuove regole che possono salvaguardare le nostre democrazie”.
E si è spinta anche oltre, affermando che “la posta in gioco è molto alta. Avete l’opportunità unica di creare nuove regole per il nostro mondo online. Un social media più sicuro e divertente è possibile.”
Frances Haugen e Facebook
Frances Haugen è l’ex dipendente che, con le sue dichiarazioni a 60 Minutes e con l’impressionante mole di documenti consegnata ai giornali, ha mostrato profonde lacune nella gestione del social di Menlo Park.
Ha iniziato il Wall Street Journal pubblicando i Facebook Files, hanno proseguito 17 tra le maggiori testate statunitensi con i Facebook Papers.
A sua volta, Haugen si sta ponendo in prima persona nella denuncia dei pericoli connessi a Facebook. Aveva iniziato con un’audizione al Congresso degli Stati Uniti e poi al Parlamento Britannico. Quindi il suo intervento al Web Summit di Lisbona. E dopo l’audizione al Parlamento europeo sarà la volta di Parigi.
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