Apple sta ricevendo critiche per aver rimosso dall’App Store delle applicazioni LGBTQ+ in 152 nazioni. Uno studio di Fight for the Future e di GreatFire ha analizzato 64 app che si rivolgono direttamente alla comunità LGBTQ+, rilevando che molte di queste non sono disponibili in alcuni Paesi. Ma Apple riporta che la scelta non è presa da Cupertino.
App LGBTQ+ rimosse dall’App Store in molti Paesi
Secondo quanto riportano le due associazioni, una americana (Fight for Future) e l’altra cinese (GreatFire), oltre 50 app pensate per la comunità LGBTQ+ sono indisponibili in vari App Store. Secondo lo studio, Apple sta aiutando queste nazioni ha perpetrare l’omofobia in questi Paesi. In Cina, 27 app LGBTQ+ sono state bloccate su richiesta del Governo Cinese o preventivamente. In Arabia Saudita, sono 28 le app non raggiungibili. L’applicazione weBelong è censurata in 144 Paesi, Hinge in 135, l’applicazione di dating Trans risulta irraggiungibile in 77 App Store.
Molti dei Paesi in cui le app non sono raggiungibili sono anche in fondo alla classifica dei diritti umani per la comunità queer. Ma per sottolineare il ruolo di Apple nella censura, la ricerca menziona il fatto che in nazioni dove l’omosessualità è un reato come la Malaysia, solo 7 di queste app sono censurate. Mentre Paesi che hanno legalizzato l’omosessualità come la Nigeria e la Corea del Sud sono fra gli App Store più censurati.
La risposta di Apple
Apple ha riportato che lo studio contiene alcune inesattezze, come il fatto riporta la censura di app come Grindr e Scruff che sono invece disponibili in tutti gli App Store. Inoltre l’azienda di Cupertino riporta che nessuna delle 27 applicazioni menzionate nel testo sono state rimosse da Apple: a volte la censura arriva dal governo locale, altre volte sono gli sviluppatori che rimuovono l’applicazione per evitare problemi legali o per la sicurezza dei propri utenti. Delle 64 app monitorate, solo 4 sono state rimosse direttamente da Apple per motivi legali.
Nel pubblicare lo studio, Fight for the Future riporta per voce di Utsav Gandhi: “È inaccettabile che Apple continui questa pratica commerciale, che è fondamentalmente incompatibile con i diritti umani e con la sicurezza della comunità LGBTQ+”. L’associazione fa notare la differenza fra le celebrazioni del Pride Month da parte di Apple con queste misure repressive che accetta. Mentre mantiene un controllo rigido sull’App Store in molte altre questioni (come quella dei pagamenti all’origine del caso Epic).
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