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Bonus bollette da 600 euro: ecco come funziona

La misura è presente nel Decreto aiuti bis

Di rincari delle utenze domestiche, specie in stretta correlazione con la guerra tra Russia e Ucraina e con le sanzioni comminate a Mosca, si parla da mesi.

È però recentissima la notizia di un robusto rincaro per quanto riguarda le bollette dell’elettricità. Che nel quarto trimestre del 2022, per quanto riguarda il mercato tutelato (che coinvolge circa 7 milioni di utenti), sarà addirittura del +59%.

Ciò significa che per una famiglia tipo, ovvero con consumi attorno ai 2.700 kilowattora all’anno, la spesa per la luce da gennaio a dicembre sarà di circa 1.322 euro. Ovvero più del doppio rispetto ai 632 euro del 2021.

Sui vistosi rincari è intervenuto Stefano Besseghini, presidente dell’Arera, Autorità di regolazione per l’Energia Reti e Ambiente. Besseghini ha detto: “L’eccezionalità della situazione, con un conflitto che rende incerte le forniture e continua a spingere in alto i prezzi ha meritato un intervento altrettanto eccezionale, anche considerando che il Parlamento e il Governo sono impegnati in una fase di transizione. Un raddoppio delle bollette avrebbe potuto spingere all’aumento della morosità, mettendo ulteriormente in difficoltà le famiglie e il sistema energetico”.

bonus bollette

Il bonus bollette da 600 euro

In un recente articolo abbiamo fatto un breve riassunto dei tre Decreti aiuti che si sono succeduti in questi mesi. Decreti pensati in parte per aiutare le famiglie ad affrontare il caro bollette.

A questo proposito, nel Decreto aiuti bis – pubblicato in Gazzetta ufficiale lo scorso 9 agosto – compare anche il bonus bollette da 600 euro. Scopriamo di cosa si tratta.

Cos’è il bonus bollette da 600 euro

Quello che per praticità chiamiamo bonus bollette da 600 euro, e che è stato deciso nel Decreto aiuti bis, è più propriamente un fringe benefit.

I fringe benefit sono agevolazioni che le aziende corrispondono ai propri dipendenti non versando denaro, ma sotto forma di beni o servizi accessori esentasse.

Gli esempi più diffusi sono, ad esempio, le vetture aziendali, i telefonini aziendali, i buoni pasto eccetera. I fringe benefit possono essere nell’interesse di azienda e lavoratore o a favore del solo lavoratore.

La premessa è lunga ma necessaria: di norma, il tetto del fringe benefit arriva a 258,23 euro. Ma con il Decreto aiuti bis, per il periodo di imposta 2022 questo tetto è stato sollevato a 600 euro.

E qui arriviamo al cosiddetto bonus bollette. Perché le aziende possono proporre ai propri dipendenti il parziale rimborso delle utenze di luce e gas o l’erogazione diretta della somma.

Se ne avvantaggeranno tutti, perché per le imprese i fringe benefit sono completamente deducibili.

E per il lavoratore la somma è netta: non genere né contribuzione né prelievo fiscale.

Per questa misura il governo ha impegnato una somma di 81,9 milioni di euro.

Bonus carburante

Occorre specificare che il bonus carburante di 200 euro è un benefit a sé stante, che non concorre dunque al tetto dei 600 euro dei fringe benefit.

Il bonus carburante consiste in buoni benzina ceduti a titolo gratuito dalle aziende private ai propri dipendenti.

Un bonus a discrezione dell’azienda

Per il cosiddetto bonus bollette da 600 euro, insomma, il lavoratore non dovrà inoltrare alcuna domanda.

È una misura di welfare aziendale per cui non esiste nessuna obbligatorietà di erogazione. Sta nella libera scelta di ogni azienda decidere se elargire o meno un rimborso o un contributo per arginare il caro bollette.

In altre parole, ogni azienda stabilisce se, e in quale percentuale, attribuire ai propri dipendenti un rimborso o un contributo per far fronte al caro bollette.

Sembra in effetti paradossale ma è così: la dotazione di un’automobile o di uno smartphone aziendale sono considerati alla stessa stregua di una misura di aiuto per contrastare i rincari sempre più consistenti delle bollette di luce e gas.

Si tratta insomma di un premio, che ogni azienda può decidere se non elargire affatto, elargire a tutti i dipendenti o a una sola parte di essi.

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Cosa dice il decreto

L’articolo 12 del Decreto aiuti bis è chiaro in questo senso.

Così recita l’articolo: “Limitatamente al periodo d’imposta 2022, in deroga a quanto previsto dall’articolo 51, comma 3, del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, non concorrono a formare il reddito il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati ai lavoratori dipendenti nonché le somme erogate o rimborsate ai medesimi dai datori di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale entro il limite complessivo di euro 600,00.”

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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