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Le aziende sono smart ma non si applicano

Una nuova ricerca commissionata da Aruba evidenzia l'interesse per le tecnologie Edge, che però non vengono sfruttate al massimo

Aruba, società Hewlett Packard Enterprise, sta prestando sempre più attenzione nella propria strategia aziendale al livello dell’Edge. Sistemi di questo tipo permettono di gestire i dati, dalla raccolta all’archivio e all’analisi, in maniera più rapida e funzionale con evidenti ricadute positive sull’efficienza. Questo ha portato sempre più interesse sull’Edge, ma spesso ci si ferma a un livello superficiale, senza sfruttare le vere possibilità che offre.

Aruba presenta una ricerca sullo stato dell’arte dell’Edge

Proprio per analizzare lo stato dell’arte in merito a questo tipo di tecnologie, Aruba ha commissionato a Vanson Bourne uno studio approfondito, i cui risultati sono stati presentati pochi giorni fa alla stampa. Una ricerca che ha coinvolto 2.400 decision maker a livello mondiale, di cui ben 100 dal nostro Paese. Il nome del report che contiene tale analisi è particolarmente rappresentativo della situazione in cui ci si trova al momento: “At the Edge of Change: Navigating the New Data Era“.

Il primo risultato che emerge conferma le previsioni: le strutture Edge sono di grande attrattiva per le aziende al momento. Circa il 72% dei decision maker IT intervistati comunica di utilizzare già strumenti del genere, mentre il 16% ha in programma di implementarli entro l’anno. L’Italia in particolare è in fase di forte ascesa, con una crescita consistente degli utilizzatori nel recente periodo. Questo perché tali tecnologie permettono di gestire al meglio i diversi processi di business, soprattutto per quanto riguarda la fase di produzione.

Guardando dal punto di vista dei settori, il più avanzato è sicuramente il finanziario con tassi di crescita molto elevati. Ottima anche l’implementazione nel mondo dell’educazione e del retail, mentre più lenta è l’ascesa in campo industriale (che però parte da una diffusione già elevata). C’è ancora un po’ di difficoltà nell’hospitality, nonostante i vantaggi che potrebbe ottenere.

Il vantaggio principale riguarda una minore latenza offerta da soluzioni di questo genere. Un fattore che non è da sottovalutare considerata la crescita dei volumi di dati raccolti dalle aziende. Un terzo degli intervistati già sostiene che siano troppi da gestire per i propri sistemi e la velocità offerta dall’Edge (magari con soluzioni di Intelligenza Artificiale e machine learning integrate) è un aiuto importante.

C’è molto di più di questo, ci dice Aruba

aruba edge studio potenziale

Quello che Fabio Tognon, Country Manager di Aruba, ha evidenziato nel mostrare i dati dello studio è quanto ancora ci sia da lavorare per sfruttare al meglio le potenzialità dell’Edge. A oggi l’interesse nell’utilizzo di questi sistemi è soprattutto legato al miglioramento dell’efficienza e dei costi operativi (per il 53% degli intervistati) e per l’aumento della produttività della forza lavoro (47%).

Tuttavia Aruba sottolinea come questo sia solamente la punta dell’iceberg delle potenzialità offerte dall’Edge. Bisogna iniziare a concepire tali strumenti non come un’aspirina per curare gli sprechi di risorse, ma come una vitamina che dia più forza al proprio business. La capacità di gestire quantità di dati maggiori permette di creare nuove esperienze, prodotti, servizi, possibilmente anche realizzati su misura per il cliente grazie ai maggiori insight raccolti. Concetti che già sono accolti da circa il 40% dei decision maker, ma che ancora mancano di un’implementazione diffusa.

Le applicazioni possibili sono innumerevoli. Nel campo dell’educazione ad esempio si possono prevedere usi pratici come il controllo degli accessi ai campus o del distanziamento sociale, fattori fondamentali in questo periodo, ma anche esperienze di insegnamento personalizzate. Nella sanità si possono ottenere monitoraggi ancora più costanti del paziente e avere un controllo in tempo reale della posizione di tutta la strumentazione.

E ancora, le industrie possono sfruttare la gestione rapida dei dati per potenziare i propri processi di manutenzione predittiva. Il retail può creare prezzi dinamici per i propri prodotti, basandosi sulle abitudini di acquisto dei clienti online e offline. L’hospitality può offrire esperienze uniche, create su misura dei viaggiatori anche in lingue diverse e riducendo i contatti diretti. Insomma Aruba ci avvisa che l’Edge non è solamente un risparmio sui costi.

Cosa ci ferma?

aruba edge studio potenziale

Nonostante quanto sottolineato da Aruba e l’interesse delle aziende, ci sono ancora delle barriere a una piena implementazione dell’Edge. Dalla ricerca emerge una discreta preoccupazione in merito alle competenze necessarie per sbloccare il valore di questa tecnologia. Ben il 92% degli intervistati sostiene di avere una carenza almeno parziale da questo punto di vista (percentuale che sale al 98% e 99% nel pubblico e nell’hospitality rispettivamente).

Per il 41% c’è un problema in merito ai costi di implementazione, soprattutto quando si parla di un approccio più intensivo. Particolarmente dibattuta è invece la questione della sicurezza: c’è infatti una parte di decision maker che individua nel collegamento dei dispositivi utente all’Edge come una vulnerabilità, tuttavia il 47% degli intervistati parla di vantaggi complessivi per la cybersecurity.

Il punto è che è necessario fare sperimentazione, mettere insieme Information e Operation Technology e trovare nuove soluzioni. Le possibilità offerte dall’Edge sono moltissime una volta padroneggiato il concetto, ben oltre il mero risparmio dei costi. Con il giusto mindset potremmo davvero essere ‘al bordo’ di un grande cambiamento.

Per maggiori informazioni su Aruba e sui servizi che offre, vi rimandiamo al sito dell’azienda.

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Mattia Chiappani

Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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