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Le app per iOS possono aggirare la temuta App Tracking Transparency di Apple

Un anno fa Apple rilasciava iOS 14.5 con l’App Tracking Transparency (ATT).
Una piccola rivoluzione.
O meglio, una novità apprentemente piccola che però ha scosso il mondo mobile. Da un lato infatti permette gli utenti di sapere quali applicazioni raccolgono i loro dati e quali informazioni vengono condivise, dall’altro però ha messo in difficoltà colossi come Meta che, senza possibilità di tracciare gli utenti, si ritrovano con campagne pubblicitarie meno efficaci, cosa che porta gli inserzionisti a spendere meno su Facebook e Instagram.

Ora però emergono nuovi dettagli sull’ATT. Una ricerca infatti sembra evidenziare qualche falla nel sistema adottato da Apple, falla che permetterebbe comunque il tracciamento degli utenti.

L’App Tracking Transparency non funziona?

Il 13 aprile è comparso online un articolo di ricerca dal titolo “Goodybye Tracking? Impact of iOS App Tracking Transparency and Privacy Labels”, redatto dai ricercatori del Dipartimento di Informatica dell’Univiersità di Oxford (se siete curiosi, potete scaricarlo qui).

Il documento spiega che l’App Tracking Transparency funziona bene nella maggior parte dei casi ma non è perfetto. Nello specifico pare che il framework esponga il fianco ad una serie di scorciatoie che permetterebbero di aggirare l’ATT e raccogliere dati.

I ricercatori hanno inoltre identificato 9 app per iOS che usano un codice lato server per generare degli identificativi che vengono utilizzati per tracciare l’utilizzo cross-app, ossia per capire cosa fanno gli utenti anche al di fuori della singola applicazioni. Tutti questi dati pare vengano poi raccolti da una società che risulta essere una sussidiaria del colosso cinese Alibaba.

Infine sembra che la stessa Apple non sia tenuta a rispettare la sua stessa politica sulla raccolta dei dati con l’obiettivo di raccogliere informazioni sulla solvibilità degli utenti.

Quindi, a conti fatti, l’ATT non funziona? In realtà non è esattamente questa la conclusione che dovremmo trarre. L’ATT è qualcosa di nuovo, qualcosa che nasce con l’obiettivo di dare ai consumatori la possibilità di scegliere. Ed è un enorme passo avanti nel settore.
Non è però perfetta. Senza contare che è un grande cambiamento per tutte le altre aziende: rinunciare a tutti quei dati non è facile. Possiamo quindi comprendere – ma non condividere – i tentativi di trovare una soluzione a questo inaspettato problema. La soluzione però non dovrebbe essere aggirare il framework di Apple. Al centro dovrebbe rimanere l’utente, la sua esperienza e il suo diritto alla privacy.

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ArsTechnica

Erika Gherardi

Amante del cinema, drogata di serie TV, geek fino al midollo e videogiocatrice nell'anima. Inspiegabilmente laureata in Scienze e tecniche psicologiche e studentessa alla magistrale di Psicologia Clinica, dello Sviluppo e Neuropsicologia.

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