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Elon Musk contro il politically correct e le politiche arcobaleno di Netflix

Dopo la notizia del primo storico calo di abbonamenti Netflix dopo 10 anni, anche Elon Musk ha voluto dire la sua, e lo ha fatto ovviamente su Twitter. Per il CEO di Tesla e Space X le problematiche della piattaforma di streaming risiedono nel “woke mind virus”. No, niente a che vedere con la pandemia, l’espressione woke virus, in America, indica qualcosa di più profondo, radicato nel pensiero umano. Quella condizione insomma che da un risveglio di coscienza positivo (woke mind) diventa qualcosa di estremo e negativo (virus). Con questa espressione ci si riferisce infatti alla deriva “esagerata” di determinati movimento sociali ritenuti giusti. Come ad esempio la lotta al razzismo, che però sfocia nella violenza, nella censura di opere e nel vandalismo. O ancora nei movimenti LGBTQ+ che, come nel caso di Netflix, stanno imponendo vincoli e standard nelle produzioni. Insomma, per dirla con un termine tanto abusato quanto improprio: il politically correct.

La posizione di Elon Musk rispetto al calo di Netflix

Il calo degli abbonamenti Netflix, per la piattaforma, non segna solo un problema per gli introiti diretti dalle sottoscrizioni. La società ha infatti registrato un vertiginoso crollo in borsa, perdendo circa il 20% nella giornata di martedì 19 aprile 2022. A due giorni di distanza il titolo è continuato a calare, e potrebbe non essere finita qui. Se c’è poi uno che di titoli in borsa ne capisce qualcosa allora quello è il caro Elon Musk che, dopo aver acquisito il 9% di Twitter, ha affidato proprio al suo social preferito – che a breve potrebbe diventare suo e basta – i suoi pensieri in merito alla tempesta che si sta abbattendo su Netflix.

“Il woke mind virus sta rendendo Netflix inguardabile” ha affermato il magnate, riferendosi probabilmente alle politiche arcobaleno che negli ultimi anni stanno permeando le produzioni della piattaforma. Non è infatti una novità che numerose serie TV e film Netflix degli ultimi anni abbiano risentito della “paura” di scontentare determinate categorie oggetto di temi socialmente sensibili. Una sorta di gabbia mentale che rischia quindi di soffocare la creatività degli sceneggiatori, i quali devono invece sottostare a dei vincoli dettati dalla necessità di includere determinate fasce della popolazione.

In un altro tweet un utente ha chiesto, probabilmente in modo ironico, se il “woke mind virus” rappresentasse la più grande minaccia per la società civile. La risposta del CEO di Tesla è stata lapidaria.

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Marco Brunasso

Scrivere è la mia passione, la musica è la mia vita e Liam Gallagher il mio Dio. Per il resto ho 30 anni e sono un musicista, cantante e autore. Qui scrivo principalmente di musica e videogame, ma mi affascina tutto ciò che ha a che fare con la creazione di mondi paralleli. 🌋From Pompei with love.🧡

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