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Elezioni 2022, Civati e Mastella scelgono Whatsapp

Un modo intelligente (ed economico) per coinvolgere l’elettorato

In diversi articoli vi abbiamo parlato del rapporto tra i principali personaggi politici coinvolti nella campagna elettorali per le elezioni del 25 settembre e i social.

Abbiamo invece tralasciato di informarvi sui costi delle varie campagne elettorali online. Che nel caso di alcuni partiti superano i 100.000 euro, spesi soprattutto nelle ben note inserzioni sponsorizzate.

Ma va da sé che le possibilità economiche dei partiti non sono tutte uguali. Tuttavia un modesto budget, sommato a un ingegno acuto e magari anche a una non banale coerenza tra pensiero e azione, può fare miracoli.

Civati, Mastella e la campagna elettorale via WhatsApp

È un piccolo colpo di genio comunicativo, infatti, quello messo in atto da Giuseppe “Pippo” Civati, fondatore di Possibile e candidato al Senato a Bologna.

Giuseppe Civati non solo ha istituito una chat su WhatsApp per sciogliere dubbi ai suoi (effettivi e potenziali) elettori sulle imminenti elezioni politiche. Ma ha anche fornito il proprio numero di telefono privato. Una cosa del tutto simile ha fatto (in verità anticipando Civati) Clemente Mastella.

Vediamo cosa è successo e capiamo il significato dirompente di questa mossa sul piano della comunicazione politica.

chat Civati

Better than Pippo

Possibile è di certo uno dei partiti politici più attento ai giovani, sia dal punto di vista delle tematiche che del linguaggio.

Giuseppe Civati, fondatore del partito e una delle sue anime, ha unito questa caratteristica ad almeno altri due aspetti. Legati, come dicevamo prima, rispettivamente a una necessità e a un meritorio bisogno di coerenza.

La necessità è quella di arrivare a un più ampio elettorato possibile con una dotazione economica non faraonica. E l’altro, il bisogno di coerenza, è quello di un partito di sinistra che torni a parlare in modo chiaro e diretto alla cittadinanza.

Ecco dunque nascere “Better than Pippo”, con evidente e ironica storpiatura della celebre serie televisiva “Better call Saul”.

Un linguaggio nuovo

Come si evince dalla nota rilasciata ad apertura dell’iniziativa, è davvero Civati a rispondere su WhatsApp ai molti che chiedono lumi su come votare il prossimo 25 settembre, o sul programma di Possibile.

E lo fa con la sua solita ironia: se ne può vedere un assaggio nello scambio qui riportato nell’immagine. E a una donna che in chat gli ha scritto di aver convinto la suocera a votare Possibile, Civati ha risposto: “Se non nuora quando?”

Perché un altro caposaldo di Possibile è quello di sradicare il luogo comune secondo cui tanto il politico quanto l’elettore di sinistra debbano essere vittime (e amplificatori) di una visione della vita cupa e vittimistica.

Tutto torna, dunque, rispetto alla natura di Possibile: il canale e le modalità comunicative.

Non solo Civati: l’esempio di Mastella

Se una campagna elettorale svolta anche su WhatsApp sembra perfettamente in linea con lo spirito che animano Civati e Possibile, di certo più sorprendente è l’utilizzo del medesimo espediente comunicativo da parte di Clemente Mastella.

Mastella che è stato eletto per la prima volta alla Camera con la DC nel 1976, quando – per intenderci – Pippo Civati aveva un anno.

In questo caso, la modalità scelta da Mastella (che ha definito il proprio partito Mastella Noi di Centro-Europeisti come “un partito a km 0”) è più facilmente da ricondurre alla sua personalità istrionica che a una reale volontà di coerenza progettuale politica.

La sua necessità di distinguersi dai colleghi è infatti sottolineata dall’insistenza con cui lo stesso Mastella ha dichiarato di essere l’unico ad adottare questa linea comunicativa.

E in effetti gli va riconosciuto di essere stato quanto meno il primo in ordine di tempo.

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Uguali ma diversi

Al di là di ciò che ha mosso Civati e Mastella a utilizzare WhatsApp per la campagna elettorale, di certo la loro trovata è esemplificativa di un atteggiamento originale e lungimirante.

Quando la comunicazione si sposta massicciamente su un determinato canale, come i social per le prossime elezioni politiche, si hanno tre possibilità d’azione.

Il primo: aderirvi senza riserve, cercando di essere massimamente persuasivi. Il secondo: chiamarsi fuori, nella speranza di trovare strategie di comunicazione alternative altrettanto efficaci. Ma lasciando un vuoto, il proprio, in un agone ormai quasi inevitabile. Nel quale, come suol dirsi, ogni assenza fa rumore.

Oppure, terza ipotesi, si può avere la sagacia di trovare una formula vincente per presidiare sì i sentieri battuti da tutti, ma senza uniformarsi al passo degli altri. I social, per esempio, possono anche non essere visti come canali informativi unidirezionali, in cui un l’ufficio marketing di un leader organizza e paga uno spot sponsorizzato e gli elettori ne fruiscono passivamente.

Anche WhatsApp può diventare uno strumento di dialogo, in cui il cittadino-elettore si senta libero di interloquire con i propri politici di riferimento. Chiedendo, proponendo, criticando.

Giuseppe Civati e Clemente Mastella, dei quali deciderete voi lettori il grado di genuinità o astuzia, lo hanno dimostrato.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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