La formalizzazione dell’acquisto di Twitter da parte di Elon Musk ha scatenato molte perplessità e parecchi timori sul futuro del social network, ma anche un vantaggio per il diretto concorrente Mastodon.
Tali paure sono state confermate da un hashtag andato in poco tempo in tendenza: #Twittermigration.
Gli utenti di Twitter pronti a migrare
Nelle ultime ore il social del canarino azzurro è in fibrillazione.
Sono tanti i tweetters che si stanno domandando dove poter aprire un nuovo account nell’eventualità in cui la politica del nuovo proprietario di Twitter dovesse rivelarsi troppo permissiva.
I timori si fondano su vecchie critiche mosse da Musk verso il social.
A marzo di quest’anno, infatti, il fondatore di Tesla aveva dichiarato che Twitter avrebbe dovuto garantire maggiormente la libertà di parola degli utenti.
Che fosse o meno una tirata d’orecchie per aver oscurato alcuni account, tra cui quello di Donald Trump, le dichiarazioni passate di Musk hanno fatto rizzare le antenne a molti.
Insomma, in migliaia cercano un paracadute, un piano B nel caso dovessero cominciare a moltiplicarsi a cascata i contenuti d’odio e violenza.
I social su cui migrare vedono per ora ai primi posti Discord, inizialmente utilizzato quasi totalmente dai gamer o dagli streamer di Twitch, e Mastodon.
Ed è proprio quest’ultimo che ha registrato un’impennata delle iscrizioni.
Che cos’è Mastodon, l’alternativa a Twitter
Questo social network, nato nel 2016, è sicuramente più simile a Twitter come piattaforma, ma si autodefinisce “più etico” nel non tracciare gli utenti ai fini pubblicitari.
Nell’ultima settimana, secondo Eugen Rochko, CEO di Mastodon, si sono uniti al social ben 18.000 nuovi utenti, registrando al 28 ottobre 381.113 account.
Molti di questi provengono da Twitter. Tramite l’hashtag #Twittermigration sono tanti gli utenti ad aver confermato di aver creato un nuovo account su Mastodon, ma non tutti si sentono pronti a lasciare completamente Twitter.
Le comunità accademiche e tecnologiche su Twitter hanno scelto Mastodon
Anche alcuni utenti che fanno parte delle comunità accademiche e tecnologiche hanno cominciato a inserire nella propria bio il nuovo profilo Mastodon.
Ma, come per altri utenti, neanche per loro è facile decidere se lasciare o meno del tutto Twitter.
“Sarebbe un vero peccato per me professionalmente perdere questa risorsa“, ha dichiarato Danny Groner, direttore makreting di Forecast Lab, al sito Wired, “C’è un punto di rottura per me, personamente e moralmente”.
Più dura la posizione del blogger Matt Haughey: “Non voglio creare valore per Musk”.
La situazione sembra diventare più calda di minuto in minuto. È delle scorse ore, infatti, la voce che vuole proprio un possibile ritorno di Trump su Twitter.
Donald Trump guarda con favore alla nuova era di Musk su Twitter
“Sono molto felice che Twitter sia ora in buone mani e che non sarà più gestito da folli e maniaci della sinistra radicale che odiano veramente il nostro Paese“, queste le parole del Taycoon su Truth Social.
Parole che per alcuni lascerebbero intravedere un ritorno di The Donald su Twitter, dopo essere stato bannato definitivamente dalla piattaforma per incitamento alla violenza.
Scelta che Musk, forte della sua politica sulla libertà di parola, considerò negativamente.
Certo, vista così la cosa non significa nulla, se non avere due posizioni affini.
Ma è stato il licenziamento lampo di quattro dirigenti Twitter, tra cui Vijaya Gadde (l’avvocato che lavorò senza sosta per la sospensione permanente dell’account dell’ex Presidente degli Stati Uniti) a far tremare di più.
Questa decisione, percepita come uno schiaffo a mano aperta, ha fatto decidere a molti di migrare su nuovi social network.
Che la nuova era di Musk stia per essere già oscurata da quella di Mastodon?
Ultimo aggiornamento 2024-10-06 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
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