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L’Autopilot di Tesla favorisce la distrazione del guidatore

Questo l’esito di un recente studio del Mit

Il sogno delle auto a guida autonoma inciampa in un recente studio.

Più precisamente, un’indagine del Mit ha mostrato come l’Autopilot di Tesla favorirebbe la distrazione del guidatore. Questa notizia succede di poche settimane a un’altra ben poco favorevole all’azienda di Elon Musk: la Nhtsa (National Highway Traffic Safety Administration) ha aperto un’indagine sulla presunta scarsa affidabilità del sistema di guida autonoma della casa automobilistica californiana.

Andiamo con ordine, ricordando prima cosa si intende per auto a guida autonoma, e poi cos’è l’Autopilot di Tesla.

Vedremo infine più da vicino la ricerca del Massachusetts Institute of Technology che mette sotto accusa il sistema Autopilot.

Le automobili a guida autonoma

L’automobile a guida autonoma è un’autovettura in grado di sollevare il conducente da tutti i compiti di guida.

Questa definizione calza solo per l’auto a guida completamente autonoma, per il raggiungimento della quale ci sono diversi passaggi obbligati. Senza entrare nei dettagli, l’autonomia di un’automobile è calcolabile con una scala che va da zero a cinque, dove zero è l’assenza di autonomia e cinque è l’autonomia totale. Cioè un’auto in grado di leggere l’ambiente esterno grazie a una serie di telecamere e sensori, e di organizzare da sé la navigazione.

A oggi negli Usa si sta sperimentando il livello 4 con i robotaxi della Waymo. Al livello 4 una vettura è quasi del tutto autonoma, tranne che in condizioni estreme, come ad esempio in caso di forte maltempo.

vettura a guida autonoma

L’Autopilot di Tesla

L’Autopilot di Tesla è il sistema a guida autonoma adottato dall’azienda californiana.

Come leggiamo nella pagina del sito ufficiale dedicata a questa tecnologia, “tutte le nuove vetture Tesla sono dotate dell’hardware necessario a supportare in futuro la guida completamente autonoma in quasi ogni situazione. Il sistema è progettato per poter coprire corte e lunghe distanze senza l’intervento della persona seduta al posto di guida.”

L’Autopilot è composto, tra l’altro, da otto videocamere con una visibilità a 360 gradi in un raggio sino a 250 metri di distanza. E poi dodici sensori a ultrasuoni, un sistema radar anteriore capace di leggere l’ambiente anche in condizioni di pioggia forte e nebbia. E ancora un potente computer di bordo, un complesso sistema di elaborazione delle immagini e la funzione smart summon per agevolare i parcheggi.

Lo studio del Mit

Nonostante la tecnologia dell’Autopilot Tesla risuoni altisonante, uno studio del Mit (Massachusetts Institute of Technology) ne mette in discussione l’affidabilità.

Proprio mentre migliaia di proprietari di auto Tesla stanno per testare la versione più recente del software beta Full Self-Driving versione 10.0.1, la ricerca del Mit condotta su 290 piloti nella zona di Boston ha evidenziato alcuni problemi.

In sintesi, chiunque utilizzi sistemi di guida parzialmente automatizzati abbassa la propria soglia di attenzione.

Più precisamente, con l’Autopilot inserito i conducenti di Tesla fanno vagare di più lo sguardo, concentrandolo meno sulla strada. Il 22% di questi sguardi in zone periferiche è durato più di due secondi, non controbilanciato da sufficienti occhiate sul davanti. I piloti staccano inoltre più spesso le mani dal volante, confidando insomma in modo eccessivo nella tecnologia.

Il report del Mit, si legge, non è stato certo stilato per penalizzare Tesla. Ma perché “può essere utilizzato come riferimento per la valutazione della sicurezza o per formulare obiettivi di progettazione per i sistemi di gestione dei conducenti”.

autopilot tesla

L’indagine di agosto

Come abbiamo già accennato, l’Autopilot di Tesla aveva già attirato l’attenzione della Nhtsa, l’agenzia americana che si occupa della sicurezza stradale.

A finire nell’occhio del ciclone sono stati la Model Y, la Model X e la Model 3, che tra il gennaio del 2018 e il luglio 2021 hanno fatto registrare 11 incidenti, per un totale di 17 feriti e un morto.

Critiche all’aggiornamento beta del software

Anche la versione beta del sistema Full Self-Driving, che come abbiamo detto sarà prestissimo testato da una quota di proprietari di auto Tesla, ha fatto storcere il naso.

In questo caso è l’NTSB (National Transportation Safety Board) a muovere critiche sul livello di sicurezza dell’ultimo rilascio del software. Al punto che il presidente dell’NTSB, Jennifer Homendy, ha invitato la casa automobilistica a sottoporre a ulteriori controlli l’aggiornamento, e a rinviare il lancio.

Guida autonoma: Xpeng insidia Tesla

Le notizie non liete per Tesla, quantomeno in ambito di guida autonoma, in questi giorni si susseguono con un ritmo incalzante.

L’ultimo attacco proviene da Xpeng (che Tesla ha portato in tribunale assieme a Xmotors per sospetta violazione di brevetti). L’azienda cinese, che ha sviluppato il sistema di guida Navigation Guided Pilot (NGP), ha diffuso un video in cui una sua vettura si muove agevolmente nel traffico senza nessun intervento del pilota.

Se a Elon Musk piacciono le sfide, eccolo servito.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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