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Big Mouth: la pubertà spiegata a tutti – Perché guardarla?

Ve lo ricordate voi, il vostro Mostro degli Ormoni?

Ogni tanto, soprattutto nell’intricato mondo delle serie TV moderno, spuntano progetti che sembrano nati per ingannare gli studios. Un esempio è Community, che sembra un semplice show sull’università e poi rivela tutta la sua straordinaria follia dopo poche puntate. Sembra quasi che i creatori avessero in mente una certa idea e l’abbiano impacchettata in un certo modo per poterla ‘farla passare’ e poi una volta in corsa abbiano virato sul piano originale. Ecco, questa è la sensazione che si ha guardando Big Mouth e oggi vi raccontiamo perché guardarla.

Big Mouth è alla base uno show educativo

La premessa di Big Mouth è quella di creare uno show educativo sulla pubertà, l’educazione sessuale (e sentimentale), la crescita e tutto ciò che circonda questi temi. Insomma, una versione estesa di quelle videocassette che probabilmente abbiamo visto tutti nel periodo che andava tra le elementari e le medie. Non solo, ma realizzata con cura, con personaggi a cui affezionarsi e conoscere e un pizzico di comicità fatta bene per rendere più digeribile i contenuti didattici.

E non è che questo aspetto sparisca, sia chiaro. Però con il tempo Big Mouth sembra allargare i suoi orizzonti, diventando una serie TV ‘vera’. Nick, Andrew, Jessi, Missy e Jay diventano qualcosa di più di burattini attraverso cui imparare cosa vuol dire “going through changes” come dice la sigla. Sono personaggi complessi, che affrontano momenti difficili di crisi, che devono imparare a crescere anche al di là dell’educazione sessuale.

Big Mouth amplia il suo spettro di intervento anche per quanto riguarda gli effettivi contenuti didattici. Non si parla solamente di pubertà in senso stretto, ma di educazione sentimentale a 360° e oltre. L’odio, la vergogna, l’ansia sociale sono tutti esplorati in profondità. Memorabile è l’arco della seconda stagione dedicato alla depressione affrontato in maniera chiara ed estremamente efficace. Tutti argomenti che non solo i giovanissimi dovrebbero approfondire, ma anche chi la pubertà l’ha già superata da tempo.

Per raccontare tutto ciò Big Mouth crea una vera e propria mitologia di creature che accompagnano ogni personaggio, come angeli (o diavoli) custodi. Si parte dai Mostri degli Ormoni, ipersessuali rappresentazioni della pubertà, per poi scoprire piano piano un mondo segreto di figure nascoste. Ed è sempre esilarante scoprire di più su di loro.

Maestri della comicità all’opera

big mouth perche guardarla 01

Questa serie nasce da un team di autori comici affermati, che negli anni si sono distinti per le proprie capacità. Uno dei più celebri è senza dubbio Nick Kroll, che ha assunto anche un ruolo centrale come “volto” della serie, doppiando una moltitudine di personaggi. Insomma, quello che Seth MacFarlane è per i Griffin.

Naturalmente non è solo in questa avventura. Tra protagonisti, personaggi ricorrenti e semplici cameo, alcuni dei nomi più importanti della comicità americana sono passati dai microfoni di Big Mouth. Qualche nome giusto per ingolosirvi? Maya Rudolph, Fred Armisen, Jenny Slate, Jason Matzoukas, Jordan Peele, Martin Short, Paul Giamatti, Kumail Nanjiani, Zach Galifianakis e anche se non strettamente comici, anche Nathan Fillion, Jon Hamm, David Thewlis e Hugh Jackman. E ci fermiamo qui, anche se vorremmo trasformare questo articolo nella pagina IMDb della serie.

Con queste premesse è facile aspettarsi uno show esilarante, che regali in ogni puntata momenti in cui tenersi la pancia dalle risate. Non solo, ma un prodotto che potesse anche giocare con i confini della comicità, ribaltare la prospettiva, viaggiare tra omaggio e parodia, ricco di citazioni alla cultura pop e al contempo sperimentale, che pieghi le regole della narrativa e sappia sorprendere lo spettatore. E invece…

No, niente “invece”. Big Mouth è esattamente quello che abbiamo appena descritto con tono sognante. Sebbene arrivati alla quinta stagione inizi a perdere un po’ di smalto, è ancora capacissimo di regalare emozioni grandi. Soprattutto risate, certo, ma anche spunti per comprendere meglio il mondo che ci circonda e momenti toccanti, che sanno toccare le corde giuste. Insomma, per usare una frase diventata meme “fa ridere, ma anche riflettere“.

Big Mouth ha una doppia valenza

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Questo show lo si può prendere in due modi. Potete tranquillamente vederlo come una serie TV teen comica, che racconta di un gruppo di adolescenti o quasi che si trovano invischiati nel classico turbinio di relazioni, litigi, rivalità che caratterizzano “quel bellissimo periodo della vita” (si sente il sarcasmo?). E vi assicuriamo che se cercate questo, non resterete assolutamente delusi.

Se però volete abbracciare in pieno anche il contenuto didattico di Big Mouth troverete un’esperienza ancora più completa. Non aspettatevi quelle noiose spiegazioni alla “api, fiori e polline“, ma un racconto ben costruito, capace di guidarvi nelle pieghe della pubertà. E se ormai quella fase l’avete già superata, non temete: c’è ancora moltissimo da imparare anche a distanza di anni. Anche solo quanto non la rimpiangete.

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Mattia Chiappani

Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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