Un gruppo di hacker ha violato il sistema informatico della Asl in Abruzzo con un attacco il 3 maggio e ha rubato i dati sanitari di operatori e pazienti: il Garante della Privacy sottolinea che scaricare questi dati è un reato. Quindi non si possono condividere, anche da parte di chi non è non un hacker.
Attacco hacker ASL Abruzzo, scaricare i dati è reato
Gli hacker hanno rubato diversi dati personali, criptandoli con un ransomware che impedisce l’accesso ai file se non si paga una somma di denaro. Con l’attacco sono finiti sul dark web tutti i dati sensibili rubati, tra cui cartelle cliniche, diagnosi di cancro, aborti, malattie croniche e fisioterapie, e anche informazioni organizzative.
Si tratta di 386 gigabyte che si aggiungono ai 522 giga di dati sottratti alla Asl dell’Aquila la notte del 3 maggio. Sul dark web sono apparsi anche i dati personali del capomafia Messina Denaro.
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Il Garante della Privacy avverte: “In riferimento al recente attacco hacker subito dalla Asl 1 Abruzzo, il Garante per la protezione dei dati personali ricorda che chiunque entri in possesso o scarichi i dati pubblicati sul dark web da organizzazioni criminali – e li utilizzi per propri scopi o li diffonda on-line, sui social network o in altro modo – incorre in condotte illecite che possono, nei casi previsti dalla legge, costituire reato“.
Il Garante sottolinea inoltre che questo è un “reato questo ancora più odioso, perché riguarda dati sanitari, quali in particolare informazioni su patologie e cure mediche di persone in condizioni di vulnerabilità e fragilità”.
Un avvertimento per chiunque avesse intenzione di scaricare questi personalissimi file.
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