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Ecco il bonus 800 euro per le partite Iva: a chi spetta, come richiederlo

L’agevolazione partirà nel 2024

Al di là dei vari rifinanziamenti del bonus trasporti, ci sono alcune agevolazioni presentate dal governo per la Manovra 2024.

Di una di queste, il bonus spesa, abbiamo parlato in un altro articolo. Si tratta di un contributo di 382,5 euro caricato su una card, con cui le famiglie con Isee inferiore a 15.000 euro potranno acquistare generi alimentari di prima necessità.

In Manovra è stato inserito anche un bonus dal nome non troppo affabile, Indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa (ISCRO). Che fortunatamente è altrettanto noto come bonus 800 euro, o bonus partita Iva, visti i destinatari della misura.

Scopriamo cos’è il bonus 800 euro per le partite Iva, chi può usufruirne e come richiederlo.

Il bonus 800 euro

Con il bonus 800 euro inserito nella manovra 2024, il governo non fa che rendere strutturale l’ISCRO, una misura sperimentata sotto forma di cosiddetto ristoro nei mesi più acuti della pandemia da Covid.

È una sorta di cassa integrazione per i professionisti e le piccole partite Iva che perdono il lavoro. La misura darà diritto a un assegno che va da 250 a 800 euro, e che l’Inps erogherà per sei mesi.

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Chi ha diritto al bonus

I beneficiari del bonus sono esplicitati nell’articolo 31 della bozza della Legge di bilancio 2024.

Destinatari della misura sono, anzitutto, “titolari di partita IVA attiva da almeno tre anni, alla data di presentazione della domanda, per l’attività che ha dato titolo all’iscrizione alla gestione previdenziale in corso.”

Inoltre i richiedenti dovranno aver dichiarato, “nell’anno precedente alla presentazione della domanda, un reddito non superiore a 12.000 euro.” Dunque la platea si amplia rispetto all’agevolazione attuata in via sperimentale, quando il tetto massimo per fruirne era stato fissato a 8.145 euro.

Altro punto dirimente, occorre “aver prodotto un reddito di lavoro autonomo, nell’anno precedente alla presentazione della domanda, inferiore al 70 per cento della media dei redditi da lavoro autonomo conseguiti nei due anni precedenti all’anno precedente alla presentazione della domanda”.

Insomma: il bonus 800 euro spetta alle partite Iva con reddito inferiore ai 12.000, che abbiano subito un decremento del reddito di almeno il 70% rispetto ai due anni precedenti.

Ulteriori requisiti

Potrà chiedere il bonus 800 euro chi non è titolare di una pensione e non percepisce l’assegno di inclusione.

Inoltre il richiedente dovrà dimostrare di essere in regola con la contribuzione obbligatoria. Se nei mesi dell’erogazione del bonus la partita Iva dovesse essere chiusa, il pagamento verrebbe immediatamente interrotto, “con recupero delle mensilità eventualmente erogate dopo la data in cui è cessata l’attività.”

Finora nessuna testata ha riportato quanto appare nel comma 14: “L’erogazione dell’indennità […] è condizionata alla partecipazione a percorsi di aggiornamento professionale.” E poco oltre: “Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali monitora la partecipazione ai percorsi di aggiornamento professionale dei beneficiari dell’indennità.”

L’ammontare del bonus

L’indennità corrisposta sarà pari al 25% dei redditi, su base semestrale, dichiarati dal possessore di partita Iva nei due anni precedenti all’anno precedente a quello in cui è stata effettuata la domanda.

C’è un limite inferiore e uno superiore: il bonus 800 euro è così chiamato perché questo è il massimo erogabile, mentre il minimo sarà di 250 euro.

Per quanto riguarda l’erogazione, si tratterà di un assegno versato dall’Inps per sei mesi consecutivi. E l’accredito “spetta a decorrere dal primo giorno successivo alla data di presentazione della domanda ed è erogata per sei mensilità.”

Come fare domanda

Per chiedere il bonus 800 euro bisognerà presentare la domanda “all’INPS in via telematica entro il 31ottobre di ciascun anno di fruizione. Nella domanda sono autocertificati i redditi prodotti per gli anni di interesse. L’INPS comunica all’Agenzia delle entrate i dati identificativi dei soggetti che hanno presentato domanda per la verifica dei requisiti.

L’Agenzia delle entrate comunica all’INPS l’esito dei riscontri effettuati sulla verifica dei requisiti reddituali con le modalità e nei termini definiti mediante accordi di cooperazione tra le parti.”

Il finanziamento della misura

Per il bonus 800 euro il governo stanzierà 16 milioni di euro nel 2024. La cifra aumenterà negli anni successivi, sino ai 23,4 milioni di euro annui “a decorrere dall’anno 2033.”

Per far fronte alla spesa, dal primo gennaio del 2024 sarà applicato un contributo dello 0,35% sui redditi da lavoro autonomo.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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