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Apple Pay: come funziona e dove usarlo

Apple Pay sbarca finalmente anche in Italia

Pensate a tutte quelle volte in cui dovete pagare il bar sotto casa, la spesa al supermercato, il ristorante vicino al vostro ufficio o una manciata di libri presi al volo al negozio dietro l'angolo. Pensate a tutte quelle volte in cui dovete aprire la borsa, cercare il portafoglio, localizzare la carta di credito e pagare. Un'operazione abituale ma non particolarmente breve, soprattutto se siete un po' smemorati e quindi obbligati a rovistare nello zaino o nella borsa prima di catturare ciò che vi serve.

Questo discorso non vale invece per lo smartphone perché, volenti o nolenti, finiamo sempre con il tenerlo in mano o in tasca, in modo che sia sempre raggiungibile. È proprio per questo motivo che è nato Apple Pay, il sistema di pagamento creato dal colosso di Cupertino e sbarcato qualche giorno fa anche nel nostro Paese. Ma come funziona questo chiacchieratissimo sistema e dove possiamo effettivamente usarlo?

Apple Pay: tutto ciò che vi serve è un dito

Apple Pay è stato lanciato la prima volta nel settembre del 2014 e si è evoluto nel tempo fino a diventare ciò che è ora: un metodo di pagamento che funziona con il vostro iPhone (da iPhone 6 in avanti), con Apple Watch, iPad (dall'iPad Air 2 in avanti) e con i Mac con sistema operativo Sierra o successivi.

Attenzione però. Il sistema non funziona allo stesso modo su ogni dispositivo. Sui nuovi MacBook Pro, ad esempio, è inserito un lettore per le impronte con cui potete dare l'ok alla transazione, cosa che invece non è prevista sui modelli precedenti, che quindi si collegano al vostro iPhone per avere la conferma definitiva della transazione. Tutto ciò funziona però solo per gli acquisti online ed un discorso simile vale anche per l'iPad, dove sarete sì chiamati a scansionare la vostra carta di credito per aggiungerla al portafoglio virtuale e a confermare i pagamenti con il Touch ID – proprio come dovrete fare sullo smartphone -, ma tutto ciò non potrà essere usato in mobilità.

iPhone e Apple Watch permettono invece di sostituire la classica carta di credito nell'utilizzo quotidiano. Il primo infatti sfrutta l'NFC per pagare in tutti i negozi in cui sono attivi i pagamenti contactless, permettendovi di farlo semplicemente puntando il device in direzione del POS per poi confermare l'acquisto tramite il già citato Touch ID, mentre il secondo vi chiede solo di premere due volte il tasto laterale dopo averlo avvicinato al terminale.

Semplice e veloce.

Apple Pay: dove usarlo?

Di per sé non esistono limiti veri e proprio all'utilizzo di Apple Pay nella "vita reale". Potete pagarci il caffè, la pizza, i libri, il nuovo caricabatterie del PC o addirittura un nuovo telefono. Tutto ciò che vi serve è un iPhone (o un Apple Watch) e un'attività commerciale dove – come vi dicevo prima – sia presente un POS compatibile con i pagamenti contactless. Tranquilli, la situazione in Italia è abbastanza confortante: circa il 50% degli esercenti infatti utilizza questo tipo di dispositivo, quindi trovarne uno che accetta Apple Pay non sarà di certo un'impresa.

Il discorso invece è un po' diverso per i pagamenti online, dove due sono i requisiti richiesti: la compatibilità del sito scelto con il servizio di Cupertino e l'utilizzo di un device Apple munito di Safari.

Tra i siti su cui risulta attivo questo metodo di pagamento troviamo Monclick, il sito di e-commerce italiano specializzato nella vendita di prodotti hi-tech, e SaldiPrivati, dove trovate abbigliamento per uomo donna e bambino. A questi ovviamente se ne aggiungono tanti altri, molti dei quali hanno scelto di aggiungere Apple Pay anche alle relative applicazioni. Volete sapere quali? Vi basta aprire l'App Store su iPhone e iPad per trovare una selezione delle aziende che hanno deciso di adeguarsi a questo standard.

Apple Pay e i limiti italiani

Lo so, a questo punto sarete già corsi sull'applicazione Wallet di iPhone per aggiungere la carta di credito ed usare Apple Pay. Con ogni probabilità però la vostra carta è stata rifiutata.

Apple Pay infatti non aggancia i normali circuiti ma si basa sulle banche e sulla loro volontà di emettere carte di credito virtuali che vengono associate alle vostre. Sì, avete capito bene: tecnicamente il numero di carta usato per pagare non è il vostro. È il server della banca a generare un numero di carta associato all'iPhone e all'Apple Watch, un numero che viene sospeso ogni volta che cambiate dispositivo o lo ripristinate. Questo da un lato garantisce una maggiore sicurezza, ma dall'altro impone appunto il passaggio dalla banca.

Al momento quelle che hanno aderito ad Apple Pay sono Boon, Unicredit e Carrefour. Poche, anzi, pochissime se confrontate agli istituti di credito presenti sul territorio e al numero di banche che hanno aderito al servizio negli Stati Uniti. Niente paura però, alle 3 già presenti si aggiungeranno entro la fine dell'anno anche Widiba, Mediolanum, Fineco, Hype, ExpendiaSmart e American Express.

Insomma, non disperate. Date tempo al tempo.

E voi, avete già provato Apple Pay?

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Erika Gherardi

Amante del cinema, drogata di serie TV, geek fino al midollo e videogiocatrice nell'anima. Inspiegabilmente laureata in Scienze e tecniche psicologiche e studentessa alla magistrale di Psicologia Clinica, dello Sviluppo e Neuropsicologia.

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