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Sulle auto a guida autonoma si potrà guardare la Tv?

La proposta arriva dall’Inghilterra

Negli ultimi giorni, per più di un motivo, si è tornato a parlare con insistenza di guida autonoma.

Se la tecnologia sta rendendo sempre più smart svariati ambiti della nostra quotidianità (pensiamo solo alla vita domestica), va da sé che potrebbe farlo anche per quanto riguarda la viabilità. Argomento che però, per la sua specificità, espone a molti dubbi e interrogativi.

Suscita quindi più di qualche stupore la proposta, avanzata in Inghilterra, di introdurre nelle auto a guida autonoma una TV.

Si tratterebbe di una vera e propria revisione dell’Highway Code, il codice della strada britannico. Secondo la quale anche chi è al volante (si fa per dire) di un’auto a guida autonoma potrà guardare la Tv incorporata nel veicolo. Purché il guidatore umano sia sempre pronto a prendere, in caso di necessità, il governo del mezzo.

Scopriamo meglio questa proposta, e vediamo in quali altri modi le vetture a guida autonoma hanno fatto parlare di sé in questi ultimi giorni.

automobile guida autonoma

Auto a guida autonoma e Tv: la proposta

La proposta di revisione del codice della strada britannico prevede dunque che il conducente di un’auto a guida autonoma possa guardare la Tv incorporata nella macchina. Precisazione tutto fuorché superflua: resterebbe infatti bandito l’uso dello smartphone o di device di piccoli dimensioni.

Questo perché la Tv, inserita appunto nelle auto autonome, garantirebbe una distrazione minore. E dovrebbe assicurare una pronta risposta del conducente in caso di pericolo o altra necessità improvvisa.

La proposta di modifica dell’Highway Code potrebbe già diventare operativa in estate.

L’Inghilterra e la guida autonoma

In realtà le auto a guida autonoma possono circolare in Inghilterra già dallo scorso aprile. O meglio: il via libera è stato dato unicamente alle vetture a guida assistita, che possono percorrere una singola corsia sino a una velocità di 60 chilometri all’ora senza bisogno dell’intervento umano.

Ricordiamo che l’autonomia di un veicolo può andare dal livello 0 al livello 5. Al livello 0 non c’è alcuna autonomia mentre al livello 5 si avrebbero auto in cui addirittura risulterebbero superflui il volante e i pedali.

Il livello 2, ad esempio, è quello che garantisce una parziale autonomia del mezzo: l’auto è in grado di intervenire con sistemi di sicurezza (come la frenata assistita e quella di emergenza), oltre a saper mantenere la corsia.

Secondo il ministero dei Trasporti britannico, le prime auto completamente autonome potrebbero essere pronte entro la fine del 2022. Peraltro, sempre il medesimo ministero ha dichiarato che lo sviluppo delle auto a guida autonoma potrebbe creare 38.000 nuovi posti di lavoro e una crescita economica di oltre 41 miliardi di sterline entro il 2035.

Va infine segnalato che in Gran Bretagna l’88% degli incidenti è da addebitare a errore umano.

La guida autonoma e il problema della responsabilità

Nell’aprile del 2021 vi avevamo raccontato dell’incidente occorso a una Tesla senza nessuno al posto di guida.

Incidente che ha rinnovato una delicatissima questione legale: chi è il responsabile in caso di incidente? Bella grana: in caso di completa automazione, il pilota non sarebbe più che un utente responsabile, mentre le colpe ricadrebbero sull’azienda costruttrice. Ma a oggi, che per gli utenti privati sono disponibili al massimo vetture al grado 3 di autonomia (automazione condizionata), dare responsabilità al costruttore sarebbe incongruo. Perché il conducente avrebbe sempre la possibilità di intervenire.

Le bizzarrie della guida autonoma

Mentre già si parla di auto a guida autonoma e Tv, sabato 9 aprile è successo qualcosa di singolare.

Un video di YouTube ha mostrato due agenti di San Francisco che hanno fermato una vettura (della General Motors) a guida autonoma. L’auto stava circolando di notte con i fari spenti. Ma, dopo che uno dei due agenti le si è avvicinato, ecco che il veicolo è ripartito per qualche metro, sino ad accostarsi (sempre con i fari spenti) in un luogo ritenuto più sicuro dall’intelligenza artificiale.

La guida autonoma – o più precisamente assistita – è quindi ancora lontana dal non avere sbavature. Come dimostra il caso di Autopilot di Tesla, al centro di indagini dal momento che favorirebbe la distrazione del pilota.

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La prima gara tra auto a guida autonoma

Eppure, nonostante ci siano persino miliardari che stanno promuovendo curiose campagne per arrestare questa tecnologia, sembra che la guida autonoma sarà sempre più perfezionata.

Lo dimostra il fatto che la puntata di Report del 18 aprile scorso ha mostrato la prima gara tra auto da corsa a guida autonoma. Anzi, le prime due gare, che si sono svolte nei circuiti di Indianapolis e Las Vegas.

Il problema di questa tecnologia, in fondo, è uno solo: quello della sicurezza. Forse non bisogna augurarsi l’impossibile, ovvero che il rischio di incidenti con la guida autonoma arrivi allo zero. Ma almeno, questo sì, auspicare che la guida autonoma si avvicini di più al rischio zero di quanto non lo faccia la guida con un conducente umano.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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